Italymedia.it  denuncia il mancato rispetto dei tempi di apertura al pubblico 
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                Orari  selvaggi all’ufficio postale  | 
               
              
                
                    Presso  la sede di Acilia, al direttore del noto portale d’informazione Antonello De  Pierro, nonché voce storica di Radio Roma, viene negato il pagamento di un  bollettino, nonostante ne avesse diritto. Necessario l’intervento dei  Carabinieri 
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             Roma. Erano state in numero alquanto significativo le segnalazioni  di utenti delle Poste Italiane giunte alle redazioni di Italymedia.it e di  Radio Roma, che lamentavano un disservizio piuttosto eclatante presso alcuni  uffici della capitale, nel rispetto dell’orario di apertura al pubblico.  Iniziavamo ad effettuare dei sopralluoghi a campione in giro per la città, e  nella maggior parte delle strutture riscontravamo una situazione impeccabile  per la cortesia e la disponibilità usate nei confronti dell’utenza, nonostante  la grande mole di lavoro gravante sugli impiegati, e in linea di massima  l’assenza di particolari problemi per quanto concerne il rispetto degli obblighi  temporali del servizio. Ma tra le segnalazioni campeggiava in maniera  insistente l’indicazione di un ufficio in particolare, di quelli cosiddetti  centrali, che prevedono, con tanto di cartello affisso all’ingresso, l’apertura  al pubblico fino alle ore 19,00, cosa che, come succede in tutti gli esercizi  pubblici e privati, concede possibilità di accesso fino a tale ora. Da quanto  veniva segnalato, sembrava invece che tale orario fosse presente solo in forma  virtuale, ma in realtà anticipato, senza una scadenza temporale certa, a  seconda dell’affluenza del pubblico. A quanto pare l’ingresso degli utenti  veniva di solito inibito già molti minuti prima del canonico limite fissato  alle ore 19,00, in quanto sembra che i poveri impiegati avessero invece a tale  ora impellente e inappellabile necessità di chiudere i battenti degli  sportelli, senza alcuna possibilità di deroga. Inevitabilmente nella nostra  mente si accendeva la spia dell’analisi riflessiva, e il nostro pensiero  correva immantinente, come del resto conseguenza logica della nostra linea  editoriale, alle cellule più deboli della collettività e al loro disagio  derivante dalla sconcertante presunta situazione. Come giannizzeri della  giustizia, volti a dare voce a quanti spesso vengono soffocati nella loro  naturale espressione dei diritti, immaginando per l’occasione la figura  emblematica di un’anziana signora, sola e malata, nonché affaticata sotto il  peso inesorabile degli anni, sottoporsi ad un già ingente carico di stress per  raggiungere l’ufficio in questione e trovarsi di fronte all’opposizione di un illegittimo  diniego alla naturale offerta  del  servizio, ritenevamo opportuno recarci in loco per accertare e documentare la veridicità  delle segnalazioni. L’ufficio in questione era quello centrale di Acilia.  
              Ad andare sul posto è il direttore di Italymedia.it  Antonello De Pierro , nonché voce storica di Radio Roma e presidente del  movimento nazionale “L’Italia dei diritti”. Il noto giornalista giunge nei  locali della struttura esattamente alle ore 18,42, e quindi 18 minuti prima  dell’orario canonico di chiusura al pubblico, con l’intenzione di effettuare un  pagamento tramite bollettino postale. All’ingresso viene fermato da un  impiegato, che con grande naturalezza lo avvisa del fatto che l’ufficio è già  chiuso, cosa piuttosto singolare e assurda vista l’ora. Ignorando l’azzardato  avvertimento si reca comunque  presso la  macchina erogatrice dei numeri progressivi che regolano l’affluenza agli  sportelli, e qui lo attende un’indicibile sorpresa: dalla fessura esce un  biglietto con la scritta “IL SERVIZIO NON E’ ATTIVO”. Ma la cosa fondamentale è  che trovano riscontro tutte le lamentele accolte, e queste si posano saldamente  su una granitica piattaforma di verità, tanto da poterle diffondere con la voce  pacata ma intensa e rabbiosa di chi è stanco di dover perpetuamente lottare sul  terreno sociale per ottenere il rispetto dei propri diritti, che dovrebbero  invece automaticamente essere ottenuti con la naturalezza dell’inevitabile,  tanto che spesso quando ciò avviene ci compiacciamo e meravigliamo, scambiando inconsciamente  per un’eccezione quella che dovrebbe essere la regola. L’irremovibile reporter,  noto soprattutto per le sue battaglie in tema di diritti sociali, non si  scompone e decide ugualmente di attendere il suo turno. Alle 19 e 2 minuti  circa raggiunge lo sportello per effettuare l’operazione, come è suo  imprescindibile diritto, ma si imbatte nel rifiuto dell’impiegata che gli  contesta il fatto di non essere in possesso del numero progressivo: “Educatamente  le feci notare  che avevo varcato  l’ingresso in orario abbondantemente regolare, ma non volle sentire ragioni  sostenendo con decisione che doveva chiudere lo sportello alle 19,00 in punto; le spiegai  che avrebbe potuto incorrere nel reato penale di interruzione di servizio  pubblico, ma quando mi rispose che lei non svolgeva un servizio pubblico, bensì  privato, rimasi esterrefatto e ritenni evidente di non poter proseguire oltre.  Mi venne in mente in associazione il parallelo calzante di un autista di un  autobus adibito a pubblico servizio, che termina il suo turno di lavoro alle  ore 19,00, ma  trovandosi ancora a qualche  chilometro dal capolinea, decide di abbandonare la vettura e andarsene a casa.  Una cosa assurda”.  De Pierro pensa  quindi di rivolgersi ad un responsabile e chiede del direttore dell’ufficio.  Dopo qualche ricerca in giro per i locali che frattanto si sono svuotati del  pubblico, si imbatte in una donna che   risulterà poi essere la vicedirettrice, che invece di accogliere o  almeno ascoltare le sue ragioni lo minaccia che se non sparisce chiamerà i  Carabinieri. E’ allora che l’incredulo giornalista le risparmia la fatica e  compone sul suo cellulare il numero 112. I militari della vicina Stazione di  Acilia giungono in poco tempo e cercano di convincerlo a desistere, ma egli non  molla: vuole pagare il bollettino, anche se sa che ormai è impossibile. I  terminali sono stati tutti spenti. Il suo diritto è stato violato,  l’interruzione del servizio pubblico si è consumata, lasciando dietro di sé i  suoi danni. Agli encomiabili carabinieri non resta ormai che constatare quanto  è successo, l’impiegato alla porta conferma che il direttore di Italymedia.it è  entrato prima delle ore 19,00, mancano solo gli atti da redigere per l’Autorità  Giudiziaria. Frattanto i fotografi immortalano e illuminano con i flash a  raffica il volto stanco ed emaciato di De Pierro, sono quasi le 21,30, la sua  lotta di oggi servirà a salvaguardare i diritti di altri domani, mentre emerge  anche un altro fatto inquietante: se il servizio degli impiegati termina oltre  le 19,30, questi non hanno diritto ad essere retribuiti per il periodo di  lavoro straordinario. Lo scontento dei dipendenti nei confronti dell’azienda si  abbatte contro l’utenza esasperata. Lavoratori contro cittadini, la guerra dei  poveri. I generali restano in torretta a guardare. De Pierro ne parlerà sulle  frequenze di Radio Roma, ma nessuno dei vertici dell’azienda è disponibile ad  intervenire, nemmeno telefonicamente, ed anche per Italymedia.it si attende una  nota, che non arriverà mai. Ciliegina sulla torta, giunge il direttore dell’ufficio  di Acilia in tenuta molto casalinga,  urla  contro tutti, è alterato all’ennesima potenza , non capiamo perché, se non fa  rispettare gli orari ai suoi subalterni. Le sue grida fendono l’aria dove la tensione  si taglia a fette, i carabinieri, ancora impeccabili, lo calmano. Ormai si può  chiudere l’ufficio. Tutti a casa. Scatta la denuncia. Si chiude anche un’altra  pagina nera nel libro dei diritti negati, ai cittadini e ai lavoratori, e  purtroppo non sarà l’ultima nelle storture croniche della triste realtà italica  dei poteri forti, dove il cittadino comune purtroppo soccombe quotidianamente  sotto i macigni dell’arroganza. 
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