Si assottiglia il fronte della protesta. «Apertura dopo l'incontro di ieri». Ma gli studenti preparano i cortei: «Siamo pronti a sfilare senza sigle»

  

  

  

  


La Federazione Cisl Università non parteciperà più allo sciopero generale del settore università e ricerca previsto per venerdì prossimo.


Lo sciopero era stato inizialmente indetto dai sindacati confederali contro i provvedimenti del governo in materia, ma dopo l’incontro di ieri con il ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini la Cisl Università ha deciso di compiere il dietro-front.
I sindacati sono usciti divisi dall’incontro: la Cgil ha abbandonato il tavolo di confronto prima di apporre la firma. Cisl e Uil ieri hanno riferito che la Gelmini si è impegnata a sottoporre il documento al vaglio dei ministri dell’Economia Giulio Tremonti e della Funzione pubblica Renato Brunetta, che ne dovranno valutare le compatibilità economiche.
I punti che più stanno a cuore ai sindacati riguardano la stabilizzazione del precariato del personale tecnico-amministrativo, dei ricercatori e dei docenti dell’Afam (alta formazione artistica e musicale), l’alleggerimento dei tagli al turn-over e alle risorse finanziarie, l’apertura di un tavolo di confronto per concordare le linee del ddl di riforma dell’università e migliorare il decreto pubblicato ieri sulla Gazzetta Ufficiale.
«Giudichiamo l’atteggiamento della Gelmini come un’apertura nei nostri confronti» afferma il segretario della Cisl- Università, Antonio Marsiglia. Il segretario della Uil-università, Alberto Cirica, marca la differenza con la Cgil: «la Cgil ha l’idea che lo sciopero vada fatto a tutti i costi, e per questo non ha nemmeno firmato il documento, a noi interessa invece discutere del merito del problemi».
Intanto gli universitari si stanno organizzando con pullman, treni e viaggi fai da te: venerdì, a prescindere dalla decisione che prenderanno i sindacati, arriveranno a Roma da tutta Italia per partecipare alla manifestazione nazionale. Ieri Mariastella Gelmini aveva invitato i sindacati a «non avere un atteggiamento pregiudiziale nei confronti della volontà del Governo di individuare le migliori soluzioni per riportare l’Università italiana a livelli di eccellenza e combattere gli sprechi».

 

 

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