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ATTUALITÀ E CRONACA
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E hanno il coraggio di chiamarla missione di pace
L’Italia non è contro la guerra

Le immagini shock giunte dall’Irak su momenti di battaglia dei soldati italiani provocano scandalo e un interrogativo: esiste ancora la norma costituzionale secondo cui il nostro paese ripudia la guerra?

di Fabio Bucciarelli

Soldati italianiNon ci si può più nascondere dietro all’evidenza dei fatti. Se qualcuno avesse ancora avuto qualche dubbio sulla natura dell’intervento dei soldati italiani in terra irachena è stato accontentato. Nessuna missione di pace, solo dura guerra. Dalle immagini girate da un soldato italiano in missione nel 2004 e messe in onda in varie reti televisive italiane non c’è dubbio alcuno: l’Italia non ripudia la guerra. Difficile nascondere il nervosismo nelle facce dei rappresentanti del governo, qualcuno si è limitato a dire che si è trattato di “normali immagini, possibili anche in missione di pace”. Dunque, se ne può dedurre che quelle immagini di soldati trincerati che esultano al ferimento del nemico, a questo punto della loro missione di pace, è pura normalità. I soldati italiani sparavano, nella cosiddetta “battaglia per la conquista dei ponti” di Nassirya, e gli obiettivi, i “cattivi” che si trovavano dall’altra parte cercando di osteggiarli, com’è normale in un campo di battaglia e non in un intervento umanitario, erano soldati nemici iracheni. L’Italia in Iraq ha e sta ancora oggi partecipando ad una vera e propria guerra. Un conflitto fortemente voluto dagli USA ai quali Berlusconi e il suo Governo non hanno avuto la forza di dire no. Un conflitto voluto dagli USA e giustificato con una relazione risultata poi fasulla, che andava contro quella degli osservatori ONU, che garantiva la presenza di armi di distruzioni di massa sul territorio iracheno. Un arsenale che, svelerà un’indagine proprio USA, assolutamente inesistente. Ed è molto amaro dirlo, un no italiano evitato per non essere tagliati fuori da quella miniera economica che molti chiamano “ricostruzione”. Insomma, è come avere un impresa edile e radere al suolo la casa del vicino per poi farsi pagare per ricostruirgliela gestendo il terreno a modo proprio. L’unica differenza è che anziché una casa si tratta di un intero paese come l’Iraq con i suoi milioni di abitanti ridotti in povertà, e nella “ricostruzione” ci sarà ovviamente molto spazio anche per la costruzione di oleodotti progettati da anni (prima del conflitto) e tanto, tantissimo petrolio da gestire. Perché Bush non dice nulla e fa finta di niente con l’Iran? Il presidente iraniano sembrerebbe aver confermato di avere a disposizione armi nucleari, come mai nessuno ne parla? Forse perché l’Iran non è l’Iraq ed è un tantino più organizzato, fa paura. Inoltre, strano parlare di normalità di fronte a “bombardamenti intelligenti” che portano solo morte. Infatti, se si inizia a ragionare in termini simili è bene fermarsi tutti e farsi un esame di coscienza. Perché “normalità” vorrebbe dire accettare, senza subirne il terribile senso di morte, anche le ultime stime, che sembrerebbero peraltro poco veritiere, di Bush che parlano di “30mila iracheni” e oltre 2mila soldati USA morti. Di conseguenza, per quel che ci riguarda dovremmo considerare “normali” anche gli oltre 30 tra soldati e civili italiani deceduti in Iraq. Per non parlare poi dell’intera coalizione, se mettessimo insieme tutti questi tristi numeri arriveremmo a contare circa 35mila morti, una tragedia umanitaria che sicuramente sarà, al termine di questo conflitto, ancora molto più pesante. Quindi dipende da cosa s’intende per la parola “normalità”, a noi questo tipo di normalità non piace affatto. Una situazione planetaria tranquilla, l’assenza di conflitti fatti per meri interessi politici o economici, la presenza di azioni umanitarie in quei luoghi poveri e privi di ingenti ricchezze come il petrolio, questa potrebbe essere la normalità. Tuttavia, per un governo che ha stravolto in molteplici punti la Costituzione Italiana non ci dovrebbero essere difficoltà a modificare anche un altro articolo. Perché di fatto, le immagini fatte girare pochissimo in televisione hanno dimostrato che il nostro paese non ripudia più la guerra, ci partecipa attivamente. Immagini chiare, inequivocabili che non possono e non debbono lasciare dubbi. Filmati che non debbono essere strumentalizzati dalla Destra come al solito. Esiste un elemento reale, una prova obiettiva che l’Italia ha partecipato alla guerra in Iraq alla pari di USA e Gran Bretagna, e non, come continuamente hanno sostenuto i rappresentanti del governo Berlusconi, che abbia partecipato esclusivamente ad un’azione di pace fatta solo di aiuti umanitari a soccorso dei popoli falcidiati da mesi di bombardamenti. Di questo il governo dovrebbe dare giustificazione ai propri cittadini, senza trincerarsi dietro inutili falsità.

 

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