ROMA (12 giugno) - Sono la comunità straniera più numerosa in Italia, nel 2008 sono diventati 1.016.000, il doppio rispetto all'anno precedente, nel 9% dei casi possiedono una casa di proprietà, a Roma, nel 2007, hanno acquistato circa 10.000 immobili, e nel 73,3% dei casi vengono in Italia per motivi di lavoro. 



Secondo il rapporto della Caritas "Romeni. Immigrazione e lavoro in Italia. Statistiche, problemi e prospettive", alla cui realizzazione hanno collaborato molti autori romeni, i romeni presenti in Italia, appena 8.000 nel 1990, sono aumentati di oltre cento volte in meno di vent'anni. A differenza di quanto pensano in tanti, non si tratta di gente priva di istruzione o di mezzi. Il 72% dei romeni presenti nel nostro paese ha conseguito in patria un titolo di studio superiore, quasi tutti, il 90%, hanno un reddito medio mensile di 1.030 euro, ritengono il lavoro fondamentale per l'integrazione, studiano l'italiano e vogliono rimanere in Italia. Più di un romeno su due, il 52%, ha una buona opionione degli italiani, apprezzamento non ricambiato se si pensa che il 65% dei connazionali non desidera avere una persona romena in famiglia.

Nel Lazio la comunità più numerosa. Con circa 200.000 presenze, 100.000 nella sola provincia di Roma, il Lazio è la regione italiana che conta il maggior numero di romeni nel suo territorio. Seguono la Lombardia, dove i romeni sono 160mila e il Piemonte, dove si contano 130mila cittadini romeni.

Sindrome da invasione. Una presenza così forte, come negli anni precedenti avvvenne per il Marocco e per l'Albania, ha generato una sorta di "sindrome da invasione", possibilità scongiurata poiché l'Italia è un paese caratterizzato dall'invecchiamento della popolazione, dal buon andamento economico e dal forte bisogno di trattenere forza lavoro aggiuntiva.

Romeni e criminalità. Secondo la Caritas bisogna superare l'equazione «immigrato uguale a delinquente» perché solo un denunciato su cinque è uno straniero regolare. Come si legge nel Rapporto 2007 sulla criminalità in Italia del ministero dell'Interno, il 71% degli immigrati che commettono reati sono irregolari, quelli regolari sono stati nel 2006 all'incirca il 6% dei denunciati. Nel 2006 i romeni, le cui vittime spesso sono romene, hanno inciso con una percentuale più alta in diversi reati (omicidi, violenze sessuali, furti, rapine, estorsioni), un terzo dei minori denunciati, per lo più ragazze rom accusate di furto, è romeno e quasi un migliaio dei minori fermati sono passati nei centri di prima accoglienza. Inoltre i romeni sono i primi anche tra i minori non accompagnati, abbandonati o venduti dai genitori o scappati da casa.

La presenza dei Rom. In Romania i Rom sono ufficialmente 535.140, il 2,5% della popolazione locale, in realtà sono fino a quattro volte più numerosi poiché si dividono in e in sottogruppi con caratteristiche differenziate. In Italia, oltre a vivere in situazione di povertà ed emarginazione, i Rom sono svantaggiati per l'alloggio, per i servizi sociali, per l'occupazione e l'istruzione e sono oggetto di notevoli pregiudizi che li inquadrano come approfittatori, malviventi o vagabondi.

Romeni e lavoro. Nel nostro paese gli immigrati, all'incirca uno ogni dieci occupati, sono diventati una componente strutturale sempre più rilevante del mercato occupazionale. Gli stranieri nel nostro paese coprono i due terzi del fabbisogno di nuova forza lavoro e tra loro i romeni stanno in prima fila. Ogni sei nuovi assunti stranieri uno è romeno, arrivando a garantire l'1,2% del Pil italiano. Nonostante l'alto livello di preparazione, i romeni trovano sbocco nei posti meno garantiti e per questo sottoscrivono in media 1,5 contratti l'anno. L'inserimento avviene per un terzo nell'industria, soprattutto nell'edilizia, per la metà nel terziario, come assistenza familiare o in alberghi e ristoranti, e per il 6,6% in agricoltura. La retribuzione loro corrisposta è leggermente inferiore a quella media percepita dalla totalità degli immigrati e le donne, il 53,4% dei romeni presenti in Italia, percepiscono il 40% in meno rispetto agli uomini.

Romeni e discriminazione. Secondo le rilevazioni dell'Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali (UNAR), che collabora con l'omologo romeno (CNCD) e con le associazioni dei romeni, i romeni sono spesso più vittime che «untori». Le loro segnalazioni evidenziano infatti mancanza di informazione, di assistenza legale e di formazione, sfruttamento sul luogo di lavoro, specialmente nel settore edile, primato negli infortuni mortali e molestie sessuali subite dalle donne durante l'accudimento. I romeni sono spesso vittime di atteggiamenti intimidatori dalla pubblica sicurezza, hanno difficoltà burocratiche e sono ostacolati nella fruizione dei servizi sociali.

 

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