A Roma nella zona del Mattatoio  il regno della prostituzione  | 
                
                 
                  Il  “trans” di quartiere: 
quando  la carne è debole   | 
                
                 
                   
                      Un intera zona capitolina è diventata il punto più  florido del mercato del sesso. Il tutto sotto gli occhi impassibili di chi  dovrebbe controllare. Un cartello che vieta il transito delle autovetture nelle  ore notturne viene ignorato 
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              di Fabio Bucciarelli 
              
Roma. Zona est  della capitale. Una notte qualsiasi. I cittadini del V e del VII Municipio  stanno ancora aspettando il famoso “poliziotto di quartiere” promesso  dall’attuale maggioranza di Governo nella campagna elettorale 2001. “Aspetta e  spera” dice un detto. Attualmente, intanto, possono “godere” di quello che  hanno duramente soprannominato il “trans di quartiere”. Che non ha niente a che  vedere con i punti dell’ormai famosissimo “Contratto con gli italiani”. Tante  parole, tanti impegni prima del voto politico ma “fatti” zero dopo  l’espletamento del diritto di scelta politica. Ma i cittadini sono stanchi, non  ne possono più e soprattutto trovano sempre maggiore difficoltà a credere a chi  promette e poi difficilmente mantiene. Perché il dato di fatto è che non ci  sono forze dell’ordine pubblico a controllare le strade assolutamente poco  raccomandabili che percorrono, anzi al loro posto un esercito impunito di  prostitute e transessuali che ne hanno letteralmente preso possesso. E  basterebbe anche la semplice presenza o ronda dei Vigili Urbani che la domenica  affollano quelle stesse vie per il controllo del mercato settimanale. Ma  stranamente non ci sono nemmeno loro, non c’è proprio nessuno! I cittadini di  questi quartieri sono tutti in attesa che “qualcuno” faccia “qualcosa” al fine  di combattere una di quelle piaghe della società che, in questo caso, sconvolge  direttamente la loro vita quotidiana: la prostituzione. Per un normale  cittadino è assai complicato trovare una spiegazione valida, convincente che  gli riesca a far comprendere il perché non si sia ancora riusciti a metter fine  a quell’avvilente spettacolo di corpi nudi in mezzo alla strada, come manichini  spogliati sui marciapiedi. E la cosa diventa ancora più disarmante quando ci si  trova a fare i conti con il tentativo di spiegare quelle stesse scene ai propri  bambini. Già, come spiegare quello schifo? Difficile se non impossibile. Quella  della vendita dei corpi nella zona del Mattatoio di Tor Sapienza, tra la Collatina e la Palmiro Togliatti,  non è un qualcosa di casuale e per questo incontrollabile ed inarrestabile  proprio perché saltuaria, bensì un indiscusso monopolio di tutte le vie  limitrofe ai locali adibiti a macello dal Comune di Roma, a favore di  prostitute e trans che fanno, è proprio il caso di dirlo, i loro porci comodi.  Senza effettivi reali impedimenti, viene perpetrato un uso sistematico di  violenza verso tutti gli abitanti che sotto i propri balconi, assistono inermi  a scene a dir poco raccapriccianti. Sempre, tutte le notti, nessuna esclusa.  Persone costrette a vivere a tu per tu con una realtà cruda, che limita per  molteplici aspetti la propria libertà, la propria dignità. Quel mondo  vergognoso è sempre lì sotto, i protagonisti quasi sempre negli stessi posti  (come se ci fossero spazi riservati…), tanto che, per assurdo, se ne potrebbe  tracciare addirittura una piantina… Un bella nottola delle prostitute ma  soprattutto dei trans, che ormai vanno per la maggiore. Addirittura qualcuno di  questi operatori del sesso, si sente anche in potere di non spostarsi più di  tanto per “lavorare” e sfacciatamente consumano le loro vendite a cielo aperto,  tanto chi gli dice niente? Ovvio come spesso si sente dire che esiste un simile  mercato perché esiste una richiesta, ma questo non deve essere un paravento.  Non vogliamo essere noi i soliti moralisti, non c’interessa. Vogliamo solamente  sollevare il problema che sembra giacere nel dimenticatoio della burocrazia  italiana. D’altronde si è agito giustamente in maniera concreta e decisa  inasprendo le pene per i “consumatori” del sesso illegale, però una domanda a  tal proposito è lecita: a cosa serve inasprire le pene se poi nessuno controlla  il rispetto della legge? Si fanno quelle prime retate e quegli immediati blitz  agli occhi delle attente telecamere e poi niente più. In tutta questa storia  l’assurdo è che al menefreghismo di chi dovrebbe controllare fa da contraltare,  senza alcuna possibilità di replica, la netta rassegnazione dei cittadini. C’è  chi dice che dietro ci siano organizzazioni criminali, ebbene,a maggior  ragione, s’inizi a fare qualcosa di concreto: si presidino questi luoghi al  fine di scoraggiare la vendita del sesso. Si mandino più pattuglie delle forze  dell’ordine! Si controlli in maniera decisamente più sensibile l’intera zona.  Tra l’altro la vendita più intensa di prestazioni avviene bellamente e  impunemente in una zona dove troneggiano manifestamente più cartelli di divieto  di transito alle autovetture nelle ore notturne, che invece viene presa  d’assalto da una fila interminabile di autovetture. Se si continua a far finta  di nulla, potrebbe diventare una tristissima, scoraggiante ed umiliante  ammissione di sconfitta per lo Stato, oltre che per i cittadini.
              
                
                
              
               
              
              Foto del Mattatoio e delle prostitute [Foto Claudio Neri] 
                

              