| A tu per tu con Cristiana Capotondi | 
             
            
              L'amore mi fa paura perché io gli uomini li   distruggo  | 
             
            
              | L'attrice sta girando a Trieste il remake di «Rebecca la prima moglie»,   il capolavoro di Hitchcock. Parlando degli uomini rivela:"Quando incontro una   persona che mi piace, prima la idealizzo, poi l'anniento" | 
             
            
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             Di lei Mariangela Melato dice: «È bella, è fresca. Ha uno sguardo pulito. Dietro   quell’aria infantile si nasconde un’attrice capace, una professionista. Largo ai   giovani, se sono come Cristiana Capotondi». 
              Mariangela e Cristiana   stanno girando per Raiuno, a Trieste, nei saloni del museo Revoltella, «Rebecca la prima moglie», remake del film del 1940 di Alfred Hitchcock.   La Melato interpreta la perfida governante Danvers, mentre la Capotondi è   Jennifer, giovane dama che sposa il ricco vedovo Maxim De Winter, un aitante Alessio Boni.  
              Anche se truccata e abbigliata da ricca nobildonna,   Cristiana Capotondi mantiene la sua aria timida e sfuggente. In realtà appena   richiude la porta del suo camper, attacca a parlare a raffica di tutto, partendo   dal film tv, divagando poi molto sulla vita privata. Non ci rimane che ascoltare   e prendere nota. «Questa fiction è un altro traguardo della mia carriera. Il   fatto che la versione cinematografica abbia vinto due Oscar è solo uno stimolo a   dare il meglio. Ho letto il libro di Daphne du Maurier da cui è tratto.   Bellissimo, un racconto al femminile, un romanzo di formazione, che mette   l’accento sulle prove alle quali ti sottopone la vita. Mi sono sentita molto   partecipe. Anch’io non ho mai svicolato davanti agli ostacoli».  
              Uno per   tutti? 
              «Alla fine della scuola. Dopo la maturità, anche se lavoravo già   da diversi anni, ho avuto il mio primo confronto con la vita. Uscivo per la   prima volta dalla gabbia d’oro della famiglia. I suggerimenti dei miei genitori   mi hanno influenzata. Forse troppo. Per esempio l’università. Mi sono laureata a   pieni voti in Scienze della comunicazione, anche perché in famiglia tutti sono   laureati: da mio nonno, che era medico, a mio padre, direttore commerciale, a   mia madre che è farmacista. Se non avessi fatto l’attrice avrei scelto una   facoltà scientifica. Anche metter su casa da sola non è stato facile. È successo   due anni fa, ma ora sono contenta. La mia casa mi piace,   molto». 
              Com’è? 
              «Diciamo che ho già cambiato la disposizione dei   mobili almeno un centinaio di volte. Non sono mai abbastanza soddisfatta del   risultato. La casa in sé è davvero carina, silenziosa anche se si trova a   Trastevere. Si affaccia su un bel giardino, ha le finestre all’inglese. Ecco,   sono i dettagli della mia abitazione che mi piacciono. Davanti alla tv ho una   comoda poltrona dove mi svacco e guardo vecchi film. L’ultimo che ho visto è   stato “Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto”: un capolavoro   della coppia Volonté-Bolkan». 
              Per sé, che ruolo vorrebbe? 
              «La   zarina Caterina II. È stata l’indimenticabile protagonista della modernizzazione   della Russia, un’eroina». 
              Sceglie personalmente che contratti firmare e   che parti interpretare? 
              «La persona di riferimento, quella di cui mi fido   ciecamente, è mia sorella Chiara. Con lei parlo di tutto. Anche se poi la   decisione finale la prendo da sola. Chiara lavora come ufficio stampa del   Partito repubblicano». 
              Politicamente siete sulla stessa lunghezza   d’onda? 
              «Non mi sono mai schierata con nessun partito. Non ho una fede   politica connotata. Ho degli ideali e in base a quelli scelgo di volta in   volta». 
              Che cosa pensa della candidatura di Walter Veltroni alla guida del   Partito Democratico? 
              «Mi sembra un leader, ha delle   idee». 
              Sentimentalmente come è messa? 
              «Sono single. Ho avuto una   lunga storia con un ragazzo che si chiama Filippo. È durata 10 anni. Ci siamo   conosciuti a 12 anni, in vacanza sul Terminillo. Era il mio compagno di   giochi». 
              Come mai è finita? 
              «Crescendo non abbiamo avuto la   capacità di ascoltarci. Eravamo entrambi inesperti. Abbiamo commesso tanti   errori che ci hanno allontanati. Ora non lo sento neanche più. Al momento non   credo di essere pronta per il grande gioco dell’amore. Devo superare la fase in   cui idealizzo gli uomini e poi, magicamente, li distruggo». 
              E il flirt con   Nicolas Vaporidis? 
              «Tra noi c’è stata una affettuosa amicizia. Ora, come   anche lui ha dichiarato ai giornali, è finita. Siamo rimasti amici». 
              Quali   doti cerca in un uomo? 
              «Non lo cerco bello. Di certo deve essere   intelligente, gradevole, capace di far scaturire in me emozioni   positive». 
              La qualità migliore che lei offre? 
              «Una grande   adattabilità». 
              Il difetto con il quale gli altri devono fare i   conti? 
              «Credo di essere pigra. Le mie amiche dicono che sono egoista. Ma   l’egoismo non è un difetto, è una forma di difesa». 
              Essere bella   conta? 
            «No. L’ho capito girando “Come tu mi vuoi” di Volfango De Biasi.   Sono una bruttissima che si innamora di un figo incredibile. Interminabili   sedute di trucco per dimostrare che l’esteriorità non conta più di tanto. Ho   capito che la bellezza serve, ma non è tutto, anzi». 
              
             
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