Il sindaco Rosa Russo Iervolino ha accolto con sgomento la notizia L'esponente del Partito democratico, Giorgio Nugnes, si era dimesso dopo il convolgimento nell'inchiesta per i disordini avvenuti a gennaio contro la riapertura della discarica di Contrada dei Pisani. Si è tolto la vita nella sua abitazione, impiccandosi ad una inferriata: aveva 48 anni. I familiari all'Adnkronos: ''Gesto inimmaginabile''

 

Napoli (Adnkronos) - Si è suicidato nella sua casa di Pianura l'ex assessore comunale Giorgio Nugnes del Partito democratico.

 Nugnes, 48 anni, si era dimesso nelle scorse settimane a seguito dell'arresto per gli scontri avvenuti a Pianura, lo scorso gennaio, contro la paventata riapertura della discarica di Contrada dei Pisani.
Sottoposto ai domiciliari il 6 ottobre scorso, la misura era stata sostituita dal divieto di dimora nel quartiere di Pianura, anche se tre giorni alla settimana poteva rientrare nella sua casa di via Grottole. E proprio qui ha deciso di farla finita. Si è infilato una corda al collo e, dopo averla legata ad una inferriata, si è lasciato andare.
A trovare Nugnes sarebbero stati la moglie e un fratello che questa mattina si sono recati nel villino di via Grottole. Pare che l'ex assessore non abbia lasciato una lettera di spiegazione del suo gesto.
Il sindaco di Napoli, Rosa Russo Iervolino, ha accolto con sgomento la notizia del suicidio del suo ex assessore.
''Un gesto inimmaginabile. Era un uomo sereno, che non navigava sott'acqua. Non riusciamo a credere possa essere arrivato a un gesto così estremo. Chi ha minato questa serenità per portarlo a tanto? Non ci crediamo ancora''. Sono queste le prime dichiarazioni rese all'ADNKRONOS dai familiari di Giorgio Nugnes.
"Conoscevo Nugnes e quello che è successo mi dispiace. Sono davvero molto turbato". Così all'ADNKRONOS il leader dell'Udeur Clemente Mastella, che aggiunge: "Al di là della vicenda giudiziaria specifica, posso solo dire per esperienza che quando si è coinvolti è difficile resistere". L'ex ministro della Giustizia afferma che, "se accanto non hai la saldezza degli affetti, la vicinanza delle persone care, il rischio è brutale" e ogni forma di limitazione della libertà "è sempre devastante". Soprattutto ''quando sai di essere innocente - conclude - e ti trovi coinvolto in una vicenda molto più grande del fatto specifico, non tutti riescono a resistere alla pressione. Ripeto, alla fine, solo la famiglia ti può salvare".

 

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