Le indagini sulla «clinica degli orrori» di Milano aprono nuovi inquietanti scenari. Sono 6 le cliniche finite nel mirino della Guardia di Finanza. Interviene anche il ministero del Welfare che ha inviato due ispettori per seguire da vicino l'inchiesta

 

Intanto l'Ordine dei medici ha sospeso tutti gli specialisti coinvolti. Il Consiglio dell'Ordine ha fatto sapere che «se i reati dovessero essere confermati, verranno presi provvedimenti durissimi». Se all'inizio si parlava di cinque morti dovuti ad interventi non necessari ora pare che il numero sia molto più alto e possa salire fino a venticinque.

 Intanto, ieri, i pm Tiziana Siciliano e Grazia Pradella hanno sentito tre testimoni, una dei quali, una anestesista, è stata iscritta nel registro degli indagati. Gli interrogatori continueranno fino a venerdì quando verrà sentito il proprietario della clinica Francesco Paolo Pipitone.


Anche la Regione Lombardia, costituitasi parte civile, ha fatto sapere che sta effettuando tutti i controlli del caso. Inoltre, anche la commissione d'inchiesta sulle strutture sanitarie, nel settembre scorso, era già stata informata dei fatti ma i magistrati avevano chiesto di mantenere il segreto. La Guardia di Finanza, come detto, indaga da più di un anno su altre 6 cliniche, tutte del gruppo ospedaliero San Donato di Milano, dove sarebbero ipotizzabili gli estremi di reato per truffa ai danni del sistema sanitario nazionale. Sono coinvolti il Policlinico San Donato, gli istituti clinici San Siro e Sant'Ambrogio, l'istituto ortopedico Galeazzi e l'ospedale San Raffaele Turro. Come spiega il colonnello della Finanza Cesare Maragoni in questi casi si indaga su reati di tipo economico. Proprio al San Raffaele, dove sarebbero stati ricoverati pazienti che potevano stare in day hospital, sono state arrestate due persone con l'accusa di truffa aggravata per rimborsi indebiti. Al San Siro, ad esempio, si sono registrati casi di pazienti che si sottoponevano ad operazioni dentistiche nel corso delle quali venivano riscontrate complicazioni inesistenti dovute al virus Hiv per poter ottenere rimborsi maggiori dalla Regione.


L'anestesista iscritta ieri nel registro degli indagati è la stessa che aveva assistito il primario di chirurgia toracica Paolo Brega Massone negli interventi in cui era stato ipotizzato il reato di omicidio volontario e lesioni gravi. Il medico ha spiegato che in questi giorni c'è stata una riunione tra gli specialisti «superstiti» e il direttore sanitario: «Hanno assicurato lo stipendio per un anno - rivela - ma in realtà non c'è alcuna garanzia». L'anestesista ha anche aggiunto che «Brega Massone era apprezzato solo dal titolare della clinica». Il primario attualmente si trova nel carcere di San Vittore ed è una delle quattordici persone arrestate (12 sono ai domiciliari). I legali del primario hanno fatto ricorso al Tribunale del riesame. L'avvocato Giuseppe Cannella, che ne cura la difesa, si dice convinto che in quella sede avrà modo di dimostrare come Brega Massone «abbia sempre agito nell'interesse degli ammalati». Secondo Cannella «non è detto che un esame istologico negativo, il cui risultato si sa solo dopo l'operazione, provi che quell'intervento non doveva essere fatto».

Dario Martini

 

 

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