Analisi dei risultati elettorali del partito di Berlusconi: forti oscillazioni e, alla fine, il colpo geniale di creare il Popolo della Libertà

 

 

ROMA - Un partito, alla fine, è i voti che prende alle elezioni.

Forza Italia, nei suoi 14 anni di vita ha partecipato a quattro tornate politiche nazionali con il suo simbolo e a una (l'ultima dell'aprile 2008) già come parte fondamentale del Pdl. Nello stesso periodo ci sono state anche tre consultazioni europee. Un voto nazionale ogni due anni, insomma; un banco di prova non da poco per una forza politica che ha deciso di "morire" giovane per proseguire e rilanciare se stessa in un partito-coalizione più grande e, quindi, più forte.

COSI' ALLE POLITICHE / ALLE EUROPEE

Nelle quattro prove a cui preso parte da sola, Forza Italia ha oscillato tra il 20,6% (1996) e il 29,43% (2001). Un paragone con la Dc, il partito al quale Forza Italia, per molti versi ha cercato di somigliare, almeno in termini di ruolo politico-sociale, fornisce elementi di un certo interesse. In 12 tornate elettorali (dal 1943 al 1992) la Democrazia Cristiana ottenne risultati oscillanti tra il 29,66 del 1992 e il 48,9% del 1948 con livelli stabili intorno al 38/39 per cento tra il 63 e l'83 e declinando appena (34,7%) nel 1987 prima del grande tracollo dei primi anni '90. Livelli che, oggi, sembrano impossibili e che nessuno, nemmeno Berlusconi ha mai più sfiorato.

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Politiche 1994 - Il partito di Berlusconi ha avuto una partenza davvero folgorante. Appena fondato e con scarsa credibilità tra critici e politologi, il 27-28 marzo del 1994, il partito di Berlusconi sorprende tutti: 8.136.135 voti pari al 21,01%. Forza Italia supera di poco più di 300 mila voti i Ds (20,36%) e batte la "gioiosa macchina da guerra" di Achille Occhetto raccogliendo, come "Polo della Libertà e del Buon Governo" (con An, Ccd, Lega Nord e altri minori) il 42,83% e 16 milioni e mezzo di voti.
Politiche 1996 - Il primo governo Berlusconi cade dopo pochi mesi affossato dallo sciopero sulle pensioni e dal voltafaccia della Lega Nord. Dopo la parentesi del governo Dini, si torna a votare il 21 aprile del 2001. La Lega Nord va da sola e Forza Italia ne risente scendendo al suo minimo storico per le politiche: 7.772.149 voti (20,6%). Il Pds la supera di circa centomila voti (21,1%) e l'Ulivo vince nettamente le elezioni con il 45,9% contro il 39,2% della coalzione di centrodestra orfana di Bossi e nella quale si segnala l'ottimo risultato di An: 5.870.491 voti (15,,7%).
Politiche 2001 - Il governo di sinistra implode per i dissensi tra Prodi e Rifondazione; Ds e popolari restano a Palazzo Chigi con D'Alema, ma il 13 maggio del 2001, gli italiani presentano il conto. Il centrodestra vince in un Paese sostanzialmente spaccato in due. La Casa delle Libertà ottiene 16.915.513 voti (45,4%) contro i 16.019.388 (42,99%) dell'Ulivo di Francesco Rutelli. Berlusconi porta Forza Italia ai suoi massimi storici con 10.923.431 voti e il 29,43%. Il secondo partito (i Ds) è staccato di quasi 5 milioni di voti al 16,57%.
Politiche 2006 - Il ciclo storico negativo si ripete nel 2006. Berlusconi, pur stremato da anni di governo piuttosto impopolare, mette insieme una fantasmagorica rimonta nelle ultime settimane di campagna elettorale. Rimonta che, però, si ferma a un passo dal successo. Il 9-10 aprile, il risultato di Forza Italia non è straordinario: 9.48.976 (23,7%). L'Ulivo la la supera di quasi 3 milioni di voti (31,27%) e le due coalizioni, alla fine, risultano separate dei famosi 25 mila voti: 19.002.598 (49,81%) per il centrosinistra e 18.977.843 (49,74%). Prodi va al governo tra mille veleni.
Politiche 2008 - E' storia di pochi mesi fa (13-14 aprile 2008). Romano Prodi, dopo un anno e mezzo di governo viene affossato da Mastella, si deve tornare alle urne. E qui, Forza Italia è già finita. Alla fine di novembre del 2007, quando Prodi stava ancora tirando avanti, Berlusconi sale sul predellino di un'auto in piazza San Babila a Milano e annuncia la creazione-invenzione di un nuovo partito: quello che, qualche settimana dopo si chiamerà il Popolo della Libertà. An, obtorto collo, accetta ed entra nel Pdl, l'Udc non ci sta e molla la coalizione, la Lega sceglie l'autonomia ma resta fedele alleata. Si va al voto e il Pdl ottiene 13.628.865 preferenze (37,6%). Sommando la Lega e gli autonomisti siciliani di Lombardo si arriva a un 46,8% che garantisce maggioranze amplissime nei due rami del Parlamento. Il Pd con l'Idv raggiunge 13.686.673 voti (37,6%). Il risultato dimostra ancora una volta la lungimiranza di Berlusconi. Scomponendo (arbitrariamente) il risultato e attribuendo ad An il 10/12 per cento che è la sua media (nel 2006 il partito di Fini aveva preso il 12,3%) e assegnando un punto agli autonomisti si arriva a una Forza Italia tra il 23 e il 25 per cento. . Praticamente ai livelli della sconfitta del 2006. Ma, ormai, Forza Italia non c'era già più e i conti, per Berlusconi sono tornati lo stesso.
Europee - Meno importanti, ma pur sempre significativi, i risultati di Forza Italia alle Europee. Il partito vi ha preso parte tre volte: nel 1994 ha ottenuto 10.076.653 riuscendo a superare per la prima e unica volta la soglia del 30% (30,61%); nel 1999 ha preso 7.813.948 voti (25,2%) e nel 2004 appena 6.837.748 (20,1%). Una deriva negativa che il Berlusconi del Pdl intende interrompere l'anno prossimo.

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