La sentenza: il massacro poteva essere evitato. Assolto il generale Lops, rinvio a giudizio per il colonnello Di Pauli. I parenti delle vittime: «Giustizia è fatta»

 

 

ROMA - Il generale dell'esercito Bruno Stano è stato condannato con il rito abbreviato a due anni di reclusione (pena sospesa e non menzione della condanna nel casellario giudiziale) per non aver adottato le misure necessarie alla difesa di base Maestrale, a Nassiriya, il quartier generale dei carabinieri devastato dall'attentato suicida del 12 novembre 2003 nel quale morirono 19 italiani (dodici militari dell'Arma, cinque dell'Esercito, due civili) e almeno nove cittadini iracheni.

 Il giudice per l'udienza preliminare del tribunale militare di Roma ha invece assolto il generale, Vincenzo Lops «perché il fatto non sussiste» e rinviato a giudizio il colonnello di Carabinieri Georg Di Pauli (che ha scelto il rito ordinario), all'epoca dei fatti comandante del reggimento carabinieri che aveva una delle sue sedi a base Maestrale. Il pm aveva chiesto la condanna di Lops e Stano rispettivamente a 10 mesi e a 12 mesi di reclusione, e il rinvio a giudizio per Di Pauli.

COMMENTI - «È una sentenza che ci amareggia molto, non la condividiamo», ha commentato l'avvocato Franco Coppi, difensore del generale Stano. «Non volevamo vendetta ma giustizia. E giustizia è stata fatta», ha affermato Alessandra Merlino, moglie del sottotenente Filippo Merlino, una delle vittime. «Siamo molto contenti e dedichiamo questa sentenza alla memoria dei caduti», si è espresso l'avvocato Francesca Conte, legale di parte civile che assiste gran parte dei familiari delle vittime di Nassiriya. «La sentenza è la conferma del fatto che la procura aveva visto giusto», è il commento del procuratore militare di Roma, Antonino Intelisano.

INCHIESTA - L'inchiesta del pool antiterrorismo della procura di Roma è stata archiviata nel novembre 2007 dopo che l'unico imputato - Abu Omar Al Kurdi, uno dei luogotenenti di Abu Musab al-Zarqawi, reo confesso di 36 attentati, compreso quello a Base Maestrale - viene processato e impiccato in Iraq. Proprio il suo racconto è determinante nel ricostruire le varie fasi della strage, voluta da Al Qaeda. Ai pm, che lo hanno interrogato in rogatoria il 9 giugno 2006, racconta di aver preparato materialmente il camion bomba insieme a un altro terrorista poi ucciso a Falluja. L'operazione, spiega, fu preceduta da tre sopralluoghi, durante i quali si decide di colpire base Maestrale perché l'edificio era piuttosto «facile» da attaccare in quanto «scarsamente difeso».

Fonte