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Il biografo chiede ai giudici  di trovare la verita’ sulla scomparsa
MOANA POZZI MORTA DI AIDS ?
 Brunetto Fantauzzi, giornalista e scrittore biografo della pornostar. non demorde e vuole la verità a tutti i costi. Chiede chiarezza alla Procura di Roma, dopo aver documentato nelle sue inchieste: corruzione, documenti contraffatti, identità travisate, fratelli che diventano figli ma forse sono nipoti, certificazioni fasulle, firme false ed un giro d’affari mai svelato completamente.  Fantauzzi chiede, con un esposto alla Procura di Roma, di trovare la verità sulla scomparsa e se è vero che è morta di AIDS, come rivelato in alcuni siti internet. Le alterne sorti del potere degli uomini guardate dal buco della serratura. Dopo le ultime novità e le numerose incongruenze fornite dalle versioni ufficiali pubblicate nel volume di “MOANA: LA SPIA NEL LETTO DEL POTERE”  dove si racconta la fine della Prima Repubblica servita su un vassoio fatto di lenzuola e letti sempre molto affollati.  

La notizia 
Il biografo di Moana Pozzi non demorde e vuole ad ogni costo la verità e questa volta chiede alla Procura di Roma, con un esposto, di verificare tutte le incongruenze sulla scomparsa, compresa la voce che la vorrebbe morta di AIDS. Brunetto Fantauzzi, assistito dagli avvocati Giorgio Carta e Raffaele Mezzoni, si è presentato negli uffici di Piazzale Clodio ed ha presentato un dettagliato esposto dove elenca numerosi dubbi e perplessità sulla vicenda di Moana Pozzi.
I dettagli
Brunetto Fantauzzi, Autore di alcune inchieste che narrano le vicende legate alla vicenda della nota pornoattrice Moana Pozzi, che ha sempre espresso, con documenti alla mano, seri dubbi e sospetti sulla effettiva scomparsa, ora vuole vederci chiaro e presenta un esposto alla Procura della Repubblica di Roma, con procedimento n. 87240 del 14.09.06, per accertare alcuni fatti evidenziati anche presso altri giornali.
I fatti, descritti dal giornalista, hanno avuto una vasta eco perché la pornodiva era stata, tra l’altro, e su sua esplicita ammissione, amante e confidente di uomini politici ed ecclesiastici di primissimo piano nonché di attori, sportivi e manager importantissimi, evidenziandone più volte le qualità amatorie con voti e pagelle.
Nel suo esposto, Fantauzzi ha evidenziato che:
Ora ai tanti dubbi si aggiunge una notizia  pubblicata da un noto sito internet dove si legge: “Nel decennale della scomparsa di Moana Pozzi, alcuni medici hanno rilevato come la triste realtà della morte non fosse originata da un tumore al fegato, ma da una banale epatite B cronicizzata (“contratta in forma subacuta tramite liquidi corporei quali sangue, saliva, o sperma”), che si trascinava da tempo, sfociata come da manuale in un “carcinoma epatocellulare” dopo disperate cure di interferone alfa. Lo testimonia la cartella medica della clinica francese dove si trovava, purtroppo, in quel settembre .  Una delle più note stelle del porno mondiale, di nazionalità italiana, è purtroppo caduta nella rete dell’Aids. Le cure all’estero sono al momento efficaci al mantenimento, ma alcuni segni, come il pesante dimagrimento, riempiono di amarezza chi ricorda ben altre performance. Tutti gli addetti ai lavori mantengono un rispettoso embargo sulla notizia, per l’ammirazione che merita un mito mondiale...” (da www.Dagospia.com autorevole sito Internet)
·                    nel certificato stilato dalla Clinica Hotel de Dieu di Lione non si precisa la causa del decesso di Moana Pozzi come i protocolli sanitari prevedono in questi casi e,  oltretutto, tale decesso, come più volte riportato nell’inchiesta del sottoscritto, fu comunicato solo due mesi dopo al Servizio Anagrafe di Roma, città dove la Pozzi risiedeva. Nel certificato di morte, tra le altre cose, si fa riferimento ad una persona che risiede a Lerma (AL), mentre in realtà era noto che Moana Pozzi risiedesse sulla via Cassia, a Roma. Il fatto che l’ora e soprattutto la causa del decesso non fossero riportati nella certificazione medica francese è quantomeno strano e tra l0’altro, . Il primario del reparto e l’intera equipe medica che curò Moana Pozzi, tra l’altro, non fanno più parte del personale dell’ospedale;
·                    i dubbi e le perplessità che si avanzano da più parti hanno un rilievo determinante in riferimento all’attività di pornostar della Pozzi. Epatocarcinoma? Epatite virale? Aids?
 
Tanto premesso e permamendo  dubbi mai seriamente chiariti che così si riassumono:
 
Alla luce di quanto sopra esposto a soli fini di giustizia e per il rispetto della verità dei fatti e della professione giornalistica chiede al Procuratore della Repubblica di Roma di :    disporre attività d’ indagine tesa a chiarire la verità dei fatti attorno alla scomparsa della sig.ra Pozzi fugando definitivamente dubbi e falsità che possono creare nocumento alla pubblica opinione ed inutili operazioni di sciacallaggio mediatico; chiarire le vere cause della scomparsa della sig.ra Pozzi;verificare cosa è realmente accaduto presso il nosocomio di Lione e, soprattutto, cosa ne è stato nel caso dell’accertamento della morte, del corpo della Pozzi ;chiarire se nei mesi successivi alla scomparsa della Pozzi l’atteggiamento dei familiari e di altre persone interessate sia stato improntato a nascondere la vera causa della scomparsa della stessa per scopi economici e di sfruttamento dell’immagine;verificare se risponde al vero che la Pozzi sia morta, come si sostiene su www.Dagospia.com per aver contratto il virus dell’AIDS nell’ambito della propria attività di pornodiva e le modalità soggettive ed oggettive per le quali ciò è avvenuto e la mancanza dell’utilizzo di eventuali forme di profilassi ( uso preservativo e, soprattutto, mancata conoscenza dello status di salute sessuale del o dei partner)
Fin qui il sunto dell’esposto e queste le considerazioni.   Brunetto Fantauzzi, in verità, Moana la conosceva bene. Con lei ha condiviso sfoghi, tristezze, allegrie, soprattutto progetti. Come l’evangelica canna nel deserto, però, ha continuato a mostrare tutti i suoi dubbi sulla morte di Moana Pozzi. Il compito di un giornalista d’inchiesta, però, è di documentarsi al di là di quella che si vuole far passare per verità assoluta e da accettare in posizione prona, oltre ogni ragionevole dubbio, come si suol dire.
Moana è morta? – chiede Fantauzzi: “Bene, se è così facile perché nessuno riesce a dimostrarlo con dovizia di documenti validi? La stessa Magistratura ha dovuto constatare che i documenti finora presentati non sono sufficienti per affermare alcunché: né se Moana sia morta né se sia viva e sono stati di conseguenza commessi reati. Tutt’al più la Magistratura ha dovuto anticipare che -se reati sono stati eventualmente commessi- essi sono andati in prescrizione”.
L’inchiesta è stata archiviata praticamente con un nulla di fatto. La ricerca di nuovi documenti ha portato Fantauzzi ad indagare con maggiore pervicacia, portandolo su sentieri insospettati, attraverso trame segrete, implicazioni di servizi di intelligence stranieri, storie di valigette con uranio radioattivo in volo con Moana dall’Italia verso gli USA, vicende di politici sull’orlo del baratro di “Mani Pulite”. Nel mezzo: documenti contraffatti di ogni specie, visure camerali che lasciano perlomeno interdetti su quel che è avvenuto su, attraverso ed intorno al denaro accumulato da Moana durante la sua carriera. Movimenti di denaro che sarebbero avvenuti quando Moana era data già per morta. La diva era ufficialmente defunta e cremata ed invece di individuare un luogo dove accendere una candela è stato persino acceso un mutuo in suo nome. Lo stesso padre di Moana Pozzi attraverso le pagine di “Oggi” conferma d’aver corrotto il funzionario degli Uffici Anagrafe di Roma per nascondere la vera origine di Simone, fatto passare da anni per fratello mentre questi, solo in occasione della presentazione del suo libro, ha annunciato di essere il figlio di Moana e non il fratello, appunto. I telespettatori,i lettori ed i giornalisti più scafati, però, hanno capito che qualcosa non torna e che c’è qualcuno della famiglia Pozzi che ciurla nel manico. In quella che sembra essere una puntata di un serial televisivo, si inserisce la gente di Ovada, la città dove Simone Pozzi vive, gente che intervistata dai pochi giornalisti che si avventurano in territorio piemontese per verificare le ipotesi di Fantauzzi, si sentono dire: “Simone è figlio di Tamiko, la sorella minore di Moana, qui lo sanno tutti. E poi Simone non fa il pranoterapeuta, lo trovate in quel supermercato lì”, ed indicano il luogo di lavoro dove il figlio-fratello-nipote di Moana è impegnato nella sua reale professione.
Le manomissioni attuate sui documenti, le circostanze artatamente create intorno alla sua “scomparsa” sono ora oggetto di indagini ancora più approfondite, dato che risposte sul tema non sono state date certamente da un’inchiesta chiusa con tutti i suoi dubbi ancora irrisolti. L’occultamento di cadavere, la cremazione certificata in modo maldestro (lo dimostra persino lo stesso documento mostrato in video da “ Chi l’ha visto?”), lo spargimento delle ceneri (se mai fosse realmente avvenuto), tutto insomma fu condotto con metodi illegali o non conformi alle leggi vigenti in materia. Sull’identità di Simone Pozzi ora i dubbi sono persino
E poi che dire di una denuncia di smarrimento documenti presentata in una caserma dei Carabinieri dell’alessandrino dalla stessa Moana Pozzi quando, in verità, era data ufficialmente morta già 45 giorni prima? E che dire del fatto che ogni qual volta c’è su un documento o su un atto ufficiale una firma di Moana, ebbene, essa è sempre diversa da quelle precedenti? E che dire di un mutuo bancario finalizzato all’acquisto di una casa per Moana quando appunto, ella avrebbe dovuto essere già letteralmente ridotta in cenere?
Troppe cose non collimano per pensare che sia tutto casuale.
Oltre all’esposto di Fantauzzi, c’è poi il volume MOANA: LA SPIA NEL LETTO DEL POTERE, Brunetto Fantauzzi si sposta un passo più avanti rispetto alle due edizioni del libro precedente datato 2005, ovvero, “E… VIVA MOANA! Giallo politico, chi ha ucciso la pornodiva del potere?”. Infatti, questa volta non solo vi è la mole di documenti riprodotti in versione anastatica dagli originali ma anche la descrizione del vero e proprio “killeraggio” politico attuato verso una classe politica che stava vivendo gli ultimi giorni di Bisanzio, era cioé alle soglie della bufera di “Mani Pulite”, in primis Bettino Craxi, tra i suoi amanti descritti da Moana Pozzi in persona e persino sottoposti ad una votazione per meriti, prestazioni, caratteristiche anatomiche e psicologiche. Politici, attori, comici, calciatori, personaggi famosi e vip di varia estrazione e provenienza che si affollavano nei pressi del talamo dove potersi congiungere con Moana, la quale certo non si faceva pregare dal Potere, soprattutto se esso si mostrava con tappeti di denaro, gioielli e regali “importanti”. Si tratta di descrizioni dove anche i più “grandi” diventano “piccoli”, in ben pochi si salvano nella perdizione delle lenzuola e del vizio. Tutto diventa icona politica ormai perduta attraverso la figura del “Politico”, che Moana con ritrosia associa ufficialmente a Bettino Craxi, sebbene nella descrizione che ella ne fa tutto fa intuire che si trattasse del leader del PSI, del Governo e della Nazione, tristemente finito sotto il lancio delle monetine davanti all’Hotel Raphael di Roma, diretto verso Hammamet. Moana era collusa con quell’operazione finalizzata a dare il colpo di grazia alla politica della Prima Repubblica, lo diceva lei stessa nelle dichiarazioni rese al suo biografo Fantauzzi. E non mancavano certo in quel via vai di persone “interessate” anche altissimi prelati in odore di papabilità, che proprio in Craxi avevano avuto “l’imprimatur” alla rinnovata alleanza Stato Italiano-Vaticano attraverso i Patti Lateranensi. Troppe cose in una stessa pentola, troppi segreti compromettenti. Il mondo frequentato da Moana era pericolosamente vicino alla mafia ed ai servizi segreti, lei stessa confidò anche le paure e le ansie che le derivavano dalla sua fama e dalla possibilità di avvicinare i potenti con grande facilità. E poi il denaro, davvero tanto, troppo: per tre volte viaggiò verso gli Usa tornando in Italia con compensi troppo alti per essere quelli previsti per la partecipazione a dei video porno. Certo, era una delle poche dive europee a poter frequentare la “Mecca ” del porno Usa ma allora, come si spiegherebbe la presenza di valigette con uranio radioattivo a bordo degli stessi aerei dove vi era anche Moana? Casualità Meglio mettersi da parte, scomparire. Appunto, scomparire, quel che accadde nel settembre del 1994, con una tempistica che anch’essa sembra troppo precisa per sembrare un fattore deciso dal “caso”.

 


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