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CULTURA, SPORT e SPETTACOLO

Dossier Televisione 2004
Fotografia romantico-realistica sui primi 50 anni del piccolo schermo firmato Rai
Nozze d’oro in Tv
Mini trattato di pronto intervento a uso e beneficio delle nuove generazioni e di coloro che vogliono rinverdire i fasti di una stagione televisiva oramai alle spalle

di Maira Nacar

"Il mio primo ricordo della televisione risale ai dieci anni prima, eravamo nell’inverno del 44/45, l’Italia era allora divisa dalla linea gotica. Un mio vecchio compagno di scuola livornese che alla fine degli anni "30 era emigrato negli Stati Uniti per motivi razziali e che si trovava in quella zona come militare americano di tanto in tanto veniva a trovarmi e mi disse al termine di una nostra cena fra amici – vedi fra qualche anno anche voi avrete al posto della radio la televisione e la vostra vita cambierà profondamente e meravigliato e incredulo mi aggiunse – quanto meno la televisione in una casa italiana come lo è già nelle case americane prenderà il posto del focolare, sarà il centro della casa. Questo di fatto è successo e ora stiamo andando anche oltre e la televisione ha avuto una funzione importantissima sul popolo italiano perché ne ha da un lato favorito un maggiore amalgama, ha rafforzato l’unità attraverso un’ unità del linguaggio. Qualche turista potrà obiettare sulla purezza di qualche linguaggio televisivo ma sta di fatto che le singole Regioni d’Italia hanno veramente da allora iniziato a parlare tutte quante la stessa lingua conservando ma utilizzando meno il dialetto. E’ la stessa funzione che sta avendo la televisione nei confronti dell’Estero per tutte le comunità italiane, sia se siano tutt’ora cittadini italiani, sia se siano esse diventati di cittadinanze di altro Paese, ma di origine italiana che tengono molto al rapporto con la nostra cultura e con la nostra lingua. Quello che direi è… il fatto positivo e importante della televisione, oltre al fatto che attraverso la televisione, accanto a trasmissioni di spettacolo che uno può considerare più o meno superficiali,vi sono importanti trasmissioni che aiutano la conoscenza, trasmissioni sulla natura, sulla storia nostra e di tutti i popoli. Poi ho cominciato a conoscere meglio anche altri popoli del mondo, le loro culture che prima non conoscevamo o le conoscevano solamente coloro che erano interessati e che compravano qualche libro, quindi io trovo che è stato un importante avanzamento sociale di cui dobbiamo essere grati alla televisione. Era il saluto del Presidente della Repubblica al cinquantennale della Tv italiana tratto da Rai Quirinale e diretto da Mario Garofalo, trasmesso il 3 gennaio scorso, in occasione dello speciale "Buon compleanno Tv" condotto dall’inossidabile Pippo Baudo su Rai Uno alle ore 21.00. Quale inizio migliore per affrontare questo viaggio nella memoria televisiva se non attraverso le parole del nostro primo cittadino Carlo Azeglio Ciampi. Vanno ora in video "Signore e Signori" cinque decenni di vita piacevolmente invasa da questo mezzo di comunicazione che ha sconvolto il mondo…le coscienze… "la televisione".

Iniziative multimediali, culturali, di costume affollano da mesi il Paese per un festival della memoria sul filo del piccolo schermo, nel tentativo di immortalare questo compleanno come si conviene ad un gradito ospite, una tv che è stata, se vogliamo e rimane talvolta babysitter talvolta terzo incomodo, per coppie e per quelle famiglie italiane "ultima generazione" che proprio nel mezzo televisivo hanno potuto individuare la chiave risolutrice di ogni love-affare, trasformando l’oggetto mediatico in testimone oculare della vita personale di ognuno, di coloro (e sono in tanti) che si rispecchiano in certe video-storie "raggiungibili"! Cosa buona e giusta allora è sembrato per il Dio Auditel questo transfert tutto casa-Tv, Tv-casa, un uovo di colombo che una volta scoperto ha reso necessario l’adattamento di una nuova logica del business a servizio di alcuni generi televisivi oggi tanto in voga come quello del reality. E dall’aspetto legato squisitamente al costume della televisione ad un altro aspetto, quello tecnologico, (seppur per brevi linee), come non renderne conto d’altronde a chi di lettura! La velocità con cui il mezzo tv si evolve a vista d’occhio ha imposto nuovi criteri di revisione. Vale la pena di ricordare che la televisione è ormai al capolinea di una immensa rivoluzione tecnologica. Il suo segnale abbandonerà totalmente la tradizionale forma analogica per cedere il posto esclusivamente al digitale terrestre. Entro il 2006 esso dovrebbe sostituirsi all’analogico. Si può già da adesso usare la Tv come fosse un computer. A detta del Ministro delle Comunicazioni Maurizio Gasparri ora si che "c’è la possibilità di acquistare prodotti, di formulare domande, di votare e di essere coinvolti, di poter vedere, mentre si segue un programma, una scheda che approfondisce con delle scritte che compaiono al lato del televisore". E allora Addio romantiche antenne sui tetti, ( difatti proprio con un’antenna che si librava il primo canale televisivo in quel lontano 3 gennaio 1954, per testimoniare appunto la volontà di volare alto, di dare messaggi al Paese, di unificare lo Stivale. Con quest’antenna accompagnata in sottofondo da una musica nostrana il Guglielmo Tell di Gioacchino Rossini aveva così inizio la grande avventura delle trasmissioni.) Addio sogni di gloria in bianco e nero o primo sfocato colore, Addio Italia da cartolina che attraverso quell’antenna hai illuminato milioni di telespettatori. Ci vengono in mente tanti flash della memoria che si riallacciano ai nostri anni migliori, "in ricchezza o in povertà, in salute o in malattia" si è dunque pronunciato il sì per la vita alla Tv…la più bella invenzione che l’ingegno umano e tecnologico abbia mai potuto produrre.

cronaca di un giorno speciale * domenica 3 gennaio 1954

ore 11:00 "la televisione inizia in italia il suo servizio regolare"

Era una gelida, soleggiata domenica di gennaio, al nord il termometro segnava sottozero. Scene di vita "del dì di festa in cui si odon italiani (e ci perdoni il sommo poeta Leopardi)…far festa". La domenica del riposo, della messa domenicale, della passeggiata con i bambini e del rito dell’acquisto di fiori e di paste, veniva sconvolta dall’ultima bella invenzione "la televisione", esposta in bella presenza nelle vetrine dei negozi chiusi. Trattasi del modello allora più alla page il "Mobile Radio Fonografo Televisore Bar" dal costo proibitivo di 270 mila lire. C’era anche il modello per così dire più economico in bella vetrina "Anie" che di pollici ne aveva solo 14 per la non modica cifra di 160 mila (l’equivalente di 4 mesi di stipendio di un operaio). Dalle scene di vita stradale alle scene di vita teatrale… il Mattatore Vittorio Gassman era in procinto di debuttare a Milano nel pomeriggio col suo Amleto mentre la Roma politica, ad opera del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Giulio Andreotti (incaricato dal segretario Dc Alcide De Gasperi) si impegnava nel salvataggio del Governo DC presieduto da Giuseppe Pella oramai in crisi latente. Ma quella mattina del 3 gennaio 1954, furono in molti riuniti ogni dove a guardare l’inizio di questa nuova invenzione "il televisore" che divenne in un attimo "la televisione". Alle ore 11.00 sul teleschermo il volto di una giovane donna pronunciava le seguenti, fatidiche parole: "La Rai, Fulvia ColomboRadiotelevisione italiana, inizia oggi il suo regolare servizio di trasmissioni televisive". A pronunciarle Fulvia Colombo la prima annunciatrice, inquadrata in primo piano con dietro uno sfondo di raffinato velluto. Cinquant’anni dopo (intercettata alla fine di lunghe ricerche da Baudo per il suo programma 50* in onda nella passata stagione Tv su Rai tre, (nella prima puntata del ciclo in onda lunedì 29 settembre 2003 - ) Fulvia Colombo racconterà che era molto immedesimata nella parte, e che dopo il primo annuncio - che le valse l’assunzione in Rai a pieno titolo - all’uscita per le strade c’era tanta gente che voleva abbracciarla, che voleva l’autografo ma che soprattutto voleva la sua amicizia…" Fulvia Colombo oggi vive in una Comunità in provincia di Novara, nel Castello di Suno, dove è davvero amata da tutti. Grazie Fulvia!

Ore 11.01 inizio della cerimonia di inaugurazione dei programmi trasmessa in diretta dalle sedi di Milano, Torino e Roma, collegate tra loro. Presenti al rivoluzionario evento da Milano studio 3 (uno dei più grandi d’Europa) Antonio Caselli - Vicepresidente della Rai e Aldo Passante – Vicedirettore centrale esercizio tv. A benedire gli impianti monsignor Giuseppe Leoni. I primi cameraman con le inconfondibili tute bianche sono pronti per spiccare il volo. Un parterre di super ospiti, dirigenti e Autorità viene fatto appostare nella scenografia del primo spettacolo "L’Osteria della Posta" di Carlo Goldoni programmato nella serata.

palinsesto 1 giornata della televisione italiana

Bisogna dare atto ai nostri "progenitori" di avere studiato ad oc il primo palinsesto televisivo che qualcuno scherzosamente ha ribattezzato appartenere alla paleotelevisione, tanto paleo a noi non sembra,, visto che comprendeva tutta la televisione di oggi, leggere per credere!

"Ore 11:00 – Telecronache dirette delle cerimonie d’inaugurazione degli studi di Milano e dei trasmettitori di Torino e Roma.

Ore 11:01 - Dallo studio di Milano

Ore 11:15 - Dal trasmettitore di Torino Eremo

Ore 11:30 - Dal trasmettitore di Roma Monte Mario

Ore 14:30 - Arrivi e partenze (la prima trasmissione)

Ore 14:45 - Cortometraggio

Ore 15:00 - Orchestra delle 15.00

Ore15:30 - Cortometraggio

Ore 15:45 - Pomeriggio sportivo

Ore 17:30 - Le miserie del Signor Travet (un film)

Ore 19:00 - Le avventure dell’Arte- Giambattista Tiepolo (a cura di Antonio

Morassi)

Ore 20:45 - Il Telegiornale

Ore 21:15 - Teleclub

Ore 21:45 - Lo spettacolo della sera – L’Osteria della posta di Carlo Goldoni

Ore 22:45 - Lo spettacolino musicale – Settenote

Ore 23:15 - La Domenica sportiva

Fine delle trasmissioni e giù l’antenna!

 

Esortazione pontificia sulla televisione di Papa Pio XII

"L’inizio delle trasmissioni regolari della televisione pone una serie di problemi delicati e urgenti di ordine morale, di presenza vigile e attiva e di organizzazione anche in questo campo. Anzitutto, riconosciamo pienamente il valore di questa luminosa conquista della scienza, essendo essa una nuova manifest5azione delle mirabili grandezze di Dio. Non è difficile rendersi conto degli innumerevoli vantaggi della televisione, qualora sia connessa al servizio dell’uomo per il suo perfezionamento. Mentre infatti in questi ultimi tempi il cinematografo, lo sport, nonché le dure necessità del lavoro quotidiano tendono ad allontanare sempre più dalla casa i membri della famiglia, turbando in tal modo il naturale svolgimento della vita domestica, come non rallegrarci nel vedere la televisione contribuire a ricostituire questo equilibrio? Se la televisione ben regolata può costituire un mezzo efficace di saggia e cristiana educazione, è altrettanto vero che la medesima non è scevra di pericoli per gli abusi e per le profanazioni a cui potrebbe essere condotta dalla debolezza e dalla malizia umana. La televisione si rivolge soprattutto ai gruppi familiari composti di persone di ogni età e sesso; ed essa reca loro non solo i suoi e le parole, ma anche la concretezza e la mobilità delle immagini, il che le conferisce maggiore capacità emotiva soprattutto riguardo ai giovani, i quali più facilmente sono portati a trasformare, coscientemente o inconsciamente, in realtà vivente le immagini assorbite dalla vision e animata dello schermo. Come non inorridire al pensiero che mediante la televisione possa introdursi tra le stesse pareti domestiche quell’atmosfera avvelenata di materialismo, di fatti e di edonismo che troppo sovente si respira in tante sale cinematografiche? Noi amiamo sperare che per quanto riguarda i programmi e gli spettacoli, opportune norme saranno emanate, dirette a far riservare la televisione alla sana ricreazione dei cittadini e a contribuire altresì alla loro educazione ed elevazione morale.

Tale esortazione pontificia, venne promulgata dalla Santa Sede e diretta all’episcopato d’Italia per l’esattezza due giorni prima al via dei programmi televisivi, il 1 gennaio 1954.

 

Beato Giacomo Alberione e la sua Lectio Divina sui mezzi di comunicazione sociale

Giacomo AlberioneSulle orme di S.Paolo, l’Apostolo delle genti e della Comunicazione sociale, seguendo il Maestro Gesù di Nazareth l’epicentro , il fine di ogni iniziativa baciata dalla sua via che è verità e dona la vita eterna partendo dalla vita terrena. Un Cristocentrismo quello Alberoniano che ha dato i suoi frutti nel mondo mediatico fin da tempi non sospetti, quando di un certo mondo professionale, (artistico, giornalistico) si osava pensare (e tutt’oggi si osa ancora pensare ) ogni sorta di male e di pregiudizio. Don Giacomo Alberione, però, ha saputo ribaltare certi erronei canoni mentali stabilendo un patto con i mezzi di comunicazione sociale: quello di mantenersi unicamente quale espressione libera e democratica del pensiero "cristiano" pregno di una costruttività indirizzata alla vita di tutti i giorni, in ogni settore, lavorativo,culturale, sociale, familiare, matrimoniale ecc. Quel "parlare di tutto cristianamente", pensiero sentito fortissimamente dal beato uomo piemontese, non può e non deve essere valutato come l’ ineluttabile indicazione a cui la coscienza è costretta a piegarsi, quell’impedimento che tarpa le ali al falso senso di libertà costruito sul nulla dei nostri egoismi, bensì deve essere la strada verso salvifica realtà tangibile & invisibile per cui siamo stati creati. E allora sì che radio,televisione,stampa,cinema,teatro, informatica, possono assurgere a marchio di garanzia per gli utenti. La Società San Paolo, che vide il suo nascere nell’anno 1916, fondata dal beato Alberione veniva alla luce con questi intenti. Chi "con mani innocenti e cuore puro" (cfr. Sal 24,4) vi lavora, comunica al mezzo ordinario un potere soprannaturale, che contribuisce all’illuminazione ed azione intima per l’afflato divino che l’accompagna" (Alberione). Motivo per cui i vari mezzi di comunicazione, e più degli altri il piccolo schermo… "costituiscono oggi le più urgenti, le più rapide e le più efficaci opere dell’apostolato cattolico", come ha affermato ancora Alberione, il quale a tali strumenti volle dedicare addirittura una lode.

 

Il Cantico dei Media

 

Lode a te , Signore,
Per tutti i comunicatori, per i talenti
E le energie al servizio della verità.

Lode a te, Signore,
per la musica, il teatro e ogni forma di
spettacolo, riflesso di bellezza e di bontà.

Lode a te, Signore,
per gli artisti e i registi, i produttori
e gli attori: per quanti annunciano
la pace, la giustizia, la solidarietà.

Lode a te, Signore,
per tutti quelli che parlano, quelli
che cantano, quelli che inventano,
quelli che compongono e portano a te.

 

Giacomo AlberioneEd all’uso "proprio o improprio" che si fa dei media che annualmente la famiglia Paolina organizza un convegno nazionale di una certa rilevanza, sul filo della attualità sociale che ci circonda. L’evento solitamente funge da eco riflessivo alla consueta Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali. L’occasione per fare un punto della situazione giunta con il 2004 a quota IX è fissata quest’anno per il 27 – 30 Agosto 2004. "I MEDIA IN FAMIGLIA: un rischio e una ricchezza" è il titolo del Convegno. Ad organizzarlo uno dei dieci rami formanti la famiglia Paolina quello dei Cooperatori Paolini. E’ il ramo laico impegnato all’apostolato nelle comunicazioni sociali sempre in concerto con le prioritarie attività di preghiera e di offerta. Presso l’ISTITUTO MADONNA DEL CARMINE "IL CARMELO" situato nei pressi di SassoneCiampino (Roma Via dei Laghi, Km 2,500 (trav. Via Doganale,1) un andirivieni di esperti appartenenti al mondo mediatico e religioso si alternerà con slancio nel tentativo di donare lumi alla cellula familiare, sempre più invasa ed aggredita dall’elemento mediatico. Saranno della partita i giornalisti paolini Carla Romano, Angelo Montonati, l’On Olimpia Tarzia, (Presidente Commissione Politiche Familiari), Piergiorgio Liverani Giornalista, già Direttore del quotidiano Avvenire, Mons. Renato Boccardo (Pont. Consiglio Comunicazioni Sociali), Don Carlino Panzeri (Esperto di Pastorale familiare), Learco e Angela Monina (Istituto S. Famiglia), Don Leonardo Zega (Giornalista, già Direttore di Famiglia Cristiana), Marco De Riu (Giornalista e docente alla "Cattolica" di Milano. Cuore, anima della Direzione dei Cooperatori Paolini è l’instancabile, brillante Don Olinto Crespi, a cui va tutta la riconoscenza del caso! La regia silenziosa delle varie operazioni organizzative in seno alla segreteria è affidata alla insostituibile Suor Concettina Dottore accompagnata da tutto il gruppo dei Cooperatori paolini della sede di Roma, ognuno impegnato in un determinato ambito. Un plauso va doverosamente alla direzione dei cooperatori paolini nelle persone dei delegati nazionali Dott. Antonio Capano e la Prof.ssa Giuseppina Casola e a tutti gli altri.

( - Don Giacomo Alberione è stato proclamato beato da Sua Santità Giovanni Paolo II il 27 Aprile 2003. - La celebrazione della sua memoria è stata fissata al 26 novembre).

Questi i rami che formano la Società S. Paolo:

  1. Figlie di S.Paolo
  2. Pie discepole del divin Maestro
  3. suore di Gesù Buon pastore
  4. suore di Maria Regina degli Apostoli
  5. Gesù sacerdote
  6. S.Gabriele Arcangelo
  7. Maria Santissima Annunziata
  8. Santa Famigli
  9. Cooperatori Paolini

 

Santa Chiara Patrona universale della Tv

Pio XII14 febbraio 1958 - Clarius explendescit – " …Veritas etiam et virtus clarescant "  In italiano si legge: Chiara deve "chiarire", illuminare, rendere trasparente;nel suo nome è racchiusa la sua vocazione. Recitava così Papa Pio XII in un apposito documento pontificio, l’avvento della Tv in Italia. Una nuova scoperta da identificarsi "anche" a strumento veritiero & virtuoso "Televisificum instrumentum" quasi il pontefice a presagire con quel "anche" il timore di un mal utilizzo del mezzo televisivo medesimo. Da allora ogni anno l’11 agosto non solo la madre Chiesa ma pure il mondo della televisione festeggia la santa di Assisi, nata nel 1193 morta nell’anno 1253, la quale su consiglio del poverello d’Assisi, poi Santo Patrono d’Italia Francesco (celebrato al 4 ottobre) fondò presso la chiesa di San Damiano in Assisi l’ordine delle Clarisse (secondo ordine francescano), ispirato a una assoluta povertà e alla vita di clausura. Dunque già illo tempore qualcuno aveva riprodotto il cosiddetto villaggio globale, affidandolo alle premure della benedetta trasparenza. Meno d’accordo, sull’innesto tv e chiesa, era Achille Campanile che vedeva nell’intervento della gerarchia ecclesiastica qualcosa di poco chiaro anche se di indubbiamente santo. Qualche anno più tardi sarà Herbert Marshall McLuhan a perorare la causa pro-villaggio globale.

( il canadese McLuhan – è stato uno dei più grandi sociologi contemporanei che individuò nei mezzi di comunicazione un influsso sui modelli di pensiero e di comportamento strutturato ai mezzi stessi rispetto al contenuto dei messaggi mediatici in uscita. Lo studioso scomparve nel 1980)

*usi e costumi sul filo del video appena nascente

 

…il primo abbonato rai

Il suo nome è Settimio Todisco, 82 anni, portati benissimo. "Rappresenta tutta la popolazione, La Rai dei Direttori, quella degli abbonati ha nei suoi confronti eterna gratitudine." (parole di Pippo Baudo). Settimio Todisco ha acquistato il televisore nel 1953, oggi risiede a Torino, allora era a Piscione (Chieri), un piccolo paese che vantava appena due televisori, il suo e quello del Parroco. Costo dell’apparecchio circa 300 mila lire di allora (l’equivalente di un paio di stipendi…lo stipendio medio era sulle 40 mila lire). Mise il televisore nella sala in alto per dare la possibilità a chi voleva scendere a casa sua di poterlo guardare. Come prassi, racconta il primo abbonato, una decina di persone andavano a trovarlo quotidianamente. Il sig Todisco mette il suggello al suo abbonamento l’11 gennaio del 54 (ritardatario di 8 giorni) ma come si dice in questi casi "meglio tardi che mai". Settimio Todisco merita un plauso per la fedeltà e la costanza… saldato l’ultimo abbonamento (2004) si è presentato come "ospite d’onore" a tutti gli effetti su invito dell’ente pubblico radio-televisivo, la sera del 3 gennaio scorso negli Studi dove partirono le trasmissioni cinquanta anni fa e dove si è tenuta la serata speciale di celebrazione sul cinquantennio Tv, che ha avuto come battesimo un padrino d’eccezione Pippo Baudo. Una curiosità Ammontano a 16 milioni 216 e 6 gli abbonati della Rai nell’anno corrente.

Una sera c’incontrammo… fiori d’arancio la prima coppia impalmata nel giorno della nascita della tv

Marcella Aversa e Mario Di Majo è una coppia che si è sposata proprio il giorno in cui la televisione veniva alla luce il 3 gennaio del ’54. Questa è la storia di un amore che è nato a Sorrento perla geografica dove è nato il Sig. Di Majo il quale racconta che all’epoca lavorava all’Hotel Royal della splendida località sorrentina quando un giorno ebbe l’incontro fulminante della sua vita con quella che sarebbe poi divenuta sua moglie "Marcella". Il Sig Di Majo in occasione della serata Baudiana ha confessato di avere provato le stesse emozioni che la Rai avrebbe regalato a lui e sua moglie in tutti questi cinquant’anni. Se quel 3 gennaio, non hanno potuto vedere la Tv poco male perché l’hanno vista per tutti i giorni seguenti fino ad oggi, con l’auspicio di continuare. Queste doppie nozze d’oro sono state rese possibili grazie al figlio della coppia che ha telefonato alla Rai, chiedendo se era possibile festeggiare nella maniera più clamorosa e insolita questo compleanno golden. "E’ stato per noi straordinario" ha concluso il sig. Di majo il suo intervento in Tv ringraziando "mamma Rai". Felici nozze d’oro aggiungiamo noi ammirati di cotanto traguardo oggi sempre più raro a vedersi.

Quel 3 gennaio del 54 c’ero anch’io!

La televisione protagonista del miracolo economico, oramai prossimo, radunava spettatori nelle piazze, riempiva i bar, veniva seguita nelle stalle e per mare, dovunque era possibile.

Riportiamo alcune testimonianze raccolte fra il pubblico della televisione, fra quei telespettatori pionieri che possono dire "io nel 1954 c’ero al grande esordio della Tv". Le interviste sono state trasmesse dal Tg Uno delle ore 13.30 del 3 gennaio 2004. Al timone della conduzione, quel giorno, Francesco Giorgino. Il servizio era di Laura Cason con il montaggio di Nicola Pezzillo. Una signora… "In Sicilia la vedevamo al bar o da amici, ci raggruppavamo ed erano delle bellissime serate" D In quanti vi trovavate a vedere la televisione? R " Ma… una trentina". Un signore… "Poi lo spettacolo più atteso era Lascia o Raddoppia" Un’altra passante stradale… "La casa era molto piccola stavamo giusto uno sull’altro…tutti a veder sta’ televisione che era una cosa bellissima". Un signore "Già avere nel palazzo uno che segue la televisione … già tu nel palazzo ti senti importante rispetto a quello appresso". Una signora "Me l’ha regalata mio marito, la prima che è uscita piccolissima, l’ho portata col treno in Calabria" Una signora "Si… l’ho vinta" D Come l’ha vinta? "Con… col …col Concorso Motta, tanti cosi che consumavo…li ho spediti ah non ci credevo" Chiude un Signore "E c’era Nunzio Filogamo che salutava… insomma con questa frase lui salutava tutti. D Che diceva… se lo ricorda? "Non mi ricordo signora" Ma ce lo ricordiamo noi " Cari amici vicini e lontani buonasera ovunque voi siate"e Vola Colomba bianca vola…

Signorina …buonasera kiss me good night… La vera storia delle Signorine buonasera

La prima per contratto a spiccare il volo fu l’indimenticabile Fulvia Colombo. In realtà ogni singola Signorina Buonasera ha rappresentato una unica realtà nel suo genere.

Aba Cercato"Ragazze che hanno l’abilità di farsi la fama di serie, col sorridere a tutti". Battezzava così le annunciatrici Achille Campanile uno tra i più grandi critici televisivi che la storia ricordi, nonché scrittore, umorista paradossale, scomparso nel 1977. "Eran tante … eran giovani e forti" queste video-bellezze nostrane, rassicuranti come angeli. Da Fulvia Colombo in poi, si sono susseguite Maria Teresa Ruta, Marisa Borroni, Nicoletta Orsomando "A dir le sue virtù, basta un sorriso"(Achille Campanile) Emma Danieli, Nives Zegna "sorrisotto alla milanese" (sempre secondo Campanile), Adriana Serra, Franca Vecchi, Annamaria Gambineri "nuvola bionda", Grazia Maria Picchetti, Simona Gusberti, Aba Cercato, Gabriella Farinon "viso d’angelo". Seconda generazione di annunciatrici – Rosanna Vaudetti "annunci perfetti" (… e il primo annuncio a colori), Mariolina Cannuli " sensuale voce di velluto", Maria Giovanna Elmi "La Fatina di grandi e piccini", Roberta Giusti (compianta da molti, che ha concluso il suo viaggio terreno nel febbraio del 1986), stessa sorte per Beatrice Cori "la saggina" scomparsa nel 2000, Bepy Franzelin (la voce ufficiale a tutt’oggi del Concerto di Capodanno viennese e Ilaria Moscato adesso conduttrice di Easy Driver su Rai Uno al Sabato ore 14,00 Terza Generazione di annunciatrici – Poche ma buone Maria Teresa Viaggi ( un’annunciatrice a servizio del canto religioso), Katia Svizzero (la cantante dell’Ape Maia) e Alessandra Canale con cui il 20 settembre 2003 si è chiuso in lacrime per l’avvenente annunciatrice e inaspettatamente un ciclo… un’epoca gloriosa per loro e per tutti noi! Ultima generazione di annunciatrici - Sei nuovi volti si affacciano nella Tv pubblica dalla fine settembre in poi e sono: Virginia Sanjust di Teulada (figlia e nipote d’arte, suo nonno Franco Interlenghi, sua nonna Antonella Lualdi, sua madre Antonellina Interlenghi), Barbara Matera (ex letteronza), Arianna Marchetti, Giorgia Wurt, Alessia Patacconi e Janet De Nardis. Lunga vita professionale a tutte!

Quando si gode quel certo non so ché di popolarità al piccolo schermo è inevitabile lo sconfinamento nel dorato mondo del varietà televisivo. E’ quello che accadeva nei decenni precedenti alle signorine buonasera. Volete un esempio? Vi proponiamo le battute di uno sketch che ebbe tra i protagonisti Pippo Baudo e tre veterane dell’annuncio quali Rosanna Vaudetti, Maria Giovanna Elmi e Mariolina Cannuli ospiti al mitico Teatro delle Vittorie in una Canzonissima classe 71/72 annata Baudo & Goggi. Baudo "Allora mie bambine…mie care bambine che cosa c’è di buono da mangiare?" M.G.Elmi "Vi diamo ora un cenno sulle principali pietanze della sera" R.Vaudetti " La nostra cena ha inizio con un tenero manzo spezzettato, sul secondo piatto, insalata di pomodori, frutta e verdura" M. Cannuli "La replica del tenero manzo concluderà come sempre la nostra serata"Baudo "Ah proposito…i bambini come stanno? Hanno ancora la febbre?" R. Vaudetti "Vi diamo ora le temperature massime dei nostri bambini: Federico 36° e 9, Leonardo 37° e 2, Filippo non pervenuta". Baudo "Meno male che stanno meglio… lasciamo perdere, si mangia subito di corsa perché aspetto i miei amici e voglio giocare a tre sette." M.G.Elmi "Ci scusiamo con i nostri giocatori ma la partita programmata per questa sera è rinviata da data da destinare." Baudo "ah sii… la colpa è tua, sei stata tu a combinare questo… si si… tu tu tu hai combinato tutto tu, perché sei sempre una tiranna!" M. Cannuli "Se inavvertitamente avete alzato il volume della vostra voce, vi preghiamo cortesemente di abbassarla, otterrete così una discussione migliore ed eviterete di raccontare i fatti nostri ai nostri vicini di casa." Baudo "E invece no sai eh … io grido, io urlo quanto mi pare e piace e sai che cosa faccio eh?Io ti avevo promesso di comprare la pelliccia di visone, io non te la compro, io non te la pago!"

R.Vaudetti "Vi ricordiamo che domani scade il termine utile per pagare la prima rata della pelliccia di tele-visone." M. Cannuli "Se ancora non l’avete fatto affrettatevi a mettervi in regola, usufruirete così della riduzione della sopratassa coniugale prevista dalle mogli e parteciperete alla estrazione settimanale di un dolce bacio d’amore."Baudo "Ah perché… perché adesso i baci d’amore si sorteggiano?Allora sapete che cosa faccio?Io mangio il manzo, io compro la pelliccia e non gioco più a carte!" R. Vaudetti "In tal caso il dolce bacio d’amore viene vinto dal sig Pippo Baudo, Teatro delle Vittorie – Roma." M.G.Elmi "Se ne consiglia la visione ai soli telespettatori adulti."

Ho detto sì… vengo dopo il Tg e venne l’ora del telegiornalista dagli albori ai giorni nostri

 

10 settembre 1952 alle ore 21.00 debutta il primo Tg sperimentale, a dirigerlo Vittorio Veltroni papà dell’attuale sindaco di Roma, Vittorio. Il telegiornale viene trasmesso sul Programma Nazionale, anticipato dalle note del Giramondo composte dal maestro Egidio Storaci. Furio Caccia e Fausto Rosati a redarre il notiziario number one della nostra Tv. All’attenzione della prima edizione La campagna elettorale negli Stati Uniti, la corrida portoghese, il rito funebre del conte Sforza, la storica regata di Venezia e il Gran Premio di Monza. Nei primi anni, il giornale televisivo risentì dell’influenza dei criteri espositivi dei quotidiani, in particolare del linguaggio della informazione radiofonica. L’informazione politica e della vita pubblica in particolare, un tempo erano di appartenenza dei cinegiornali che davano una immagine rassicurante del Mondo, di realismo soft, esercitando nel contempo verso i telespettatori un ruolo moralizzatore e pedagogizzante. E vennero gli anni delle veline (vestite…), della censura, e del controllo governativo-democristiano del Tg, mentre nel globo si consumavano delitti e segreti…l’Assassinio Kennedy a Dallas 22 novembre 1963 e cinque anni più tardi nel 1969, l’uomo toccava la luna con un piede. L’impegno produttivo della Rai in quegli anni amplia il raggio di azione e nascono così nuove redazioni: 6 settembre del ’65 si apre a Londra e "Qui London City vi parla Sandro Paternostro". 24 marzo 1969 a Parigi, 6 settembre a Beirut, il 28 gennaio 1970 a Bonn. Altro momento importante per l’azienda pubblica radiotelevisiva è rappresentata dall’avvio del primo collegamento in Mondovisione. 1961 nasceva il Tg2 con un ruolo di sudditanza, ciò fino al 1975 anno della attesa Riforma della Rai in data 14 aprile 1975 che aprì il varo ad un modello d’informazione basato sul modello concorrenziale. Da quel momento si poté parlare di lottizzazione del potere politico suddiviso al Tg1 dalla DC e al Tg2 dal PSI. 1979 nasce il terzo canale Rai e a ruota segue il TG3 con il PCI. Seguendo un criterio di pluralità democratica, l’informazione dall’inizio del decennio 70 si allarga grazie all’emittenza privata. La febbre d’indipendenza della informazione scoppiò a tal punto che nel 1978 la Rai dovette acquistare il filmato del ritrovamento del corpo di Aldo Moro dalla storica prima emittente romana GBR che si assicurò un inizio di gloria nell’etere locale.

Ben comune Mezzobusto, inviati speciali, telecronisti per nostro signore Tg, talkmen prestati all’informazione del servizio pubblico

Enzo BiagiMezzobustismo un fenomeno dilagante in continua via di espansione. Alle radici di un ruolo quello del mezzobusto televisivo meglio definito come giornalista televisivo… quello che appare dalla cintola in su … suppergiù. Si deve l’invenzione del termine a Sergio Saviane memorabile critico televisivo dell’Espresso e scrittore, morto nel 2001, il quale tratteggiò la fenomenologia di tale figura professionale che nasceva sull’onda di una preoccupazione dei giornalisti Rai, quella dell’ossequio alla classe politica a svantaggio del ben più importante criterio di professionalità per cui la notizia in quanto tale doveva fondarsi. La parola "Mezzobusto" si sente per la prima volta nel 1971. 150 sono i "finti giornalisti" alla carica, "specialisti della manipolazione sistematica della verità suddivisi in moderatori e cronisti". A dire ciò è "nientepopodimenoche" il buon Aldo Grasso the best per l’attuale critica televisiva & docente universitario, e lo scrive nell’ultima edizione (uscita a gennaio 2004) dell’Enciclopedia della Televisione. Volti, voci, per la cronaca indimenticabili fanno il loro ingresso a tutto spiano. Tra i telecronisti ricordiamo Tito Stagno (la classe, a lui dobbiamo quella memorabile cronaca del primo uomo sulla luna nel ‘69), Mario Pastore (imitatissimo dal re degli imitatori Alighiero Noschese – dalla scheda che l’ufficio Rai a lui dedicò si legge "Pastore è gioviale e allegro e Zavoliottimista; gli piacciono le partite di calcio, le escursioni in alta montagna, e non vede l’ora di finire il lavoro per andare nel suo paesino della Valsesia a cantare La montanara") , Elio Sparano (Nord chiama Sud, Sud chiama Nord, vincitore nell’edizione 2003, per la sezione dei classici della storia televisiva del Premio Ischia Internazionale di Giornalismo, ideato dall’ex direttore della Rai "De Mitiana" al secolo Biagio Agnes ( "Oh Agnes di Dio che togli le private dal mondo dona a noi la Rai" Telegatto 1987 – Trio Marchesini, Lopez, Solenghi). La lista prosegue con Paolo Frajese (la raffinatezza fatta persona che ci ha lasciato a giugno del 2000 a poche ore dal suo servizio di congedo, il crollo di un palazzo, realizzato dalla sede di Parigi dove faceva il corrispondente. Il popolare giornalista ha accompagnato assieme a tanti altri centinaia di serate della nostra vita), Luigi Vannucchi (la sobrietà), Nuccio Fava (le sue "domande su Gesù" al Venerdì Santo, rendevano più vivo il ricordo della Settimana pasquale), Demetrio Volcic (dalla Russia con amore), Vittorio Citterich (la gioviale simpatia), Vittorio Orefice ( l’uomo col papillon…Qui Montecitorio), Fulvio Damiani ( ari Qui Montecitorio), Alberto Michelini (fascino da vendere, prestato alla politica e all’Opus Day), Piero Badaloni (la classe nella discrezionalità, a lui inizialmente, il triste compito di sostituire Frajese da Parigi), Liliano Frattini (si è dato alla pranoterapia e la Rai ce lo ha mandato!) Sergio Telmon ( Qui New York, altra vittima di Noschese), Paolo Cavallina ("Oh cavallina, cavallina storna che portavi il sole a Mezzogiorno"), Luigi Locatelli (da giornalista per le testate a direttore di rete), Gianni Locatelli (trasparenza economica e valorizzazione della professionalità ha saputo garantire in qualità di direttore generale dal 1993 a ’94), Alberto La Volpe (il giornalista-direttore prestato alla politica), Giulio Colavolpe (distinta presenza nel mondo della informazione), Lello Bersani (simpaticissimo mondano), Carlo Mazzarella ( l’uomo della particolarità), Jader Jacobelli e Ugo Zatterin (i Signori delle tante Tribune elettorali & politiche di Mamma Rai), Antonio Ghirelli (un anno al Tg2 che ha lasciato un segno positivo, un direttore caloroso come la sua terra … Napoli), Aldo Falivena (giornalista poliedrico e provocatore, da guida dei servizi Servizi speciali dei telegiornali a ideatore e coordinatore delle reti e servizi giornalistici inerenti lo sbarco sulla luna fino ai faccia a faccia con ospiti di particolare riguardo), Emilio Rossi (l’esempio da seguire! Il crocifisso è il miglior alleato dell’informazione e dell’uomo. Provare per "credere"!) Claudio Angelini (un giornalista al seguito dei capi di Stato italiani in avvicendamento). Emilio Fede (prima di dirigersi il piacevole Tg4, non possiamoPaolo Frajese dimenticare che è stato direttore al Tg Uno, per 8 anni inviato in Africa, collaboratore al prestigioso TV7 ecc. in pratica un figlio di mamma Rai a tutti gli effetti, da inviato a "invidiato speciale" causa potenti parentele e amicizie personali… e allora? Ci vorrebbe forse per gli altri invidiosi poco speciali un bel "Test – gioco per conoscersi" anche senza l’ausilio del professor Spaltro, di cui si sono perse le tracce!). Le prime due donne mezzobusto? Biancamaria Piccinino (la sua cronaca sulla moda e il costume ci manca) e Angela Buttiglione (rassicurante, credibile, inimitabile, con quelle sue "o" ed "e" un po’ aperte tali da renderla imperfettamente perfetta per la conduzione del Tg). Entrambi le due Ladies della informazione di Stato erano presenti alla 25 esima edizione del Premio Ischia Internazionale di giornalismo, (la Piccinino, in qualità di primo mezzobusto televisivo della Rai è stata premiata sabato 3 luglio scorso nella splendida cornice del Castello Aragonese ad Ischia Ponte. Giuseppe MontanelliMarrazzo ( cronista d’assalto, sempre e comunque contro le cosche, ha portato le telecamere nei vicoli sconosciuti del meridione, uomo coraggio rimpianto da molti). Tra i mezzobusti un po’ inviati e un po’ talkmen ci piace ricordare il simpaticissimo lunare nella vita così come appare in video Gianni Bisiach (Radio anch’io) e il sincero Andrea Barbato (la cartolina su Raitre), Corrado Augias (Telefono giallo che gentlemen!) Sergio Zavoli (il maestro!!!) Enzo Biagi ( "il fatto" è che non si batte anche se "Batti e ribatti" P.G. Battista ha incalzato a piè veloce nell’Auditel serale della passata stagione Tv, per dire "sì vengo dopo il Tg"). La chiusa non può dirsi tale senza però citare Indro Montanelli… coerente, estremo,unico nel suo genere. Della nuova (si fa per dire nuova) stagione di giornalisti storici della Rai di cui ci sarebbe da parlare a lungo, per adesso ci limitiamo con rammarico a nominarne solo uno … Enrico Mentana (anch’egli come Fede, figlio di Mamma Rai dove mette il primo piede nel 1980. Il ragazzo ha stoffa da vendere. Una carriera brillantissima fino al grande salto per la concorrenza, l’allora Fininvest oggi Mediaset/ passa così alla direzione del primo telegiornale di Canale5 il Tg5, dopo soli 11 anni di onorato servizio al Tg1. Complimenti Enrico o meglio… Direttor-giovane!

Una sestina azzurro sport & un originale outsider

 

Una cinquina azzurro sport quella formata da Alfredo Pigna ( l’uomo della Domenica Sportiva detto Don Medaglietta), Maurizio Barendson & Paolo Valenti (90° minuto c’è da aggiungere altro?), il nazionalista Nando Martellini (Campione del mondo 82, scomparso di recente), Bruno Pizzul (l’ultimo baluardo del cronismo sportivo vecchia guardia), Giampiero Galeazzi (l’abbondanza fatta uomo di un ex atleta) e se permettete aggiungeremmo Sandro Ciotti & Enrico Ameri due eccellenti ibridi della radio prestata alla televisione. Outsider del giornalismo sportivo Aldo Biscardi. Simpaticissimo, più colto di quanto non appaia, ha saputo giocare al meglio con quel suo idioma molisano facendolo diventare un punto di forza. A lui dobbiamo la trasformazione del contenitore d’informazione sportiva che da sobrio (vedi La domenica sportiva ad es.) divenne un contenitore acceso di finte controversie tra ospiti acchiappa auditel ciò grazie al Processo del lunedì classe 1981 in onda per parecchi anni su Rai Tre (sua Patria natia), poi trasferitosi nel 1993 in quel dell’emittenza privata più varia, fino approdare su TMC e finalmente fermarsi su La 7 con il titolo "Il processo di Biscardi" Il titolo del fortunato programma venne coniato su suggerimento di Gianni Rodari. il quale, leggendo una prefazione sulla storia del giornalismo sportivo a firma dello stesso Biscardi, notò il taglio giornalistico tipicamente processuale del testo difatti ebbe a dire in tal senso " … parla di calcio come a un processo".

 

L’importanza di una cornice musicale per il piccolo schermo cinquant’anni di sigle

Sigla di testa, sigla di coda, stacchi musicali, siglette, commenti sonori, tutto quanto fa musica per la Tv. Tecnicamente trattasi di una breve sequenza formata da immagini ed elaborazioni grafiche, quasi sempre commentate da un brano musicale che diviene così il segno sonoro distintivo di una determinata trasmissione televisiva o radiofonica. Di cosa stiamo parlando? Ma della sigla televisiva che attraverso il serpentone reca in se anche un grazie verso tutti coloro che hanno contribuito alla realizzazione del programma "tal de tale", nonché della sigla stessa. Il significato sociologico che si nasconde dietro una sigla è enorme, riconduce istantaneamente la memoria a fatti personali, familiari o professionali della nostra vita che si concatenano a quella musichetta trasmessa in un determinato periodo e che fa da collante alle generazioni che la ricordano. La sigla ha il potere inconscio di alleggerirci all’anagrafe della fantasia e dal punto di vista discografico è ieri (… forse più ieri ) come oggi il paspartout per incassi facili, creando una tendenza che si rifletterà nelle abitudini di vita, fino ad entrare nella storia del costume. Volete un esempio? IERI 1) Sigla Tv Tuca tuca classe 1970/71 uguale a successo. Conseguenze: - nella moda un abbigliamento che lasciava scoperto l’ombelico. - Nel mondo dei coiffeur il lancio dell’inconfondibile caschetto biondo miele alla Vergottini ( la Carrà di natura è castana e ondosa). – Un nuovo ballo il Tuca tuca appunto a tutt’oggi in voga per gioco, allora per moda) e naturalmente incassi discografici ed entrata in Hit paraide assicurata per lungo tempo. Tutto questo genera l’influsso di una sigla musicale. OGGI 2) An vedi come balla Nando…classe 2004 non è proprio la sigla di Libero Rai Due con Teo Mammuccari ma a suo modo lo è divenuta, creando anch’essa mode ballerine, tendenze linguistiche romanesche da borgata vecchio stile tipo "Ah bellooo!" E che ve lo dico a fa?

 

Evoluzione di una sigla

egli anni ‘50 la sigla si presentava ai suoi telespettatori spoglia di qualsiasi orpello, solo un testo scritto su fondo neutro o in alternativa con scorrimento a rullo realizzato artigianalmente posto su un cavalletto attrezzato mentre un tecnico invisibile dal teleschermo girava lentamente la manovella e giù i titoli ad uno ad uno. Man mano che si andavano a moltiplicare i generi televisivi anche la sigla si raffinava e differenziava. Per quanto riguarda le sigle di programmi di informazione come Tribuna politica la scelta doveva ricadere su rigore, sobrietà nella brevità. In sovrimpressione solo una immagine fissa o un montaggio fotografico. Spettacolarità, ricche coreografie, si prevedeva invece per le sigle di trasmissioni d’intrattenimento. All’interno di questi "cammei"canzoni e balletti, mondanità e allegria, senso di aggregazione, dove tutti presenti e assenti (il pubblico da casa) erano i benvenuti, protagonisti dello spettacolo che sarebbe seguito. Come non ricordare allora Il musichiere (1959) con il mai dimenticato Mario Riva e la sua sigla "Domenica è sempre domenica… si sveglian le città con le campane!" oppure Giardino d’inverno con le gemellone Kessler "cosce lunghe" accompagnate da Henry Salvador e le sue mille facce (1961). Sempre nello stesso anno L’amico del giaguaro con un trio doc, quello formato da Marisa Del Frate, Gino Bramieri e Raffaele Pisu sprovvisto del suo Provolino ma ricco di balletti esotici per la sigla. 1961 dorato per la nostra televisione esplode il fenomeno Studio Uno one show e... e …e… Dadaumpa "Hello boys… siam venute dall’Hillinois e felici di esser qui, vi diciam beaucoup merci canticchiando Dadaumpa!" nell'Italia di allora spopolavano eccelsi padroni di casa-Tv quali Mina, Lelio Luttazzi, ancora le Kessler, Luciano Salce, Ornella Vanoni, Sandrocchia Milo, Rita la zanzara (Pavone) con orchestra diretta dal Maestro Canfora e le coreografie di Don Lurio… a trovarlo oggigiorno un cast così! L’evoluzione della sigla si arricchisce in seguito anche della narrativa, come nel caso di due varietà Il tappabuchi (1967) e Noi No (1977) in cui troviamo all’interno la rappresentazione di due piccole storie… nel caso ad es. di "Noi no!" ricordate la sigla di chiusura di Tarzan-Raimondo Vianello che ad ogni fine puntata cambiava trama… come dire una storia nel varietà, modo questo di interpretare la sigla per la coppia Vianello-Mondaini che si rispecchierà anche negli anni a venire con il Zorro della sigla finale dello spettacolo Stasera niente di nuovo (1981?) L’ultimo in casa Rai prima di passare all’allora Fininvest oggi Mediaset. E allora "Ma quant’è forte Tarzan… ma quant’è grande Tartan…" & "Si chiama Zorro è grande grosso tutto nercon una mano ferma un tren…".

 

I grandi maestri d’orchestra della Rai

Sono state le vere colonne portanti della nostra Televisione. Stiamo parlando dei grandi maestri d’orchestra della Radio Televisione Italiana. Hanno scaldato con le loro musiche molti sabati sera di quel "popolo di cantanti, poeti, musicisti e telespettatori curiosi che sono gli italiani", telespettatori incantati dinnanzi a certe straordinari talenti, veri animali da palcoscenico Padrone e Padroni di casa rispondenti ai nomi di Mina, Gemelle Kessler, del trio Panelli Manfredi con l’indimenticabile Delia Scala (la prima vedette della Tv scomparsa nel gennaio scorso), Marisa del Frate, Gino Bramieri e Raffaele Pisu, Corrado, Marcello Marchesi, Raffaella Carrà, Vianello-Mondani, Franco & Ciccio, Ric & Gian, Mario & Pippo Santonastaso, Panelli- Valori, Lola Falana, Minnie Minoprio, Loretta e Daniela Goggi, Enzo Tortora, Mike Buongiorno, Lola Falana, Johnny Dorelli, Silvie Vartan, Alighiero Noschese, Silvio Noto, Cino Tortorella, Heather Parisi, la compianta Stefania Rotolo e naturalmente Patron Pippo (Per Maurizio Costanzo il Re del Talk c’è un esteso discorso da fare a parte). Dunque Primedonne, Showmen, Presentatori i quali facevano il loro ingresso nei palcoscenici televisivi sempre accompagnati da un tappeto musicale all’altezza dei loro calibri. Colpevoli di avere regalato a tutti atmosfere musicali da sogno: Cinico Angelini, Pippo Barzizza, Gorni Kramer, Bruno Canfora, Enrico Simonetti, Pino Calvi, Franco Pisano, Pippo Caruso, Renato Serio, Aldo Buonocore, Paolo Ormi, Franco Bracardi, Gianfranco Lombardi e scusate se è troppo!

"Ballo Ballo Ballo da capogiro…!" la coreografia regina d’immagine.

 

Il balletto, dove lo metto, dove lo metto sì si sa, mi compiaccio che qui c’è posto… qui c’è posto per danzar! La coreografia pari ex equo con la sigla televisiva ha costituito da sempre la carta d’identità di un qualsiasi programma televisivo specie di varietà. Nomi altisonanti dello spettacolo quali Don Lurio, Tony De Vita, Gino Landi, Franco Miseria, Sergio Japino,Renato Greco, fungevano ognuno al ruolo di ideatore e curatore dei balletti. Alcuni provenivano in prima persona dal mondo del balletto come Don Lurio, F. Miseria, S. Japino; altri dalla musica (T. De Vita), altri ancora passeranno alla regia (G. Landi). "E allora uno… due… uno…due, su…giù, destra…sinistra, alto…basso…fine del ballo!" Come non ricordare i tanti passi de dieux" messi a segno dall’americanino volante Don Lurio con tutte le primedonne della Tv. "Roba privata" è stato invece il rapporto coreografo e ballerina, quello sbocciato tra Franco Miseria e Heather Parisi. Lui l’amò e la sostenne artisticamente, lei, forte di questo amore e del suo indiscutibile talento ci regalò grandi performance di danza (la famosa spaccata di gambe nella sigla Disco Bambina - Fantastico 1979 è rimasta pressocchè inimitata). Poco prima 1977 quasi in contemporanea con la spumeggiante Heather, Miseria duettava con l’indimenticabile Stefania Rotolo in Go! sigla del programma rivelazione 1977/78 Piccolo Slam che intendeva lanciare la moda della discoteca in Tv. Il preserale dimostrò a certi benpensanti che la pista da ballo non era solo quel luogo di perdizione tanto vituperato bensì volendo anche un semplice luogo di aggregazione giovanile per ballare. Se il messaggio è giunto a destinazione "piccolo schermo" forse è anche merito di una coreografia degna di quel programma antesignano di molti altri che verranno eppur a suo modo un programma rimasto ineguagliato.

 

Scene dalla Televisione

Cesarini da Senigallia prediligeva il gusto classico. Tommaso Passalacqua l’essenzialità. Gaetano Castelli le soluzioni avveniristiche adottate. Graziella Evangelista il senso plastico delle forme. Progetti, fondali, quinte, oggetti di scena, ambientazioni, piccoli plastici, gigantografie, materiali scenici come polistirolo, vetroresina ovvero tutto quanto fa l’allestimento scenico di un programma. Compito dello scenografo è allora realizzare ciò… realizzare in due parole la scenografia. Anche grazie a determinate scenografie che si è potuto decretare il successo di un determinato prodotto Tv. Ci ritorna in mente ad esempio lo stile broadway che ha contraddistinto lo show per eccellenza Studio Uno oppure l’ambientazione salottiera tipicamente domenicale in offerta dal primo contenitore della storia del dì di festa televisivo Domenica in (il 3 ottobre 1976 alle ore 14.00 sull’allora Rete 1 oggi RaiUno debuttava in tv) e potremmo continuare così fino all’infinito. In rappresentanza di tutta la categoria di scenografi, vogliamo ricordare Tullio Zitkowsky. A lui dobbiamo dal punto di vista tele-scenografico due rilevanti innovazioni: l’utilizzo del colore e l’impiego dell’intero studio in funzione scenografica, senza dimenticare il fondamentale contributo apportato per la cura degli allestimenti dei telegiornali. Nato A Zara nel 1936, si è formato all’Accademia di belle arti di Roma. Le scenografie più importanti in ambito teatrale le ha curate Zit ma è la televisione che lo consacrerà scenografo di grido. 1959 è l’anno buono per entrare in Rai dove progetta e allestisce le scene di numerose produzioni. Si concede sia spettacoli di prosa che d’intrattenimento tra i quali citiamo Alta pressione (1962), Sabato sera (1967/69, La fantarca (1968), Doppia coppia (1969), Bentornata Caterina (1969) Gran Premio e Canzonissima (edizioni 1970/72) Dove sta Zazà (1973), Il pianeta dei dinosauri (1993), Viaggio nel cosmo (1998).

 

Quando l’abito fa il programma… Storia dei costumi in Tv

Elemento caratterizzante di una buona scenografia televisiva senza dubbio lo fa il costume. Tessuti, colori, linee trasformate in quelle particolari mise indossate dai tanti presentatori, vedette o giornalisti della nostra televisione. Tessuti, linee e forme che hanno segnato indiscutibilmente il successo, la riconoscibilità di un programma. E’ sempre vivo il ricordo del look Carra’ 70 in Canzonissima, bianco con rombi sulla particolare maglietta corta quanto basta per creare nell’Italia pudica di allora lo scandalo alla visione di cotanto ombelico del mondo… un perfetto tortellino romagnolo (Raffaella Carrà è di Bellaria) quello di Raffa sì che fece scalpore ma regalò al Bel Paese una Diva di primo piano senza malizia e senza bollino di scadenza. L’idea dell’ombelico scoperto era di Rufini che oltre allo scandalo creò l’effetto book per moltissimi costumisti in erba. Curiosità: si è calcolato che tre generazioni di costumi e di scenografie in totale hanno prodotto il risultato di 447 bozzetti, 140 disegni esecutivi, 22 modellini, 30 articoli e locandine delle varie epoche televisive, 31 costumi, 23 pupazzi, 12 statue, 16 immagini virtuali, 68 scenografi. Tutto questo adesso è possibile visitare grazie ad una straordinaria mostra gratuita che si è tenuta dal 21 giugno al 4 luglio. Ideatore del mega allestimento che faceva parte del pacchetto delle celebrazioni sui cinquant’anni della Rai, è stato l’architetto A. J. Di Santantonio. Direttore della Divisione Produzione l’inossidabile Avv. Lorenzo Vecchione. 1.212 foto e quant’altro hanno reso bene l’idea di un evento che ha voluto dimostrare un livello tale di competitività da reggere il confronto con i settori scenografici esteri. Su 30 apparati di visione appositamente predisposti è stato possibile ammirare la documentazione fotografica di tutti i protagonisti delle scenografie. Partendo dagli albori della televisione per arrivare ai giorni nostri con trasmissioni come il neonato Timbuctù in plastico. Tra i tanti costumisti che hanno costellato la luminosa via Lattea di mamma Rai ci piace ricordare infine un nome…Corrado Colabucci. Come per Zitkowsky nelle scenografie, Colabucci ha lasciato un segno nei costumi. Debuttò vestendo la divina Wandissima ( al secolo Wanda Osiris) & le mitiche Bluebell Girls intorno agli anni 50. A lui dobbiamo i costumi indossati in Teatro 10 (1972), nelle numerose Canzonissime (1968/ ‘71/ ’72), Dove stà Zazà (19739, Milleluci & Tante Scuse (1974), Mazzabubù (1975) Noi no… (1977) Due come noi, Giochiamo al varietè (1979), Gran Canal (1981), Al Paradise (1982-83), Zig zag, Un milione al secondo (1983), Domenica in… (1986), Fantastico(1987/ ’89 e ’91), Scommettiamo che? (dal 1991), Svalutation (1994), Gran casinò, Mille lire al mese (1995), Per tutta la vita (1996), Carramba! Che sorpresa (1999-2000). Colabucci ha avuto quel che si dice una carriera invidiabile che non ha conosciuto limiti geografici basta osservare dove con quanta naturalezza l’indimenticabile costumista abbia lavorato spaziando da Rai a Mediaset senza problemi. Se n’è andato a fine 2002 assieme al geniale Giorgio Gaber (1gennaio 2003) ci mancherà o meglio ci mancheranno!

Magia di una regia

Allestire e realizzare un programma, giocare in simultanea tra l’esecuzione

degli interpreti e la realizzazione tecnica… questo non è un problema per il regista! Affascinante mondo quello della cabina di regia dove la pulsantiera ti porta via energia ma in compenso regala emozioni e soddisfazioni in chi la manovra e in chi guarda il risultato finale. Cosa c’è dietro il piccolo schermo? Come si opera affinché noi possiamo vedere quel che più ci aggrada? Il regista, Deus ex machina di tutte le operazioni in cabina di regia nasce con questo preciso intento. Tocca a lui decidere… dalla scelta delle inquadrature (con prevalenza dei primi piani sui campi lunghi), i movimenti di macchina, la costruzione delle sequenze, la registrazione della colonna sonora. La simultaneità delle varie operazioni viene garantita in parallelo con la ripresa indiretta o registrata delle scene che partoriranno il prodotto finale. In Italia i registi sono rimasti subito soggiogati dall’apparecchio televisivo fin dalla sua fase sperimentale (1952-54). Molti di loro provenivano dalla regia radiofonica come il caso del maestro dell’allora teleromanzo Anton Giulio Majano, ma anche di Guglielmo Morandi. Verso la fine del decennio 50 una ondata di registi teatrali approdarono al video quali Daniele D’Anza (altro grandissimo padre del teleromanzo poi sceneggiato tv oggi fiction) Sandro Bolchi…famoso per l’acume utilizzato nella scelta dei testi letterali da ritradurre a beneficio del piccolo schermo… basti ricordare uno su mille "I promessi Sposi" di Alessandro Manzoni del 1967 che si avvaleva della prefazione di Riccardo Bacchelli il primo "accademico" italiano a occuparsi attivamente di televisione. Ancora vanno menzionati Mario Ferrero, Edmo Fenoglio, Giacomo Vaccari, Silverio Blasi. Il v a r i e t à , però, ha visto il proliferare di una classe di registi, i cui nomi, in men che non si dica sono divenuti popolari quasi come i nomi dei presentatori e delle showgirls che li caratterizzavano…ricordiamo Antonello Falqui, Romolo Siena, Eros Macchi, Piero Turchetti, Enzo Trapani, Gianni Boncompagni, Adolfo Lippi, Giancarlo Nicotra, Pino Leoni, Beppe Recchia, Gino Landi, Luigi Bonori, Mario Bianchi, pierfrancesco Pingitore e… Per la regia d’intrattenimento (vedi Domenica in…) citiamo Lino Procacci. Per la tv dei ragazzi citiamo Salvatore Baldazzi, Marco Bazzi. Per la tv dei giovani Leone Mancini e ancora ancora… (non ce ne vogliano male gli altri).

Che tempo fa? Piove di sera Bernacca si spera

"Rosso di sera buon tempo si spera"… "Cielo a pecorelle, Pioggia a catinelle"

Le previsioni del tempo e la teleutenza un rapporto di fiducia e scetticismo nel contempo. In principio era l’inconfondibile Colonnello Bernacca a fare scuola… ogni sua previsione sul tempo era vangelo salvo poi per ridimensionarsi il tutto all’indomani quando dal preannunciato bagno di sole, fuoriusciva un bel acquazzone. Eppure ha fatto epoca questo siparietto che sul calar della sera prima del tg del primo canale si affacciava al gradito pubblico di teleutenti paganti. Ma perché la previsione non era quasi mai indovinata? Tralasciando qualsiasi filosofia spicciola in materia ci limiteremo solo a sottolineare di come l’oracolo del "Che tempo fa" viene scelto tra gli ufficiali dell’Aeronautica gente cresciuta nella genuflessione al bollettino di guerra, il che rende visibile l’errore di partenza del militare, per antonomasia a favore sempre del vittorioso sole e contro la pioggia sinonimo di sconfitta, come dire meglio dare l’illusione di un bel tempo che non il contrario. Da Edmondo Bernacca in poi, tanta pioggia (è il caso di dire) è scesa però, le cose sono notevolmente cambiate sia dal punto di vista degli strumenti di previsione che dell’espansione di nuovi colonnelli i quali proseguono ognuno il cammino metereologico sulle orme del decano tra i colonnelli ma anche sulle orme di altri due pilastri del settore quali Nicola Baroni e Guido Caroselli (quest’ultimo tutt’ora il titolare del sacrale spazio di Rai Uno). La cosa divertente dei tanti video-militari è che ognuno dà una sua visione dei presunti fatti climatici ma tutti alla fine sono accompagnati da quel senso di paura quando la previsione non è indovinata. "Buonasera! L’anticiclone delle azzorre… bla… bla… bassa pressione… bla… bla… moto ondoso… bla… bla…le nevicate sui rilievi…bla…bla…le nevicate sui rilievi e… chi più ne sa ne dica!"

Interruzione = Intervallo e via con le pecorelle

"Scusate l’interruzione" "La trasmissione verrà ripresa il più presto possibile" e dopo? L’intervallo naturalmente! Un rituale questo che ha segnato anch’esso il cinquantennio della nostra televisione. A volte era un cavo difettoso. A volte era un minuscolo errore. Spesso era involontaria, in rare eccezioni risulta essere volontaria… che cosa? L’interruzione ovvero (come si legge nella Enciclopedia della Tv di Aldo Grasso), "la sospensione temporanea dell’emissione del segnale durante una trasmissione televisiva …" Inconveniente questo molto in uso nella tv in bianco e nero quella dell’era poco tecnologica e molto dialogica di cui se ne sente sovente la mancanza. Dall’interruzione però al vero proprio intervallo faunistico il passo è stato breve. Ha fatto epoca la famosa scena del gregge "salva incidente" in sala regia. Tecnicamente si trattava di un nastro ad anello in cui apparivano pecore al pascolo accompagnate da un suggestivo sonoro a ritmo di arpa. Mai tanti mammiferi ungulati, simboli nel contempo della mansuetudine, viltà, codardia, soggezione, supino servilismo riscossero sì grande popolarità come nei primi decenni della nostra televisione. Chiuso il ciclo "a tutta fauna" arrivò quello del "sì viaggiare… in fotografia". Una sequenza di diapositive lunghe quanto il nostro bellissimo stivale proponeva alla video-attenzione dei telespettatori amene località turistiche. Anche oggi nonostante la migliore velocizzazione e perfezione tecnologica, se capita un inconveniente tecnico, lo spot di rete giunge spedito in video oppure in caso degli intervalli di collegamento tra la terza rete Rai Rai e il Tg regionale, viene adottato, come tampone, il classico spezzone di repertorio… un esempio è Schegge o ancora una icona di una delle tre reti Rai o infine il segnale orario.

CAROSELLO e poi bambini tutti a letto!

Con un sipario che si apre e dietro di esso le vedute di alcune celebri piazze italiane disegnate da Artioli, il 3 febbraio 1957 inizia l’avventura di Carosello.

La rubrica di pubblicità per antonomasia nasce alle 20.50 con un mese e due giorni di ritardo sulla data stabilita per la messa in onda. Un fantasioso recinto bagnato di oro, tra trombe, mandolini per vent’anni fu il programma campione d’ascolti e di affetto per grandi e piccini. Carosello divenne in breve il programma più seguito dalla televisione italiana, unica trasmissione interamente ideata, scritta e diretta da privati e che fu per molti giovani alle prime armi una grande nave scuola per imparare il mestiere. Nel 1961 l’ascolto di Carosello, nonostante la nascita di altri programmi d’intrattenimento era di 7 milioni e 800 mila spettatori. Nel 1963 la vecchia sigla venne cambiata con disegni eseguiti a tempera da Manfredo Manfredi raffiguranti 4 celebri piazze di città italiane, Venezia, Siena, Napoli e Roma l’ascolto aumentò di 8 milioni e 200 mila. Il 1969 fu un anno difficile per Carosello che a causa della strage di Piazza Fontana chiuse eccezionalmente i battenti per tre giorni. 1971 il Museo d’arte moderna di New York aprì le porte a Carosello grazie alla Sipra. Il 5 settembre una sua selezione pubblicitaria arricchita da "grandi firme" riscosse proseliti nella grande mela e per la prima volta si scoprono i nomi della celluloide a servizio di Carosello: da Peppino Patroni Griffi a Paolo e Vittorio Taviani fino a Mauro Bolognini. 1974 Fu l’anno delle accorciature, il tempo di Carosello si ridusse ad un minuto e quaranta secondi a scenetta e il costo si aggirò intorno ai 3/5 milioni. 1 gennaio 1976 "Anno nuovo… vita nuova" ma senza più Carosello. A dare l’ultimo saluto una commossa Raffaella Carrà che brindando con lo Stock 84 disse grazie a coloro che avevano lavorato con lei. Gli ascolti dell’ultimo Carosello registrarono 19 milioni di telespettatori (di cui 9 milioni erano bambini). Complessivamente si è calcolato che sono state trasmesse 42 mila scenette. Il giro d’affari era di circa 95 miliardi all’anno. Il lavoro effettuato a Carosello si poteva equiparare ad un 57% della produzione cinematografica italiana ammontante a circa 80 film. 20 anni di storia e tanti nomi della commedia italiana sono passati nella passerella più popolare di quel ventennio. Ricordiamo Totò, Aldo Fabrizi, Vittorio Gassman, Ugo Tognazzi, Nino Manfredi. Come dimenticare, poi l’importanza e l’influenza ricoperte dalle figure dei pupazzi animati. Il primo a calcare le scene di Carosello fu Topo Gigio nel 1961 con i biscotti Pavesini. 1965 arrivarono Carmencita e il Caballero due pupazzi abbinati al caffè Lavazza, una creazione di Testa. Il pulcino Calimero fu l’altro super protagonista di Carosello, creato dai fratelli Pagot che immortaleranno quel pulcino "piccolo e nero" dentro una scatola di un detersivo sbiancante Mira Lanza. Pippo, Jo Condor, il Gigante buono quello del "Pensaci tu" sono gli altri tre personaggi che hanno fatto la storia di Carosello. Vale la pena di sottolineare che da Carosello si è creata una scuola unica al mondo per la regia, senza contare poi i messaggi fuoriusciti, utilizzando i linguaggi del balletto, dei disegni animati, del mimo, dello sceneggiato, del gioco plastico, della conferenza stampa, del coretto di montagna dove "il gusto ci guadagna"della musica lirica, e poi udite udite… a Carosello non c’era nemmeno una donna "comme mamme l’ha fatta" e chi vuole intendere intenda! Resta alla memoria collettiva la celebre frase pronunciata dai genitori ai figlioli poco prima del Carosello: "E dopo bambini tutti a letto". Ma quanti pargoli realmente sono andati tra le braccia di Morfeo dopo tale dolce monito genitoriale?

Ma cosa mi dici mai? 11 febbraio 1959 nasce Topo Gigio

Topo GigioLa sua mamma? Maria Perego ( "la conosco molto bene… sta nell’anima mia!" parole del soffice roditore così caro alla nostra memoria verso la sua ideatrice). Il suo papà? Federico Caldura (marito della Perego). La sua voce? Quella di Peppino Mazzullo. Pupazzo dal multiforme ingegno è stato testimonial di pubblicità anche dopo lo storico periodo di Carosello, personaggio di tante edizioni dello Zecchino d’oro, giornalino a fumetti e cartone animato.Con lui hanno calcato le scene televisive tutte le primedonne e primi uomini dello spettacolo del momento. Dopo un’era di successi italiani, Topo Gigio espatria per altri continenti fino al ritorno negli anni novanta sui luoghi del delitto a lui cari. Per il tenero topino si sono consumate pagine di musica. Memo Remigi negli anni 70 cantava in coppia con Gigio così: " tu tu tu che tipo di topo sei?" e Gigio "Perché me lo domandi? Questi son fatti miei." Remigi "I tipi del tuo tipo sono i tipi che fanno per me…!" Tornando ai giorni nostri, anche il Maestro Pippo Caruso, in occasione della serata di celebrazione sui cinquant’anni della televisione, del 3 gennaio scorso, ha composto per Gigio una canzoncina, dal titolo La canzone di Topo Gigio: - Coro " …Topo Gigio, cosa mi dici mai ?Cosa mi dici… cosa mi dici… cosa mi dici mai!" – Gigio "Ah Ah…Tutto sale sale, tutto sale son giallite anche le nespole…nespole, tutto è scuro, tutto è scuro scuro si cammina con le fiaccole…fiaccole, tutto gira gira, tutto girano le biri…biricoccole… coccole, lascia andare, non sdrammatizzare ma strapazzami di coccole…"

Applausi di gente come noi

"Applausi…di gente intorno a me!." intonavano I Camaleonti nei ruggenti anni 60! Sì gli applausi… delizia per top men and wimen della nostra televisione, i quali senza quel battito di mani diretto alla loro attenzione non avrebbero in studio quell’atmosfera carica di energia passaporto per la celebrità, il successo della messa in onda e l’appagamento del proprio ego… ecco allora che il teatrino dei figuranti è servito. Tutti per uno e uno per tutti ci accorgiamo della loro importanza sia nella paleotelevisione che nella neotelevisione. Si parte dal ruolo di figurante semplice (quello che applaude); si passa poi a svolgere mansioni un po’ più specifiche (come dire qualche battuta o mostrare un qualcosa d’inerente al programma) figurante speciale, fino alla laurea in attrazioni (un gradino meno di quello che è il profilo di un conduttore o cantante o attore a secondo delle personali peculiarità di ogni aspirante artista). Tira molto oggigiorno il "rappresentante d’opinione", colui che talkeggia su tutto, sa tutto e via discorrendo. Dobbiamo dire quindi ufficialmente g r a z i e anche al pubblico a pagamento di figuranti per quello che hanno dato e danno alla nostra televisione ma più di tutti un Grazie va indirizzato al pubblico da casa che bene o male segue, suggerisce e sostiene il mondo mediatico… non è retorica ma senza la teleutenza la Rai non sarebbe davvero la stessa.

RAI

RAI-Radiotelevisione italiana

* Storia di un colosso

2500 milioni di euro di fatturato, derivante dal canone, dalla pubblicità e, in misura minore, dalla commercializzazione di prodotti. 10.000 dipendenti, quattro centri di produzione nelle città cardine quali Roma, Milano, Napoli e Torino per 20 sedi regionali collocate nei capoluoghi e una filiale con sede a New York. Queste le cifre riferite all’anno 2000 del bilancio Rai azienda registrata come società per azioni di interesse nazionale a totale partecipazione pubblica. Fino agli anni 90 un pilastro come l’IRI- Istituto per la ricostruzione industriale - per sua natura il principale ente di gestione delle aziende a partecipazione statale - sovvenzionava l’ente pubblico radiotelevisivo. Il 1992 inizia, però, con un consistente processo di privatizzazione, per cui la partecipazione detenuta in Rai dall’IRI viene messa in liquidazione al 99,5% del capitale sociale per passare a una nuova società la Rai Holding Spa, il cui controllo è a ad opera del ministero del Tesoro, del bilancio e della Programmazione economica, il rimanente del capitale azionario è di proprietà SIAE. Ripartizione del Servizio pubblico: * 3 reti nazionali televisive, 3 reti nazionali radiofoniche, filodiffusione. Inizialmente nell’anno 1924 giorno 27 agosto si chiamava URI (Unione radiofonica italiana) per diventare quattro anni più tardi nel 1928 EIAR (Ente italiano audizioni radiofoniche). Solo nel 1944 giorno 26 ottobre assunse il nome di RAI (Radio audizioni italiane). 10 aprile 1954 finalmente diventa RAI – Radiotelevisione Italiana Spa. All’inizio la sede sociale era ubicata a Torino nella storica Via Arsenale 21, ma con gli anni 70 (fino ai giorni nostri) la sede generale si collocò a Roma in Viale Mazzini, 14. La Rai è retta da un Consiglio di amministrazione che si compone di 5 membri nominati dai presidenti di Camera e Senato. Il Consiglio di amministrazione elegge il presidente e designa il direttore generale, responsabile della direzione aziendale. 1999 l’anno della ristrutturazione aziendale della Rai (legge Meccanico del 1996) e della firma per un accordo con Canal+ per la piattaforma digitale italiana. Riguardo la ristrutturazione dell’azienda, ne fanno capo commercialmente Sipra, Rai Trade. Tutto converge nei seguenti societari. Rai Way – l’anello industriale. Rai Corporation – l’anello della distribuzione dei programmi Rai nel continente americano. Rai Cinema – acquisto di diritti e produzione in campo cinematografico. Serra Creativa aperta e chiusa sul nascere per la progettazione di contenuti. Rai New Media (ne fanno parte Raiclik, Raisat e RaiNet).

In breve

Raiuno - Nata come Programma Nazionale e ribattezzata Rete 1, (in seguito alla legge di riforma del 1975), si chiamerà Raiuno solo a partire dal 1982. Rete ammiraglia in concorrenza con Canale 5. *Inizialmente abbinata alla DC (questione lottizzazione…) * Prima dell’era "ammiraglia" (fino agli anni 90) la rete si era consolidata come generalista. (l’aggettivo generalista venne coniato sull’onda del termine francese généraliste, che qualifica un canale televisivo o una emittente o volendo un palinsesto rivolto ad un pubblico differenziato). Il varietà costellato da ospiti di chiara fama nazionale e internazionale ne ha delineato i tratti ieri come oggi Cronostoria dei direttori di RaiUno: Mimmo Scarano (1976/’79), Emanuele Milano (1980/ ’85), Giuseppe Rossini (1986/’88), Carlo Fustagni (1989/ ’93), Nadio Delai (1994), Brando Giordani (1995/ ’96), Giovanni Tantillo (1996), Agostino Saccà 1998/’00 & 2001/ ’02) e Fabrizio del Noce ( dal 2002).

Raidue – Nata il 4 novembre del 1961 come Secondo Programma e ribattezzata Rete 2 (in seguito alla legge di riforma del 1975) fino a divenire Raidue dal decennio 80. * Abbinata inizialmente al PSI. Rete che si distingue per una spiccata coscienza linguistica nella pratica giornalistica e spettacolare…negli anni sempre più in linea con il carattere informativo di approfondimento e di servizio, con tanto di cronaca in diretta, inchieste giornalistiche ma anche di fiction con una predilezione a quei filoni legati alla solidarietà. Solo negli anni ‘90 la satira e l’intrattenimento hanno fatto capolino seriamente sul Due. Cronistoria dei direttori di Raidue: Massimo Fichera (1976/ ’79), Pio De Berti Gambini (1980/ ’85), Luigi Locatelli (1986/ ’89),Giampaolo Sodano (1989/ ’93), Giovanni Minoli (1994), Gabriele La Porta (1995/’96), Carlo Freccero (1996/ ’02) e Antonio Marano (dal 2002).

Raitre – Istituita sulla carta dalla legge di riforma del 1975 ma venne alla luce ufficialmente nel pomeriggio del 15 dicembre 1979 battezzata con il nome di Rete 3. * La sua identità era ed è rimasta indefinita e variegata, con forti accenti culturali e storici. La sua prima fase visse nel segno del regionalismo e del "calco" culturale della terza rete radiofonica voluta dal suo primo direttore Giuseppe Rossini. Solo nel 1987 con l’arrivo di Angelo Guglielmi alla direzione e di Sandro Curzi al Tg si poterono trasferire quei tratti di personalità al canale che si contrassegnerà per il taglio cinico, innovativo, indisponente. * Rete per antonomasia legata al PCI. Su Raitre si rivoluzionò il modo di fare televisione grazie all’avvio della formula cosiddetta di Tv-verità (Chi l’ha visto? Mi manda Raitre ne sono due esempi validi). Cronistoria dei direttori di Raitre: Giuseppe Rossini (1980/ ’86), Angelo Guglielmi (1987/ ’94), Luigi Locatelli (1995/ ’96), Giovanni Minoli (1996), Francesco Pinto (1998/ ’00),Giuseppe Cereda (2000/ ’02) e Paolo Ruffini (2002).

Della grande famiglia Rai poi appartengono: * Raisport – testata giornalistica preposta alla cura e alla gestione della produzione sportiva. Rai Educational – che si occupa della parte didattico/educativa. Nasce nel 1995 * Rai International – trasmette in tutto il mondo parte della programmazione Rai e produce programmi per gli italiani che vivono all’estero. Nasce nel 1995. * Raiclick – è la prima Tv interattiva on demand e convergente italiana. Nasce il 18 luglio 2001 dalla partnership tra e-Biscom e Rai. * Rai Italia – trasmette in chiaro in Nordamerica segmenti della programmazione di Rai International. * Raimed – canale satellitare (transponder: Hot bird2) digitale della Rai in chiaro. Target di riferimento è composto dagli arabi del bacino del mediterraneo e dagli italiani che hanno interessi in questa area. Nasce il 26 aprile 2001. * Rainews24 canale all news satellitare free to air della Rai. Si può vedere anche tramite il sito internet del canale che trasmette attraverso lo streaming delle immagini i notiziari. La schermata è multiscreen per cui si può vedere in contemporanea il conduttore che fa il Tg, le news su sport, finanza, meteo ecc. Nasce il 26 aprile 1999. * Raisat – gruppo di canali televisivi satellitari gestito dalla Rai. Dopo varie evoluzioni e rivoluzioni dei palinsesti, discese e salite economiche avvenute tra il 1990 e il 1999, finalmente si giunge ad una stabilità. Nascono così il 1 luglio ‘99 6 canali tematici prodotti da Raisat per Telepiù (il Salvareti venuto in soccorso nello stesso anno). I canali tematici sono i seguenti: Raisat Album (la storia della tv anni ‘60/’70/’80). Raisat Art (24 ore al giorno di arte). Raisat Cinema (tutto sul cinema). Raisat Gambero & Rosso Channel (canale sulla cucina e sui vini italiani). Raisat Ragazzi (programmi per i bambini da 0 a 12 anni) Raisat Show (24 ore di grandi concerti musicali). Dal 2001 entra in pista satellitare Raisat Fiction (il meglio della produzione di fiction italiana e straniera di ieri e di oggi). Agosto 2003 un’altra innovazione grazie a Sky ma di questo tratteremo tutto in un filone apposito. Raisat venne comunque alla luce nel 1990.

Brindiamo ai lieti calici per un futuro rinnovo dirigenziale della Rai

 

Chi non ha mai sognato, almeno per una volta nella sua vita professionale, di varcare la soglia di Viale Mazzini, dove è situata la sede generale della Rai Radiotelevisione Italiana o quella di Saxa Rubra, di Via Asiago o di Via Teulada, dove risiede la produzione audio-video delle reti e testate pubbliche? Chiunque sia riuscito in tale intento (anche solo per una giornata lavorativa) non può essere rimasto indifferente al fascino sprigionato da questo colosso della economia italiana. "In Viale Mazzini ci giocano i bambini, Mentre tu, vivi grazie alla RAI/TV…" (W la Rai – Renato Zero). In quel giardino, sottostante il palazzo di vetro alto 8 piani dell’azienda, sito nel cuore dell’elegante quartiere Prati a Roma, ad accogliere personaggi e anonimi signori all’entrata sulla sinistra del palazzo macchiato dalla tappezzeria rosso bordeaux troneggia in tutto il suo orgoglio uno splendido cavallo di bronzo e sulle porte vetrate una farfalla, simboli il primo della vecchia guardia e il secondo della nuova guardia Rai magari più libera… in ogni senso.Triplice augurio conclusivo: *Agli operatori della comunicazione (o aspiranti tali) - di non cercare di entrare mai in Rai (ciò vale naturalmente per Mediaset o per La 7) con lo spirito di chi vuole appagare la propria sete di ambizione o di potere perché rimarrebbe presto o tardi deluso e schiacciato dal peso dell’egoismo che si porta dentro… le professioni di artista, regista, tecnico o giornalista vale la pena di ricordare, debbono rientrare unicamente nella logica di servizio a beneficio della società radio-teleutente! * Alla Dirigenza Rai – l’augurio di eliminare e definitivamente, a stretto giro di posta, dal proprio vocabolario, la parola "lottizzazione" per cedere il posto ad un’ altra parola… "meritocrazia" (qualcuno leggendo si sbellicherà dal ridere!) prezioso vocabolo questo che si collega all’annosa questione riguardante i criteri di assunzione adottati dall’azienda… un conto è la segnalazione professionale e un conto è la raccomandazione! Si reclama, da ogni parte e in molte occasioni, della carenza di qualità nei palinsesti televisivi e poi si cade puntualmente nella rete spinata del clientelismo!!?? Questione calda … quella dei precari-Rai - Girovaga a zonzo per lo stivale moltissima forza-lavoro che proprio alla Rai e grazie alla Rai ha dato il massimo in tempi andati e che adesso, suo malgrado, si ritrova parcheggiata nell’anonimato della "eppur sacra" emittenza locale, in una situazione di adattamento lavorativo che non rende giustizia a quella professionalità acquisita nel tempo. In pratica la ciurma di lavoratori patentati dell’informazione & spettacolo si ritrova a fare nuovamente la gavetta quando dovrebbe cronologicamente essere o essere stata già assunta da mamma-Rai o da strutture di pari livello mentre i raccomandati (alcuni spatentati…) imperversano indisturbati per le varie strutture di rete e testata nazionali ! Sono gli scherzi del destino che ci auspichiamo portino anche burle più divertenti e magari innocue. E allora alla classe dirigente Rai di oggi (passaparola per quella di domani) diciamo solo…da buoni intenditori… poche parole e…fatti ad maiora! *Al pubblico pagante - l’augurio è che essi possano godere appieno anche per il futuro remoto, così come è stato per il glorioso passato tv, di un livello qualitativo di programmazione televisiva migliore rispetto alle attuali condizioni in cui si trova il servizio pubblico e che ciò possa fungere da antidoto alla febbre dell’Auditel.

Call center sulla tv aperto tutto l’anno

Raccogliere le attenzioni nei confronti dei programmi preferiti. Con questo spirito è stato inserito dall’inizio del 2004 un centralino che rimarrà in funzione per tutto l’anno… come dire che "la Tv la fa sempre il pubblico alla fine".

 

 

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