INTERVISTE ItalyMedia.it
005

"Taricone? Ecco la vera Piovra"
Il voyeurismo? Un vizio tutto italiano
"Tutti in ginocchio davanti all'audience" "Grande Fratello": alla ricerca della verità nel pensiero di Roberto D'Agostino

di Luana Silighini

Roberto D'AgostinoChe piaccia o no, la trasmissione "Il grande fratello", versione "nostrana" di "Gran Hermano", l'edizione spagnola "acquisita" da Mediaset, ha avuto una fortissima eco, e, sull'onda di questa "new entry", già fioccano fantasiose varianti dall' aspetto più o meno originale. Grande fratello, grande trasmissione - evento del 2000 grazie al "bombardamento" operato dai media che, nella sua lunga durata, l' hanno fedelmente "accompagnata" verso l'apertura al grande pubblico. Spenti i riflettori, placato il "polverone enfatico", cosa rimane del noto fenomeno "Grande fratello"? Lo abbiamo chiesto al tuttologo Roberto D'Agostino.

Grande Fratello: un innocuo diversivo per ingannare il tempo o "trovata micidiale" per ingannare la mente?


La mente va ingannata da cose nuove mai ripetute all'infinito, abbiamo bisogno di avere nuovi stimoli, nuove emozioni e, il Grande Fratello, questo in qualche modo riesce a comunicarlo facendo spiare una realtà che paradossalmente è più vicina alla fiction che al resto.


Il set: un appartamento - bunker dentro la "città di celluloide". Personaggi: quattro maschi e quattro femmine. Protagonisti: l'ozio e il vizio. La tv privata ha ambientato il film senza trama del Grande Fratello in una comune sessantottina "ristrutturata" in chiave capitalistica, tra le cui mura riecheggiano motti dal suono non proprio tradizional - conservatore. E' una sfida ai vecchi slogan moderati o un inevitabile compromesso con l'audience?


Bè credo che l'audience è tutto. Io credo che l'audience è quello che ti permette di crearti della pubblicità, ecco che allora tutto quanto si fa in ginocchio davanti all'audience.


Un tizio fiero dei muscoli e della sua giornata tipo trascorsa sul divano e sulle femmine "imbarattolate" con lui nella casa - studio di Cinecittà: è "l'uomo nuovo" lanciato da Grande Fratello. E' una vera novità o l'ennesimo, triste ritratto - simbolo della società moderna in cui il benessere ha invaso e devastato il campo del buon gusto oltre che quello del buon senso?

E' successo perché è un classico stereotipo italiano quello che si è visto: Taricone e i suoi, il Tariclone. Che poi il Taricone è un clone del maschio italiano.


Come giudica la scelta di Maurizio Costanzo di contrapporre in prima serata "Pietro contro tutti" (Taricone, uno degli interpreti di Grande Fratello, ndr) alla Piovra di Rai 1, noto serial televisivo a sfondo sociale?

Perché Costanzo ha capito che la vera piovra era quello lì. L'altra invece ormai non ha più i suoi tentacoli.


Quali sono, secondo Lei, le ripercussioni che può avere una trasmissione come il Grande Fratello su bambini e adolescenti?

Più che per gli adolescenti credo che sia un modello per quelli più grandicelli. Gli adolescenti hanno i videoclip come modello.

Grande Fratello: grande elargizione di esosi premi pecuniari. Lo trova giusto?

Sì, quello si.

Grande Fratello: grande industria di "falsi divi"?

Sì, quello lo sanno tutti e non c'è niente di scandalistico.

Grande Fratello: grande occhio elettronico su spontanee scene quotidiane o su una marcata forzatura?

E' una fiction con gente che recita la vita quotidiana.

Grande Fratello: grande voyeur?


Quello, soprattutto, il voyeurismo, che poi è tipico dell'italiano: ama le piazze, guardare gli altri. Grande Fratello è una piazza elettronica e, quindi ha gioco - forza di vincere su tutto.

Argomenti Correlati
  • Articolo Quell'occhio indiscreto denominato "Grande fratello" - Effetti & riflessi nella società, ad alcuni mesi dalla fine del successo televisivo, che ha generato, in buona parte dell'Europa, un vero e proprio fenomeno di massa. Si tirano ora le somme e si fanno i primi bilanci - Un evento, che ha fatto scomodare (personaggi dello spettacolo a parte), eminenti personalità del mondo culturale e politico, alla ricerca del perché di un successo facile (e se vogliamo) calcolato come questo, definito dal ricercatore Alberto Cecchi, più che un programma, un progetto di comunicazione integrata

Torna a Cultura, Sport e Spettacolo

Torna a Home Page Interviste