La buona pesca
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Due epidemiologi della Harvard Medical School di Boston hanno deciso di dirimere la controversia, riesumando dagli archivi della banca dati Medline una serie di analisi, rapporti governativi e studi scientifici pubblicati fino ad aprile 2006. Il bilancio finale sui rischi e i benefici del pesce, apparso sul 'Journal of the American Medical Association', è rincuorante. Un consumo moderato di una o due porzioni a settimana, preferendo le specie ad alto contenuto di grassi polinsaturi come salmone e pesce azzurro, può aiutare a tenere bassa la pressione e ridurre il rischio di infarto e ictus. Grazie all'apporto di acidi grassi omega-3, i ricercatori hanno calcolato che la mortalità per malattia coronarica diminuisce del 36 per cento e la mortalità per tutte le cause del 17 per cento, un effetto protettivo ampiamente documentato nelle popolazioni più affezionate al pescato, come eschimesi e giapponesi.
Il pesce è un alimento importante anche per i bambini, sia durante la gravidanza che nei primi anni di vita, necessario per un sano sviluppo cerebrale. Ma attenzione ai pericoli legati al mercurio: è tossico e potrebbe procurare deficit neurologici al feto o al neonato, annullando l'azione positiva degli omega-3. I ricercatori raccomandano alle donne in età fertile, in attesa e durante l'allattamento di limitare il pesce a un paio di pasti a settimana e di evitare i predatori come squalo e pesce spada, dove il mercurio è più elevato. Sulla presenza di composti cancerogeni, come diossina o o policlorobifenile (Pcb), il pesce è assolto in toto: i livelli di contaminanti sono molto bassi e simili a quelli che si riscontrano in carne, uova e burro.