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ATTUALITÀ E CRONACA
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Dopo le recenti farneticazioni sul fascismo rinfreschiamoci la memoria
La storia non va dimenticata
Il tempo che passa non può cancellare i soprusi, la barbarie e i terribili massacri dei regimi totalitari di destra e di sinistra. Sarebbe bene che qualcuno facesse (non rifacesse) una full immersion nella verità della storia per evitare vergognose, disinformate e ingannevoli dichiarazioni

di Fabio Bucciarelli

Camicie NereC’è chi dice che il passato dovrebbe insegnare a non ripetere gli stessi errori, a questa affermazione dunque si potrebbe aggiungere che l’umanità ha la memoria corta. Tuttavia, è necessario fermarci un attimo per non dimenticare la nostra storia. Questo anche per allontanare quelle sfacciate menzogne che possono portare addirittura ad affermare che fascismo, nazismo e comunismo non hanno mietuto un’infinità di vittime. Con notevoli differenze, certo, ma con una cosa, la più importante, che li ha accomunati tutti: la morte. Si chiamino foibe, lager o campi di concentramento, furono luoghi che, sicuramente con sostanziali differenze l’uno dall’altro, videro la pura miseria umana. Tutti gli stati che nella loro storia hanno vissuto una di queste tirannie hanno avuto il dispiacere di dover respirare la loro pesante aria di terrore ed il loro tetro e putrido odore di morte. Se bisogna dirigere l’attenzione a ciò che ha riguardato il nostro paese, bisogna dedicare concentrazione ed obbiettività alla storia iniziata nel 1920. Coscienti che è un momento storico, quello che viviamo attualmente, in cui pare evidente e per certi aspetti incomprensibile la voglia di revisionismo storico portato da diverse parti politiche. La cosa gravissima è che si cerca essenzialmente di trasformare la definizione delle tragedie avvenute. L’intento pare quello di modificare il pensiero di ciò che furono i regimi, insomma un po’ come definirli sgradevoli anziché spregevoli. Bisognerebbe invece ricordare gli errori vissuti in tutta la loro gravità per non rendere possibile una loro nuova, tragica ed ingiustificabile ripetizione. Una celebre frase è quella che recita “chi non ha passato non ha futuro”, appunto. L’Italia ha vissuto nel ventennio fascista momenti che chiamare tristissimi sembra un’offesa all’intelligenza umana. Momenti che non debbono essere dimenticati né distorti in alcuna maniera. Buio totale sotto una drammatica dittatura che deve essere ricordata e attentamente studiata in quanto tale. Oppressione, persecuzione, barbari assassinii senza alcuno “dissidente in vacanza al confino” ma con persone fatte morire in prigione perché il loro coraggio, la loro forza ed il loro pensiero non si piegarono mai all’oppressione del regime. Una dittatura che doveva e voleva, nella sua perversa maniacale logica di potere, soffocare ogni libertà di pensiero, d’idea e di opinione. Nomi eccellenti per dare un senso concreto alle parole a questo punto debbono essere fatti: Giovanni Amendola, Piero Gobetti, Antonio Gramsci, Giacomo Matteotti, Don Giovanni Minzoni, Carlo Rosselli e Nello Rosselli, questi furono i dissidenti che mandati al confino non fecero vacanza ma vennero umiliati ed uccisi. Altro dato storico certo è che non fu realmente la mano di Mussolini a compiere direttamente le loro esecuzioni ma altrettanto innegabilmente si può affermare che fu la sua mente ad ordinarne la fine. Oltre alle uccisioni fisiche ci furono anche quelle mentali, legate alle spregevoli prepotenze delle squadriglie fasciste, che certo non risparmiarono alcuna azione di sopruso verso la popolazione civile per far comprendere con qualsiasi squallido mezzo che bisognava “ubbidire”. Nello stesso tremendamente buio momento storico, con il Duce a capo del Regime si vide la nascita di quelle istituzioni genitrici di morte e terrore come i Tribunali Speciali. Questi organi di regime portarono alla dichiarazione di 30 condanne a morte e alla loro successiva tremenda esecuzione. C’è chi per rendersi conto delle cose vuole vedere davanti ai propri occhi dei numeri, non ci tiriamo indietro se questo può servire a ravvivare nella propria mente la tragedia accaduta. Non furono solo quelle 30 condanne con relativi morti ammazzati. Oltre 40.000 persone vennero deportate in Germania, mentre 36.000 furono le vittime. Altre, per un numero pari a circa 12.300, vennero inviate al confino perché dissidenti. Pochi si salvarono e chi ci riuscì riportò gravissimi traumi. Un pensiero per i 10.000 ebrei italiani che vennero deportati, perseguitati, umiliati ed uccisi. Queste parole per cercare di non dimenticare e per capire che deve essere dato rispetto a tutte le vittime di una realtà storica che l’Italia ha vissuto. Non si deve cercare di dimenticare per vergogna, si deve ricordare per non ripetere la vergogna. Ultimo pensiero per esprimere la grandezza del disastro umano, che vide protagonista l’Europa dello scorso secolo. A pochi giorni dal termine dell’ultimo grande conflitto mondiale si stimò, inoltre, che sei milioni gli ebrei furono uccisi dall’asse nazifascista. Sei milioni, da non dimenticare.

 

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