a cura di Paola Rocco

Teatro Sala Umberto


GIANCARLO ZANETTI
ed ENRICA BONACCORTI in

VENDITORI D’ANIME

Regia di MARCO MALTAURO

di Alberto Bassetti
con Marco Quaglia

Scene di Manuel Gilibert
Costumi di Francesca Cannavò
Musiche di Stefano Conti e Luciano Francisi
Luci di Giuseppe Ardizzone

Compagnia di prosa Maura Catalan
In collaborazione con Taormina Arte

Dal 1 al 13 aprile 2003

“Con curiosità, fascinazione , un pizzico d’emozione varco la soglia di un teatro ed eccomi nel LUOGO + TEATRO, eterno tempio laico della cultura, del divertimento, della socializzazione, del dibattito; coi suoi colori ed affreschi, gli odori di legno e di palcoscenico, i cui residui di chiodi, corde, brandelli di vecchie scenografie non possono non affascinare chiunque ami il mistero, l’invenzione, l’arcano….

Proprio di luoghi come questo, magari non sempre belli ed attivi, racconta il mio lavoro. Un testo dedicato al Teatro come luogo fisico, struttura portante materiale di tanti nostri sogni, ricordi, emozioni che troppo spesso tendiamo a trascurare presi dalla rincorsa alla vita concreta, economica, informativa esterna ad esso. Rifugio dunque di FANTASMI? Se la risposta è sì, ebbene il mio tentativo è di dimostrare che questi ectoplasmi sono più vivi della maggior parte degli abitanti della nostra terra!”

(Alberto Bassetti)

Note di regia

In che tempo viviamo? Che cosa siamo diventati?
Io mi sento molto ambiguo, e voi? Mi piacciono le donne, ma anche gli uomini. Sono un buon marito, ma mi travesto. Sono un teppista, ma in fondo onesto.
E allora?
Propongo di accettare, da oggi, identità mutevoli, nomadiche, che passino senza far troppe storie da un gusto all’altro, da un mondo all’altro, da un genere all’altro.
Del resto, il nostro tempo lo consente. La possibilità specifica della situazione postmoderna, con le sue identità indebolite dalla latitanza del padre e della sua legge, è quella di darsene tante, diverse. Non c’è perversione in un mondo che ha abolito ogni regola, ogni valore, ogni sacralità, in nome dell’appagamento. La società secolarizzata, sconsacrata, che vuole solo denaro, non ha diritto di marginalizzare nessuno, perché la Grande Prostituta è lei stessa.
E allora?
Evviva il teatro: Teatro per tutti. Ritroviamo l’artyista, il creativo dentro di noi, profittiamo del gran casino postmoderno per produrre nuove identità (identità maker), per lasciare cadere come abiti consunti le identità pesanti che ci portiamo addosso. Leggerezza. Gioco.
Perdiamo la Sicurezza, va bene. Ma guadagniamo la Libertà!
“Chi vuole essere costantemente felice deve cambiare spesso” (Confucio).
Signore e Signori, tutto questo, e molto di più, in VENDITORI D’ANIME di Alberto Bassetti.

(Marco Maltauro)

 


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