È morto a Roma Vittorio Ripa di Meana. Avvocato di grandi banche e società editoriali, Vittorio Ripa di Meana, scompare a 81 anni.

 Apparteneva ad una aristocratica famiglia piemontese residente nella capitale. Fratello maggiore di Carlo (ministro dell'Ambiente e commissario europeo), tentò anche lui una breve incursione in politica quando, nel 1993, si candidò a sindaco di Roma con una lista civica (l'Alleanza Laica-Riformista) e poi al Senato con il Partito Repubblicano.
Nato a Roma il 19 settembre del 1927, specializzato in diritto societario, commerciale e industriale, diritto bancario e della concorrenza, è stato per anni al fianco del gruppo De Benedetti sia nelle attività editoriali che in quelle finanziarie e industriali. Consigliere di Generali dal 2004, è stato per anni presidente del patto di sindacato di Capitalia, giocando un ruolo da protagonista, nei primi mesi dello scorso anno, nello scontro tra l'allora amministratore delegato, Matteo Arpe, e il presidente Cesare Geronzi. Ripa di Meana, schierato con quest' ultimo, si dimise infatti il 23 febbraio in seguito alle critiche mosse contro di lui da Arpe in una lettera inviata alla stampa. Dimissioni rientrate una decina di giorni dopo, il 5 marzo, quando i soci gli riconfermarono la fiducia.
Dopo la fusione di Capitalia in Unicredit, Vittorio Ripa di Meana aveva continuato la sua attività di legale, che lo ha visto anche protagonista del collegio di difesa di Stefano Ricucci, uno dei «furbetti del quartierino», nel procedimento che lo opponeva alla Consob, che lo aveva accusato di aggiotaggio nella presunta scalata alla Rcs attraverso la propria holding Magiste.

 

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