di Marco Del Gaudio, sostituto procuratore dell'Antimafia
Mancano mezzi, uomini, strutture. Se anche il giro di vite annunciato avesse effetto, la Procura non potrebbe fronteggiare arresti e processi. Parola di pm in trincea
Lo stato di emergenza a Napoli pare abbia prodotto una dichiarazione di intenti sul rafforzamento di alcune strutture di polizia giudiziaria. Forse, per moralizzare l'intera faccenda, val la pena di sottolineare che, se gli interventi promessi saranno realizzati, non si tratterà comunque della realizzazione di un impegno aggiuntivo e speciale per Napoli, ma solo di un tentativo di (parziale) adeguamento alla media nazionale. Con i ritocchi promessi, insomma, si avvicinerà, per esempio, la percentuale di carabinieri per abitante di Napoli a quella delle altre città, senza tuttavia raggiungerla. Ma tutti sanno che è un po' difficile essere scippati a Teramo, Forlì o Trento e che, in quelle zone, non vi sono molti morti ammazzati per strada. E prepariamoci al peggio. Eh sì, al peggio.

Ammettiamo, per un momento, che le forze di polizia, numericamente ricondotte a una percentuale più vicina agli standard nazionali, produrranno più attività d'indagine e che esse siano realizzate con modalità tali da renderle 'processualizzabili'. Fingiamo per un istante, insomma, che i nuovi mezzi funzioneranno. Sarebbe un disastro.

Se le nuove risorse funzioneranno, va considerato che la Procura di Napoli è allo stremo, quanto a risorse finanziarie e umane. Non parlo dei magistrati, almeno non in prima battuta. Le risorse economiche per il funzionamento degli Uffici sono già ultimate da tempo, e non è affatto una nuova notizia. Manca tutto: automobili, benzina, commessi che portino i fascicoli, carta, toner, cassette per registrare gli interrogatori dei collaboratori di giustizia, computer portatili per i magistrati: tutto.

Le auto blindate per i magistrati dell'Antimafia hanno in media 250 mila chilometri di percorrenza e - la maggior parte - risalgono al 1992. Ragione per cui, com'è facile comprendere, "fanno il 5 al litro". Per fortuna la benzina manca, altrimenti sai che spesa.

Se debbo interrogare qualcuno in carcere, bisogna augurarsi che funzioni il pc della struttura che mi ospita, altrimenti si verbalizza a mano. Ma il punto è che (lo dice la legge) non si può interrogare un detenuto senza registrare e, purtroppo, non ci sono le cassette.

Ma pochi parlano del personale amministrativo.

La carenza di organico, in Procura, è vicina al 30 per cento e si tratta di un personale con un elevatissimo tasso di mobilità e di assenza dall'ufficio: ogni giorno manca un 40 per cento del personale (o forse più). Chi ha fatto il pm sa che la mancanza del personale di cancelleria equivale alla paralisi. Le indagini camminano con le gambe dei cancellieri e dei commessi, sicché carabinieri e polizia possono arrestare chi vogliono, ma se manca una fotocopia (e chi legge i giornali sa che è accaduto), bisogna scarcerare anche il più pericoloso dei criminali.

Ma, se anche la Procura fosse rianimata da qualche insospettabile bombola di ossigeno, credo che la situazione non migliorerebbe affatto. Solo a titolo esemplificativo, mi risulta che il numero delle procedure del Tribunale per Riesame di Napoli è di molte volte maggiore di quello di Roma o Milano.

Ma forse, in tema di 'mezzi' per affrontare la criminalità, dovremmo pensare di più all'unico strumento davvero democratico ed efficace: il processo e la condanna. Forse non tutti sanno che la legge prevede che il contrasto di polizia, nel caso più fortunato, ossia che vi siano elementi per l'arresto in flagranza, dura al massimo 48 ore. Dopo di che, se non inizia un procedimento giudiziario con tutte le garanzie, tutti devono essere liberati. Insomma l'iniziativa della Polizia, da sola (e sottolineo da sola), ' vale 48 ore'. Dico io per fortuna. Ma, allora, quando si mette al lavoro la polizia, bisogna cercare di prevedere che fine farà quel lavoro.

Anche qui, qualche dato. In genere, l'ipotesi accusatoria nei confronti di un soggetto arrestato, prima di ottenere una stabilità, subisce almeno otto gradi di giudizio, se si eccettuano quelli di rinvio per i possibili annullamenti della Cassazione. In sintesi, ipotizzando che vengano impegnati non più di cinque rappresentanti del pubblico ministero, allora saranno necessari in tutto all'incirca 30 magistrati, che debbono lavorare a regime. Ovviamente sto parlando di un solo arresto, fatto da uno di quei nuovi mille poliziotti.
Ognuna di queste fasi (avete capito bene, ognuna) necessità di notifiche di molti atti al difensore ed all'indagato. In alcune fasi, bisogna procedere a più notifiche di avvisi quasi identici. Queste notifiche, ormai, non le può più fare la polizia, ma sono affidate unicamente agli ufficiali giudiziari. Verrebbe da dire subito: giusto! I poliziotti debbono arrestare i criminali non fare i postini. Ma tutti sanno che, almeno a Napoli, i criminali o i loro parenti picchiano anche i carabinieri e i poliziotti, perfino quando stanno procedendo agli arresti. I criminali, inoltre, sanno benissimo che una mancata notifica equivale a far saltare un processo e, talvolta, a ottenere facilmente la libertà. Pensate che offrano il caffè agli ufficiali giudiziari? Pensate che, i meno violenti tra loro, si facciano trovare a casa? Pensate che gli ufficiali giudiziari abbiano automobili, strutture o le giuste informazioni per trovare queste persone? Se avete risposto bene ad almeno due di queste domande, saprete perché a Napoli saltano molti più processi che altrove.

Rispetto a questo stato di cose l'incremento anche di un 2 per cento delle notizie di reato appare una mazzata dalla quale non ci si risolleverebbe. Basti solo pensare che, attualmente, per registrare le notizie di reato che arrivano a Napoli, si impiegano sostanzialmente quattro magistrati al giorno, tutti i giorni esclusa la domenica e che, l'anno scorso, la Procura di Napoli ha dovuto trattare e processualizzare dinanzi ad altrettanti giudici oltre 5 mila arresti in flagranza. Ai quali si devono aggiungere, ovviamente, quelli arrestati con ordinanza di custodia cautelare e quelli a piede libero .

L'associazione nazionale magistrati ha, dunque, un compito ingrato e poco simpatico. Inaugurare una nuova campagna di stampa: 'Un piano per Napoli? No, grazie'.