di Peter Gomez e Marco Lillo
Le richieste di Scaramella su D'Alema e Fassino. I soldi di Telekom Serbia. Il depistatore Anghessa. Dossier e misteri si incrociano in una fiduciaria di San Marino
San Marino
Via Tre Settembre 270, Repubblica di San Marino. S'incrociano qui, al secondo piano di una palazzina di vetro e cemento, tutte le calunnie e i veleni creati nella scorsa legislatura per infangare Romano Prodi e il centrosinistra durante i lavori delle commissioni parlamentari Telekom Serbia e Mitrokhin. S'incrociano qui e non è un caso. Perché proprio in questa strada a due passi dal confine con l'Italia aveva sede la Finbroker, una misteriosa fiduciaria, che oggi rappresenta l'anello di congiunzione tra i depistaggi di Igor Marini e i tentativi di Mario Scaramella, il consulente del senatore di Forza Italia Paolo Guzzanti, di spingere una serie di ex agenti segreti russi ad accusare Prodi di essere stato un uomo del Kgb. Secondo uno di loro, intervistato da 'Repubblica', Scaramella - finito in ospedale a Londra dopo essere stato contaminato dal polonio che ha ucciso l'ex colonnello Alexander Litvinenko - aveva promesso di pagarlo tramite questa società anonima. E sempre attraverso la Finbroker sono transitati, nel 2000, i 14 miliardi di lire versati da Telecom Italia a un mediatore romano in occasione dell'acquisto della compagnia telefonica di Belgrado.

Che cos'è dunque la Finbroker? 'L'espresso' lo ha scoperto e c'è da rabbrividire. Dietro la fiduciaria emerge la figura di un uomo specializzato in depistaggi e traffici di uranio. Di un faccendiere che per tutti gli anni '90 ha intossicato indagini della magistratura, giornali e politica: l'ex (o almeno così dicono) collaboratore dei servizi segreti italiani e svizzeri, Aldo Anghessa. Nel 2000 Anghessa, assieme a un discusso notaio sanmarinese, vende la società a Loris Bassini, un imprenditore forlivese legato al mondo delle cooperative rosse, oggi sotto inchiesta per bancarotta. Ma continua a monitorarne l'attività chiedendo, lo raccontano alcune intercettazioni telefoniche, a un dirigente di stilare dei "rapportini" su quanto accade in Finbroker e nel resto della Repubblica più antica del mondo. E non basta. Come 'L'espresso' è in grado di rivelare, Anghessa a Roma frequenta spesso anche gli uffici della fondazione Caschi Bianchi, dove venivano preparati i dossier calunniatori di Telekom Serbia. E sono sempre uomini di Anghessa anche molti degli strani personaggi che insieme al cosiddetto supertestimone Igor Marini, tentavano di frodare le banche italiane e straniere usando titoli di credito fasulli. Tutta gente che Anghessa, oggi latitante in Africa dopo due condanne definitive, era solito presentare come "la squadra".

Ma come si arriva da questo mondo di truffatori internazionali fino a Mario Scaramella? Una prima spiegazione la offre a 'L'espresso', proprio Loris Bassini, l'ultimo titolare della Finbroker. Bassini nega che la sua società sia mai stata utilizzata dal consulente della commissione Mitrokhin per pagare ex spie del Kgb o per finanziare l'attività della Ecpp (l'agenzia diretta da Scaramella), ma ricorda bene il sedicente esperto in scorie nucleari napoletano.

"Scaramella l'ho incontrato nel 2005", racconta, "nello studio del commercialista della Finbroker, Franco Botteghi. La società era già in liquidazione da due anni. Botteghi mi chiese di conoscere questo importante personaggio e io accettai di buon grado. Scaramella si presentò come un sostituto procuratore napoletano, che aveva lavorato con il procuratore Cordova. Mi disse che aveva carta bianca con la Repubblica di San Marino e mi chiese notizie su D'Alema, Fassino e altri nomi. Poi aggiunse: 'Se lei mi dà informazioni per la commissione Mitrokhin, vedo cosa posso fare per lei'. Io in quel periodo ero stato già denunciato e le indagini di San Marino e Forlì erano già pubbliche". Bassini poche settimane dopo sarà arrestato dalla Procura di Forlì per bancarotta. In quei giorni, insomma, ha un disperato bisogno di aiuto. E Scaramella, che dal governo di San Marino ha ottenuto una consulenza "per la sicurezza dello Stato", potrebbe essere la persona giusta. Ma, giura Bassini, lui gli risponde di no: "Il colloquio durò dieci minuti, l'ho respinto come un cane. Quel tipo non mi piaceva".
Scaramella però nella Repubblica era molto popolare. Aveva appena fatto finire San Marino sulle prime pagine di tutti i giornali denunciando un traffico fasullo di valigie di uranio che aveva portato all'arresto di tre pensionati della Riviera romagnola. Esattamente come aveva fatto, sempre a Rimini, nel 1992, Aldo Anghessa. Grazie al placet del governo sanmarinese il consulente di Guzzanti gira così per lo staterello scortato da sei bodyguard israeliani che presenta come ex agenti del Mossad, discute con la gendarmeria, parla con i politici. Il suo obiettivo è aprire qui la sede principale della sua agenzia di studi sull'inquinamento, l'Ecpp, in modo che possa usufruire di una sorta di status transnazionale. In quel periodo, secondo il racconto dell'ex agente del Kgb Euvgeni Limarev, Scaramella entra con lui negli uffici della Finbroker. E gli dice che se gli avesse dato una mano a costruire dei dossier su politici del centrosinistra sarebbe stato pagato con soldi della fiduciaria. "Sarebbe interessante", considera oggi Bassini, "scoprire chi gli ha dato le chiavi, visto che era in liquidazione e non era più sotto il mio controllo. Certamente dietro l'arrivo di Scaramella a San Marino c'erano i politici locali".

Per capire l'interesse di Scaramella alla Finbroker bisogna dunque ricostruire la storia della società. Bassini la compra per un miliardo e 50 milioni nel maggio del 2000, pochi mesi dopo la sua costituzione. "È stato Roberto Pasquali, un signore ben introdotto negli ambienti politici di San Marino, a portarmi nello studio del notaio Livio Bacciocchi per acquistarla", sostiene Bassini secondo il quale Pasquali potrebbe essere stato legato ai servizi segreti (quali?). Nello studio del notaio sono presenti due persone: l'avvocato Alvaro Selva e un certo Giovanni Manfredini. Il primo è uno dei boss della politica locale, già segretario del Pcs, il Partito comunista sanmarinese, ora passato al Psd, il Partito socialista democratico, prima ancora un dc, come è noto a San Marino le ideologie contano poco. Selva è stato il ministro degli Interni di San Marino per molti anni. Di certo, nella Finbroker rappresentava i soci promotori. Ancora più interessante il profilo di Manfredini, l'uomo che consegna fisicamente le quote a Bassini cedendo 'ogni diritto e obbligo'. Secondo Bassini, quel Manfredini in realtà usa un documento falso. "Me ne accorsi solo quando la polizia stradale di Rimini ci fermò insieme, e lui consegnò la carta d'identità con un altro nome". Altro che Manfredini, l'uomo che cede la Finbroker a Bassini è Anghessa. E che le cose stiano così lo dimostrano anche alcune carte allegate agli atti del processo contro i calunniatori di Romano Prodi nel caso di Telekom Serbia. A Bologna viene perquisito un amico di Igor Marini, un truffatore che l'inventore delle inesistenti tangenti ha tirato in ballo nei propri verbali come complice nel riciclaggio della mazzetta. Ai finanzieri l'uomo dice subito di lavorare per i servizi segreti del comandante Manfredini, di cui ha anche il cellulare. La Procura di Bologna capisce così che Manfredini è il "noto Aldo Anghessa".

Anghessa si muove nell'ombra, ma su più piani. Nel periodo in cui viene costituita la società Finbroker, fa la spola tra l'Italia e San Marino. Sul monte Titano vede spesso Alvaro Selva e il suo amico Roberto Pasquali, che lavora per la fiduciaria almeno fino al 2002. In Italia frequenta invece Antonio Volpe, l'imputato di calunnia, che ha consegnato al commissario del centrodestra Alfredo Vito un falso dossier per corroborare le accuse di Igor Marini, contro Prodi, Dini e Fassino. Secondo una testimonianza processuale Volpe frequenta pure la Finbroker, ma Bassini nega: "Se è venuto si è presentato con un altro nome". Dice invece di aver visto più volte il suo amico Anghessa: "Raccontava di essere vicino ai servizi segreti e si vantava di essere molto potente in quell'ambiente. Pasquali lo chiamava comandante e lo trattava con soggezione". Il comandante Manfredini-Anghessa viene arrestato nel 2001 per l'ennesimo traffico di titoli falsi.
Quando torna libero chiama da Mosca nell'ottobre del 2003 il suo amico Pasquali che continua a seguire da vicino la Finbroker. Nel frattempo sono cominciate le indagini su Telekom Serbia e Anghessa chiede a Pasquali notizie segrete su un vertice che si era tenuto tra i giudici di San Marino e le procure di Torino e Forlì. La telefonata si chiude con un inquietante: "Fammi un rapportino". Bassini commenta: "Oggi capisco tante cose. Questa società era stata creata da persone vicine ai servizi e io sono stato contattato anche per il mio passato nella cooperazione rossa. Ora mi spiego perché hanno voluto usare proprio la mia finanziaria per far rientrare i miliardi di Telekom in Italia. E io ho fatto l'oca in pieno. Ero un uomo che veniva dalle cooperative rosse, con me era facile mettere in piedi un bel complotto".

Vero o falso? Non si sa. Resta un dato: Scaramella prima di approdare in commissione Mitrokhin ha fatto il consulente in una indagine sui traffici di uranio per la Procura di Reggio Calabria. Una indagine in cui sono finite agli atti anche le fondamentali rivelazioni di Aldo Anghessa, alias il comandate Manfredini. Sedicente collaboratore dei servizi, bidonaro di professione. Sarebbe tutto da ridere se questa volta a Londra non ci fosse scappato il morto.