di Letizia Gabaglio
Starnuti, naso chiuso, raffreddore da fieno: ecco gli allergeni che si annidano a casa, in ufficio e a scuola
Fra le pareti di casa, sotto il tavolo dell'ufficio, sulle finestre delle aule scolastiche. Più che all'aperto, gli allergeni sembrano nascondersi dentro gli edifici, dove trascorriamo gran parte delle giornate. Secondo gli italiani, intervistati da Gfk-Eurisko, solo un ambiente di lavoro o di studio su 20, infatti, è totalmente anallergico; negli altri 19 si annidano fattori visibili e invisibili in grado di peggiorare i sintomi allergici: muffe, condense sulle finestre, assenza di areazione, tendaggi e moquette poco pulite, impianti di condizionamento con scarsa manutenzione, eccessiva densità di persone. L'indagine ha messo in evidenza come nel 35 per cento degli ambienti si hanno contemporaneamente quattro o più fattori di rischio. E quando si supera questa soglia, gli allergici denunciano un aumento dei loro sintomi: naso chiuso, starnuti, rinorrea. Attenzione particolare deve essere posta anche alla presenza di piante ornamentali; più di un raffreddore da fieno su cinque sarebbe attribuibile, infatti, ai pollini presenti dentro casa e in generale negli ambienti chiusi. Lo hanno dimostrato i ricercatori dell'Università Fee di Bruxelles sottoponendo circa 60 persone allergiche al test cutaneo con estratti di ficus, yucca, palme nane e altre piante comuni. Secondo quanto riportato su 'Allergy', il 68 per cento del campione è risultato allergico ad almeno una delle piante (alcune delle quali liberano lattice nell'aria): per alcuni è bastato rimuoverle da casa per guarire dalla rinite.

"Non bisogna poi sottovalutare l'allergia alla formaldeide, la plastica, che studi recenti hanno dimostrato essere piuttosto frequente", afferma Attilio Boner, ordinario di Pediatria e responsabile del centro di Allergologia pediatrica dell'Università di Verona: "Molti pazienti considerano quella del naso chiuso una sensazione normale. Spesso, invece, si tratta di rinite e va affrontata prima che porti allo sviluppo di asma bronchiale. Oggi disponiamo di antistaminici di seconda generazione, come desloratadina, che oltre a essere efficaci sui sintomi non provocano sonnolenza e non influiscono sull'attività lavorativa".