Alla cortese attenzione del direttore Antonello De Pierro

Le esternazioni minacciose del nuovo uomo forte iraniano di fede religiosa assolutista khomeinista, che si sente in diritto di usare toni apocalittici nei confronti dello Stato di Israele, ossia contro un rappresentante del mondo libero confinante con il territorio mediorientale purtroppo ancora succube di obsoleti sistemi tirannici, non Š altro che un'ulteriore prova diretta di quale sia la mentalit… imperante in quei paesi che intendono, riproducendola nel terrore dei loro popoli oppressi, l'umanit… intera come strumento passivo e immobile da soggiogare ai loro voleri. ChecchŠ se ne dica, o si stemperino diplomaticamente le polemiche verbali che sono tuttavia spesso seguite da fatti sanguinosi e terroristici di matrice antiliberale, il mondo Š diviso ancora in due grandi aree ideologiche che tentano a volte una difficile comunicazione, ma che rimangono sostanzialmente differenti nel profondo della stessa struttura storica e ambientale della loro evoluzione e involuzione. Mi domando che cosa abbiano prodotto quei paesi oppressori e fanatici assolutisti oltre che una lunga serie di dittature, la conservazione ad oltranza di un modello di vita obsoleto, la fortificazione ed estensione di stati di polizia, la chiusura ai liberi mercati che Š contemporanea al rifiuto del libero pensiero, la sottomissione degli uomini ad una vita di privazioni, malattie e stenti, l'annullamento della donna come primo passo del controllo autoritario sociale globale. Non mi risulta che da quei paesi giungano idee innovatiove, scoperte scientifiche, nuovi e nemmeno vecchi prodotti industriali, nŠ modelli di vita desiderabili oltre all'esaltazione dell'agricoltura e pastorizia ancestrali sotto la direzione ed il controllo del verbo incontrovertibile dei mullah. Essi amano tuttavia il modello occidentale che disprezzano: profittando del detestato libero mercato che si offre diffusamente a chiunque senza distinzioni assieme alla cultura, alla conoscenza e alla libera informazione, le loro classi dirigenti passate e future vengono a studiare nel corrotto occidente, dove imparano nelle universit… le tecniche per costruire ordigni nucleari, e nelle accademie militari i sistemi per raffinare e rinsaldare ancora di pi— le tiranne e rendere capillare il controllo dei sudditi. Dalla politica e dalla diplomazia occidentale non apprendono l'arte del compromesso costruttivo e la capacit… di di critica e rinnovamento del tessuto socioeconomico, ma sfruttando quelle "debolezze" occidentali, come quella di dare ascolto e aiuto a tutti e cercare di comprenderne le ragioni, affinano l'arte del ricatto, che Š sempre infine quello dell' oro nero, del quale la civilt… moderna Š purtroppo dipendente come di una droga. Qui sta il grande sbaglio del mondo industrializzato, ossia non essere stato finora capace di liberarsi per tempo da quella schiavit— energetica, sviluppando qualunque possibile alternativa indipendente, che avrebbe permesso loro di non avere pi— nulla a che fare con quei paesi, aumentando nel contempo la propria libert… di azione economica ed evoluzione industriale. L'occidente aperto e libero, illudendosi per troppo ottimismo sulla natura dell'uomo diverso, immaginato come simile a sŠ, si Š reso vulnerabile. Confidando nella propria cultura, nella propria saggezza, nella speranza che la globalizzazione dell'economia, unita alla libera circolazione delle idee e dell'informazione fosse da sola sufficiente a far cadere gli ultimi satrapi della terra, aumentando la libert… del Mondo. Al contrario, tiranni e tirannelli vedono proprio la Libert… come il peggiore nemico incombente sui loro troni costruiti sulla dominazione primitiva e mantenuti con il sangue dei popoli che opprimono. Pu• darsi che serva ancora un poco di tempo, ma l'esito finale, in assenza di una nuova strategia di attenzione locale e controllo globale ai fenomeni politici-economici che interpretano il sistema economico mondiale in maniera opposta a quelle che sarebbero le tendenze liberatorie del mercato e della tecnica, rimane incerto. Il grado di civilt… dei popoli non si misura con la teoria storica basata sul potrebbe o poteva essere o l'ipotesi utopistica sociale rappresentante sistemi che non esistono, ma Š facilmente visibile e tangibile da quello che Š il progresso tecnico, industriale, economico e sociale raggiunto finora dalle nazioni soggette a regimi autoritari, che Š vicino allo zero, e da quanto vasta e varia Š la loro libert… interna ed esterna di comunicare il libero pensiero e agire praticamente per migliorare il proprio destino, che tende allo zero-meno. La prova del nove Š presto fatta: quanti di noi andrebbero a vivere in quelle nazioni? Quanti di quegli uomini oppressi, se ne avessero la possibilit…, verrebbero a vivere da noi? Se ci guardiamo attorno, possiamo facilmente capire, intuitivamente e senza avere il minimo dubbio, quali Paesi sono i Beati Costruttori di Civilt…, Progresso, Benessere e Modernit… e quali siano invece le Nazioni che aumentano la Barbarie, l'Arretratezza, la Povert… e la Sofferenza del mondo.

Francesco Martin cittadino europeo