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ATTUALITÀ E CRONACA
037b
In costante aumento le collaborazioni coordinate e continuative
I Co.Co.Co.: un esercito di giovani senza futuro
La vergognosa situazione di milioni di lavoratori, piegati al ricatto di un contratto da dipendenti, con tutte le non garanzie di un libero professionista

di Ambra Mazzia

Roma - Amministratori condominiali, venditori a domicilio, istruttori di ginnastica, operatori call-center: sono solo alcune delle tante categorie degli oltre 2 milioni dei lavoratori atipici e parasubordinati, di quella “generazione co.co.co.”che, tra mille impieghi, cerca di costruirsi un futuro. Età media di 25-35 anni, laurea o diploma nel cassetto, una prospettiva lavorativa di massima incertezza e precarietà. Così coloro che, secondo le stime sociologiche più diffuse, dovrebbero garantire al paese un notevole sviluppo demografico si ritrovano con un guadagno mensile di neanche 600€ con il quale, anche volendo, è davvero difficile garantire a se stessi uno stile di vita che vada al di là della semplice e pura sussistenza. Eppure questa condizione ibrida sta conoscendo un rapido sviluppo, nonostante le scarsissime forme di tutela lavorativa da essa riconosciute: è vero, infatti, che si è chiamati a svolgere una collaborazione continuativa senza vincolo di orario e subordinazione e si gode di una certa autonomia organizzativa anche circa luogo e modalità lavorative, ma è altresì importante sottolineare che tali categorie di lavoratori sono figure regolamentate solo da un punto di vista fiscale e previdenziale, mediante la copertura assicurativa dell’INAIL e la previdenza obbligatoria dell’INPS. Non sono riconosciute ferie, né diritti di formazione ed aggiornamento; non c’è alcuna forma di tutela per la sicurezza sul lavoro, mentre è minimale quella per la malattia, con un’indennità valida solo per il periodo di degenza ospedaliera, e per la maternità. Se a tutto questo si aggiunge, poi, l’aliquota INPS a cui deve essere assoggettato ogni compenso ricevuto( 12,5% per i soggetti già titolari di pensione, 14% in tutti gli altri casi) e la rapida trasformazione di status a cui, anche dopo anni di prestazione lavorativa, molti dipendenti pubblici si sono dovuti adeguare, è più semplice capire come un tale contratto non possa garantire, a queste condizioni, un futuro lavorativo soddisfacente e ricco di opportunità per migliorare costantemente sé stessi, le proprie potenzialità ed aspirazioni, la propria vita.

 


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