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Editoriale

I monologhi del Cavaliere

di Antonello De Pierro

Berlusconi da Porta a PortaSi sono da poche ore spenti i riflettori sulla trasmissione "Porta a porta" condotta da Bruno Vespa, che ha visto ospite il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi.
Lo svolgimento della puntata, più che un dibattito, come solitamente prevede il format del programma in questione, è stato come al solito avviene invece quando sulle poltrone siede l'illustre ospite, un monologo autocelebrativo del premier, che come è noto da sempre rifiuta qualsivoglia contraddittorio, cosa che tra l'altro non dovrebbe sorprendere per una persona unta dal Signore.
Visto il periodo, la scenetta ha lasciato gustare tutto il sapore di uno spot elettorale, con un Vespa ossequioso, perfettamente allineato al sistema plutocratico vigente e al regime mediatico che ci attanaglia, ci opprime e ci stritola sotto i cingoli dell'informazione falsata. E pensare che proprio per trasmissioni non bilanciate a livello di ospiti fu epurato, dopo il diktat bulgaro dello stesso premier, un certo Michele Santoro (nonostante i tentativi di annullamento qualcuno ancora lo ricorda), ora parlamentare europeo in "esilio", l'ultimo baluardo dell'informazione libera che si ricordi dei tempi della democrazia in Italia. La magistratura dopo il ricorso del noto giornalista, ordinò alla RAI di riammetterlo, ma come succede non certo nelle democrazie, l'azienda della tv pubblica rifiutò di eseguire l'intimazione del giudice. Ed ecco invece Vespa mantenersi sempre saldamente inchiodato al timone del suo veliero televisivo, la nave preferita dal premier per le agevoli traversate del suo partito. Chiudo la parentesi epurazioni, per evitare di trasformare una breve prolusione in un trattato sulla mannaia della censura, che magari tratteremo in un altro rendez-vous editoriale.
Il programma appena conclusosi mi ha fatto riflettere attentamente su un'affermazione del simpatico e speriamo ironico Silvio Berlusconi, durante una puntata del format "Telecamere", condotto da Anna La Rosa, la quale dopo aver assistito pazientemente ad un soliloquio espositivo dell'operato del governo, cercava di spiegare al suo ospite che il programma prevedeva domande e risposte. Il presidente Berlusconi, quasi seccato perché la giornalista aveva osato interromperlo, esclamò: "E' la prima volta che vado in televisione dopo tre anni, anche se i miei avversari dicono che sono sempre in video, almeno fatemi parlare!".
Per mettere a nudo, qualora ce ne fosse ancora bisogno,  l’ennesima e indiscutibile menzogna, la riflessione ci ha indotti a richiamare la vostra attenzione su un articolo di Fabio Bucciarelli, scritto in occasione della conferenza di fine anno del Presidente del Consiglio, quando questi non esitò, pur di terminare il suo "spot", a ritardare di circa 45 minuti l'informazione del TG1, nonostante tanti connazionali attendessero con ansia le notizie provenienti dal Sud-Est asiatico, colpito dal noto maremoto, e dove risultavano dispersi centinaia di italiani. Una dimostrazione di forte irresponsabilità istituzionale e di prepotente sovraesposizione mediatica, che non ha precedenti in Italia, e che evoca a gran voce le ombre soffocanti e illiberali dei regimi totalitari.

 


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