Magazine di Attualità e Spettacolo diretto da Antonello De Pierro

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

IL PELO FRA LE NOTE  a cura di Giuseppe Campodonico

Gli accrediti per i concerti di musica leggera: una vergogna tutta italiana
In tribuna stampa con gli amici e la famiglia

Solitamente non è nel mio stile parlare male o attaccare cose di cui non si conoscono bene i dietro le quinte, però stavolta ho deciso di fare uno strappo alla regola e parlare di un po' di malcostume che regna nel mondo dell'organizzazione dei concerti di musica leggera in Italia. Dovete sapere che, solitamente, per poter entrare gratis ad un concerto ci sono alcuni mezzi noti ai più. Il primo è quello di farsi regalare un biglietto, il secondo è quello di ottenerne uno gratis, un altro è quello di conoscere l'artista di turno, l'altro è essere uno sponsor, e poi infine c'è quello di essere accreditato come giornalista. Prima di essere iscritto all'albo dei Giornalisti, chi scrive, ha dovuto fare molta gavetta, vedendosi sbattere molte porte in faccia, pur praticando (e vi assicuro che la remunerazione bastava il più delle volte per un caffè) il "mestiere" con dedizione, non ha avuto la fortuna di poter usufruire di nessuna di queste opzioni. Da quando ha avuto la "fortuna" di essere ammesso all'Ordine, qualche porta si è aperta e si è potuto andare gratis al sospirato concerto. Spesso e volentieri si è dovuto lottare contro il tempo per precedere altri colleghi desiderosi di poter fare al mio pari il loro lavoro, oppure lavorare di pubbliche relazioni elencando lunghe liste di argomentazioni per le quali avrebbe dovuto essere scelto il sottoscritto. Eppure, basta assistere ad un normalissimo concerto, per trovare bambini di 6 anni con tanto di accredito stampa, o persone totalmente disinteressate, senza parlare poi degli "amici", che con l'informazione non hanno nulla a che vedere. Il problema poi diventava insormontabile, quando il luogo del concerto era differente dalla provincia in cui esercitavo la mia onesta professione. Ed intanto si doveva (e ancora si deve) assistere ad accrediti che senza un valido motivo vengono elargiti con molta facilità. Si consideri che un famoso cantautore italiano ha tenuto nella città di Roma ben 6 concerti nel 1996, con una disponibilità di posti per la stampa superiori al non esiguo numero di 500. Ebbene, solo tramite conoscenze sono riuscito ad ottenere un "posto in piedi" in tribuna stampa. La domanda a questo punto sorge spontanea: come si determina la lista delle persone da accreditare? Sempre chi scrive ha frequentato con successo un corso per Addetto Stampa, e va detto che gli accrediti vanno distribuiti maggiormente a chi può garantire una maggior visibilità nel mondo dell'editoria; il problema sorge però quando, una volta assegnati i posti alla "stampa che conta", vanno assegnati gli ultimi posti: a chi affidare un bene così prezioso? Quali sono le priorità di cui deve tener conto un addetto stampa? Forse quante copie distribuisce un giornale o piuttosto quanti ascoltatori ha un'emittente televisiva o radiofonica che sia? Niente di tutto ciò. Prima di tutto gli amici degli amici, perché ad un concerto è controindicato andar soli, e le briciole vanno a chi deve lavorare veramente. Ricordo ancora con amarezza quante persone ho visto andar via dalla tribuna stampa prima della conclusione o sporadicamente entrate nell'arena durante le due e più ore di musica. E intanto i biglietti, al pari dei CD aumentano concerto dopo concerto.

 

 
 

 

 

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