Anche il New York Times si schiera con il candidato democratico, ma un gruppo di analisti avanza qualche perplessità sulla attendibilità dei sondaggi: "A marzo Hillary doveva vincere la convention, invece..."

 

McCain, il senatore repubblicano candidato alla presidenza degli Stati Uniti potrebbe morire entro quattro-otto anni per una possibile recidiva del tumore, un melanoma maligno, di cui è stato operato otto anni fa.

 Lo afferma la rivista New Scientist, che oggi pubblica un articolo dedicato alla salute del senatore. Malgrado i candidati per la Casa Bianca siano arrivati ormai agli sgoccioli della campagna elettorale, mancando meno di due settimane all’elezione del nuovo presidente degli Stati Uniti, gli americani ancora sanno molto poco sulla salute degli aspiranti alla presidenza e alla vice-presidenza.

Di fronte a questa scarsità di notizie, quanto dovrebbero preoccuparsi gli elettori? Forse per nulla per Barack Obama, ancora giovane, 47 anni, e in buona forma. Due anni fa ha anche smesso di fumare, “con molta difficoltà”, ha dichiarato. Lo stesso si può dire per Sarah Palin, 44 anni candidata alla vice-presidenza repubblicana, per la quale non sono stati rilasciati documenti sanitari.

Ma cosa dire del repubblicano settantaduenne John McCain, il più anziano candidato alla presidenza degli Stati Uniti, e del vice-presidente di Obama, Joseph R. Biden, anche lui non più giovanissimo? Il primo è sopravvissuto a un melanoma maligno di cui è stato operato nel 2000. Il secondo è stato operato con urgenza nel 1988 di un aneurisma (rigonfiamento di una porzione dell’arteria che rende le pareti del vaso sanguigno più deboli) e ci sarebbe il rischio di un secondo. Malgrado il senatore democratico abbia rilasciato l’altra settimana ben 49 pagine, sul New York Times, per descrivere dettagliatamente le sue condizioni di salute, rimane il dubbio. Infatti, i documenti presentati non indicano se ha fatto un nuovo test per verificare l’esistenza di un altro aneurisma.
Secondo New Scientist, le stime più recenti sulla durata della vita di McCain, sono state fatte da John Alam un medico di Cambridge, Massachussetts, con 17 anni di pratica clinica alle spalle che sul tema ha scritto una lettera a The Lancet. Secondo Alam il rischio di morire per recidiva del senatore è del 6% l’anno e cioè di circa il 22% per i prossimi quattro anni. Stime che sono senza dubbio più alte di quelle fatte dai medici di McCain che hanno valutato intorno al 10% le probabilità di una ricaduta fatale.
Le stime di Alam si basano su studi fatti sulle medie di sopravvivenza di malati di melanoma, dove i pazienti sono stati raggruppati secondo la dimensione e la localizzazione del tumore, età e sesso. In base a questi dati il medico ipotizza che il senatore repubblicano rientra in range di recidiva che va dal 10 al 60%.
INCOGNITA SONDAGGI

Barack Obama continua a essere favorito in tutti i sondaggi, riducendo ogni giorno le ‘chance' di John McCain di conquistare la Casa Bianca. Ma mentre il senatore dell’Illinois sembra avere tutti dalla sua parte e incassa l’endorsement’ del New York Times e, addirittura, quello dell’ex portavoce di Bush, qualche dubbio si insinua sulla veridicità dei sondaggi.

Le ultime rilevazioni di Zogby accreditano Obama con 10 punti di vantaggio e ritengono che anche molti conservatori sarebbero pronti a cambiare bandiera. Per il New York Times, ultima delle voci mediatiche a schierarsi con il democratico, Obama «sfida dopo sfida è cresciuto come leader e ha dato sostanza ai suoi messaggi di cambiamento e di speranza». «Crediamo», ha aggiunto senza mezzi termini il giornale, «che abbia la volontà e la capacità di forgiare quel consenso politico allargato che serve a trovare le soluzioni ai problemi del Paese».

Dall’altra parte dell’Oceano gli europei, secondo un sondaggio condotto dall’Harris Interactive polling institute, gli europei ritengono che Obama sia il migliore e, a partire dall’Italia, dove il 66% a occhi chiuse sceglierebbe il candidato democratico, il vecchio continentè è «Obama-entusiasta».

Primi cenni di sconforto emergono dallo staff del candidato repubblicano, ma McCain sembra non demordere, e a undici giorni dalle elezioni viene descritto da un organizzatore della campagna elettorale, Kimmie Lipscomb, come «in gran forma». «A vedere McCain sul palco - ha raccontato Lipscomb - si capisce che è pronto a lottare. C’è grande eccitazione e la porteremo fino alla fine».

Mentre lo stesso NYT mette in guardia da un possibile slancio finale di McCain, un gruppo di analisti insinua dubbi sui risultati dei sondaggi. In un articolo pubblicato a marzo del National Journal, Mark Blumenthal della società di sondaggi ‘Pollster.com’ - fanno sapere alcuni analisti -, aveva messo l’accento sulla sopravvalutazione di Obama nei confronti della rivale nelle primarie del Partito democratico, Hillary Clinton. Il vantaggio su Hillary, in effetti, nonostante si sia riscontrato anche nei voti reali, fu poi di gran lunga inferiore alle aspettative dei sondaggisti, che sovrastimarono il senatore dell’Illinois di 7 punti. Se lo stesso errore avvenisse oggi, la situazione potrebbe essere del tutto ribaltata e McCain, dato perdente, potrebbe diventare il prossimo presidente degli Stati Uniti.

Obama intanto, in barba ai sondaggi e a chi ne dubita, si è preso una pausa nella campagna elettorale ed è arrivato alle Hawaii in visita alla nonna 85enne gravemente malata.
 

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