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ATTUALITÀ E CRONACA  
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Quando detenere le redini dell’informazione è importante
Berlusconi schiavo di Bossi

Il premier si piega alla volontà separatista degli alleati padani. Alleanza Nazionale rinnega la sua linea politica storica: una sconfitta clamorosa diventa un trionfo grazie ai media di regime

di Fabio Bucciarelli

Berlusconi e BossiIncredibile come in Italia l’informazione possa essere manipolata mandando a quel paese la verità. Viviamo in una nazione governata da un presidente del Consiglio che ha un potere economico incommensurabile (un recente sondaggio lo acclama quale uomo politico più ricco del pianeta) e che di fatto detiene il controllo di tutte o quasi le televisioni di Stato, è il proprietario delle tre reti televisive private (che durante i suoi cinque anni di governo hanno superato in termini di share quelle di Stato), è padrone, anche se figurano parenti ed amici, di quotidiani, riviste, case editrici, etc; e nonostante tutto questo continua ostinatamente a dire che i media sono contro di lui. Ma di quale informazione parla? Probabilmente l’idea che si è fatto è che l’italiano medio sia poco informato, ma guardi tanta, forse troppa, televisione. Come quando Berlusconi accanto agli alleati tra cui Alleanza Nazionale, festeggia il “successo” dell’approvazione della “devolution”, come si può trasformare per Alleanza Nazionale una simile sconfitta in vittoria? Basta avere i media dalla propria parte, basta far vedere ai cittadini ciò che si vuole e dirlo in un certo modo. Insomma, si tratta di un’altra ferita lancinante alla Costituzione Italiana, in quella stessa parte nella quale anche il centrosinistra ci aveva messo del suo, eppure è una vittoria. Però, ed è bene specificarlo per non correre in fraintendimenti possibili, facili in situazioni così delicate, Berlusconi, che è maestro nel far trasformare incredibili sconfitte in illustri successi, è riuscito davvero a violentare la Costituzione Italiana nella sua parte più delicata, quella dell’Unità Nazionale. Così la “devolution”, fonte da anni di infiniti ricatti da parte della Lega Nord, è divenuta, prima una necessità fondamentale per tutto il centrodestra, poi un sonoro ed entusiasmante trionfo politico. Una “vittoria” dei vinti potremmo dire, in quanto pare agli occhi di tutti come l’attuale destra di Governo si sia lasciata schiacciare in tutto e per tutto dalla volontà del padre padrone dello schieramento di maggioranza. Una destra che avesse ancora minime sembianze di una componente politica di quello schieramento e di quegli ideali, avrebbe dovuto erigere barriere insormontabili prima di accettare silente quest’ennesimo sfregio alla Costituzione. Siccome però, a rappresentare la destra italiana oggigiorno c’è un partito che ancora galleggia tra vecchi ricordi e pochissime certezze, beh è facile comprendere come si possa essere fagocitati dalle brame di potere dell’attuale presidente del Consiglio. Per sottolineare come il potere derivi in molti casi dalla cattiva informazione, è bene dare risalto all’invece clamoroso abbandono del Presidente di Alleanza Nazionale on. Domenico Fisichella. Al passaggio della “devolution”, ha preso le sue cose e senza sbattere la porta ha lasciato il partito che accettando quelle condizioni non lo poteva più rappresentare, figuriamoci se poteva esserne il presidente. E’ stato messo alla gogna come un pazzoide quando invece bisognava prendere atto della sua vera, ed unica in AN, quanto ai fatti, coerenza politica. E non ci si lasci ingannare dall’apparenza innocua di questa modifica alla Costituzione, in realtà l’idea di Bossi & C. è molto peggiore. Infatti, ricordiamo che i verdi della Lega sono gli stessi che hanno sputato sulla bandiera tricolore italiana, hanno occupato il campanile di Venezia e già da Ministri della Repubblica Italiana saltellavano in piazza sul ritornello di “chi non salta italiano è”. La loro nazione non è l’Italia ma la Padania e la loro capitale non Roma ma Pontida. Solo gli stipendi, quelli sì valgono da ministri italiani e non padani. Questa modifica che andrà comunque giudicata dai cittadini italiani in un apposito referendum, è solo l’inizio della scalata a quella forma utopica ed irraggiungibile di “devolution fiscale” a cui mira il capo del Carroccio. E’ un modo per far capire che l’unico obiettivo della Lega è quello di ottenere, in ogni modo, una forma più o meno ufficiale di separatismo del Nord. Ogni modo, come ha dimostrato il presenzialismo faticoso del Ministro Calderoli alla giornata evento della Casa delle Libertà a Reggio Calabria, terra di quei “terroni” tanto disprezzati da tutti i componenti della Lega Nord. Non sarà un “marziano” come ha detto lui ma una cosa sicura c’è: da ministro italiano è davvero molto poco credibile.

 

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