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Al “Ghione” di Roma le voci amarcord di Emilio Pericoli ed Aura D’Angelo
Canzoni, emozioni e gaffe clamorosa
Achille Togliani, “dimenticato” dal conduttore Dario Salvatori e dai colleghi, viene celebrato
dal pubblico, che “assale” con affetto la vedova Desy, presente in sala

di Pamela Guzzi

Roma. Si è rivelata un grande successo l’iniziativa promossa alcune sere fa dall’Assessorato alle Politiche Culturali  del Comune di Roma. Denominata “Le indimenticabili”, la manifestazione, che ha avuto luogo presso il teatro “Ghione”, ha riproposto attraverso la splendida voce di due grandi interpreti, l’affascinante Aura D’Angelo e il talento internazionale Emilio Pericoli, un suggestivo viaggio attraverso le più grandi e immortali melodie che hanno segnato la storia musicale dell’ultimo secolo, restando inevitabilmente ancorate ai file mnemonici di tutti. La serata, presentata impeccabilmente dall’eccentrico Dario Salvatori, ovvero l’enciclopedia vivente della musica, ha sfogliato le pagine melodiche più belle del secolo che ci siamo appena lasciati alle spalle, tra emozioni palpitanti e brividi amarcord, proiettando i presenti tra brandelli di vita vissuta nel passato, aventi il suggestivo e sbiadito sapore dei ricordi. La platea ha cantato  a bassa voce, seguendo tra le labbra le note sulle quali i due artisti protagonisti della serata hanno modulato la loro voce calda e possente. In sala a seguire lo spettacolo tanti personaggi, dall’assessore  alle politiche culturali, on. Gianni Borgna all’on. Nicola Galloro, il noto giornalista e scrittore Paolo Mosca, e tanti cantanti che hanno calcato in passato il palcoscenico del Festival di Sanremo e degli altri concorsi canori dell’epoca, tra cui Fiorella Bini, Miranda Martino, Gianni Lacomare. Un saluto è andato a Nilla Pizzi. Un lungo applauso è scattato spontaneo quando sul palco è stato pronunciato il nome del compianto e indimenticabile Claudio Villa. Ma anche le cose più riuscite a volte hanno qualche petalo appassito. Un banale episodio di casuale o voluta dimenticanza (a mai l’ardua sentenza!) ha dipinto sui volti dei presenti molte strisce di delusione, suscitando controllati, ma lapidari commenti. Avvolta nella sua caratteriale e consueta riservatezza e modestia, tra le prime file era presente, accompagnata da uno stuolo di ragazzi dell’accademia che ancora porta il nome di suo marito, la signora Desy Togliani, moglie dell’indimenticabile Achille. Nonostante tutti, compresi il conduttore e i due interpreti protagonisti della serata, si fossero accorti della sua presenza, nessuno ha osato fare anche un timido saluto ad un personaggio che ha posato la prima pietra sulla storia del festival, imprimendo la sua firma per ben altre sette volte sulle edizioni del festival stesso, arrampicandosi agevolmente sulla vetta dell’Olimpo della canzone, cosa che per tutti i cantanti presenti in sala, sicuramente più considerati nel frangente, è rimasta onirica illusione per tutta la vita. Se non si può negare che il grande Achille Togliani fosse temuto in vita dai suoi colleghi, per talento, carisma e umanità, è veramente sorprendente e vergognoso dover pensare che questo timore sia rimasto vivo a ben cinque anni dalla sua morte.

 

 

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