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              Quei malori non lo avevano fermato   | 
             
            
              
                  Le ultime parole: «Ancora giramenti di testa». Era svenuto   due volte ma i controlli erano regolari. 
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             La domanda è tragicamente semplice: la morte di Antonio Puerta poteva   essere evitata? Sorge spontanea, spinta in qualche modo dalle stesse parole del   calciatore. 
          
            Sabato sera dopo essere svenuto Puerta ha lasciato il campo camminando.   Passando vicino alle panchine si è lamentato per l'uscita prematura: «Un'altra   volta questi cazzo di giramenti di testa», la frase raccolta dalle radio e   rilanciata dai giornali. Perché non era la prima volta che Puerta si sentiva   male. Nei giorni scorsi il Siviglia ha parlato di precedenti svenimenti e   giramenti di testa. Due i principali: durante un'amichevole a Badajoz l'anno   scorso e in allenamento poche settimane fa. 
            
            Il club andaluso non aveva preso la cosa sottogamba. Secondo quanto   rivelato dal Pais, su indicazione del dottor Juan Ribas, Puerta dopo questi   episodi era stato sottoposto, tra gli altri esami, ad una Tac Total Body, a un   ecocardiogramma e aveva superato una prova di sforzo prolungato. Inoltre proprio   la settimana scorsa, per l'inizio del campionato, la federcalcio spagnola aveva   distribuito a tutte le squadre di A e B un defibrillatore portatile da tenere   negli spogliatoi. L'attenzione c'è, i controlli sono stati fatti. Ma non è   bastato.  
            
              
             
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