Operazione della Polizia Postale

 

UDINE
Novantotto persone indagate - fra le quali un segretario comunale e alcuni operatori di culto cattolico e musulmano - due arrestate in provincia di Trento e una quantità enorme di materiale sequestrato: sono i dettagli dell’operazione "IWest" contro la pedopornografia in Italia condotta dalla Polizia postale di Udine.

I dettagli dell’operazione sono stati resi noti questa mattina a Udine. Le persone indagate sono di età compresa tra i 26 e 59 anni «e rispecchiano - ha detto Romeo Tuliozzi, responsabile della Polposta di Udine - un pò tutte le categorie sociali: dai professionisti agli studenti, dagli operai agli impiegati fino agli operatori di culto, sia cattolici sia musulmani». Nell’operazione - cominciata agli inizi del 2007 - sono stati sequestrati 118 personal computer, 168 hard disk, 3.634 cd, 678 dvd, 579 videocassette e 49 pendriver. L’indagine è partita ’monitorandò un sito internet, per accedere al quale si doveva pagare 98 dollari, che pubblicizzava solamente materiale pedopornografico. Si è così potuto appurare che il server era negli Stati Uniti, mentre la società che gestiva il traffico era di Mink (Bielorussia). Contatti con il Dipartimento dell’Immigrazione Usa e con il Dipartimento per i crimini informatici di Minsk hanno permesso di debellare la "banda". Nella capitale bielorussa, in particolare, sono stati sequestrati quattro milioni di dollari provento degli acquisti on-line di materiale pedopornografico.

In Trentino la Polizia postale ha arrestato Daniel Passigli, segretario comunale del comune di Tassullo dal 1998 ma residente a Gardolo, sobborgo a nord del capoluogo, e Armando Gabardi, operaio di Trento. Mercoledì erano state perquisite le loro abitazioni e, nel caso di Passigli, anche l’ufficio in Comune dove è stato sequestrato un computer. Poi i due arresti. L’operazione «IWest» segue di qualche giorno quella della polizia del Molise che aveva portato agli arresti domiciliari di altri due trentini: Stefano Soncini dipendente di un negozio di Trento e Riccardo Borgogno un operaio di Borgo Valsugana. A quest’ultimo sarebbero stati sequestrati una cinquantina di Cd e Dvd con migliaia di immagini proibite. Nell’abitazione di Trento la polizia aveva sequestrato due computer. Entrambe le persone coinvolte nell’inchiesta hanno negato di aver mai scambiato materiale pedopornografico.