di Massimiliano Di Giorgio

ROMA (Reuters) - Il leader del Pd Walter Veltroni ha detto oggi che l'occasione del dialogo con la maggioranza di centrodestra, a due mesi dalle elezioni che hanno riportato Silvio Berlusconi a Palazzo Chigi, è "perduta, forse definitivamente" a causa dello strappo sul decreto sicurezza che "colpisce il ruolo" del presidente della Repubblica.

 

Veltroni, pur riconoscendo che il governo Berlusconi è ancora in "luna di miele col Paese", ha anche annunciato per l'autunno una manifestazione nazionale contro l'esecutivo.

Dopo essere diventato leader del nuovo partito nell'ottobre 2007, e aver raccolto il 33% circa alle politiche dell'aprile scorso, oggi Veltroni è tornato al confronto diretto coi dirigenti e i quadri del Pd, una mega assemblea composta da oltre 2.000 delegati da cui stasera dovrebbe uscire una nuova direzione di "soli" 120 membri.

Un appuntamento, quello della Nuova Fiera di Roma, che a Veltroni serviva a marcare correzioni di rotta e a dare più segnali. Che il Pd vuole dialogare ma non resterà disarmato di fronte alla maggioranza di centrodestra. Che il partito esiste, non è "liquido" o solo un agglomerato di correnti, e anzi tra un mese comincerà a fare le tessere. Che il Pd non è per il bipartitismo, ma per il bipolarismo.

E che in Europa, alle elezioni per il Parlamento di Strasburgo del 2009, i democratici italiani saranno "autonomi" ma non "isolati" o divisi tra socialisti e liberalsolcialisti.

"BERLUSCONI COLPISCE RUOLO QUIRINALE"

Il primo colpo di Veltroni è stato quello contro il governo. Se nei giorni scorsi aveva detto che il dialogo era a rischio, oggi il leader, nella sua relazionte di apertura dell'Assemblea costituente, ha aggiunto che "l'occasione è perduta, forse definitivamente".

"La nostra è già e sarà sempre di più un'opposizione intransigente - ha avvertito il segretario del Pd - contro il ritorno di una stagione di conflitti istituzionali, di leggi ad personam e di confusione tra gli interessi privati e la cosa pubblica".

"Ci ha preoccupato e indignato, ma non sorpreso, lo strappo consumato dall'onorevole Berlusconi con l'emendamento sul decreto sicurezza".

Il riferimento è all'emendamento, già approvato dal Senato, che sospende i processi per i reati consumati fino al 2002 la cui pena è inferiore ai 10 anni, caso in cui rientra anche il processo Berlusconi-Mills per corruzione in corso a Milano.

Con la sua lettera al Senato per rivendicare il sostegno del governo all'emendamento, ha detto ancora Veltroni, "Berlusconi ha assunto la paternità politica di un emendamento al decreto sulla sicurezza che stravolge il senso del provvedimento..., colpisce il ruolo di garanzia del Capo dello Stato".

MANIFESTAZIONE IN AUTUNNO

Nella relazione, Veltroni ha anche criticato la politica economica del governo, pur dicendo di apprezzare "la conferma dell'obiettivo del pareggio di bilancio nel 2011 e l'equilibrio tra minori spese e maggiori entrate" che sembra caratterizzare la manovra.

Il Pd boccia "la mancanza di qualsiasi intervento sulla questione salariale" (in altre parole il mancato aumento della detrazione Irpef) e "la discutibile qualità delle misure adottate per la riduzione della spesa pubblica", in particolare per i tagli alla sanità e agli enti locali.

Veltroni scommette dunque sull'autunno, perché dice, arriverà in quella stagione "la prova dei fatti. Sul terreno economico, innanzi tutto".

"Non ci siamo, onorevole Berlusconi", ha detto il leader del Pd. "Oggi siamo noi a dirlo, in autunno sarà una larga parte degli italiani. Quella che noi chiameremo a raccolta per un'azione di protesta e di proposta in tutto il Paese, che culminerà con una grande manifestazione nazionale".

UN "NUOVO BIPOLARISMO"

Dopo che il Pd ha corso da solo alle ultime elezioni - con l'unica eccezione del cartello coi Dipietristi - oggi Veltroni ha detto che il partito non punta al bipartitismo, ma a "un nuovo bipolarismo". Un messaggio rivolto non soltanto alla sinistra "radicale", ma anche all'Udc di Pierferdinando Casini.

A Prc ed ex soci dell'Arcobaleno Veltroni ha detto che il Pd avrà "una politica delle alleanze", e che "vogliamo non essere da soli in questa impresa (di governare)", pur ribadendo che l'alleanza deve essere sul programma e che il baricentro deve essere "una grande forza riformatrice".

Il segretario ha poi voluto "rassicurare" Casini: "Noi riconosciamo il ruolo dell'Udc e abbiamo aprezzato il coraggio col quale ha saputo difendere la sua autonomia... Noi auspichiamo di poter lavorare insieme non solo per coordinare le opposizioni in Parlamento, ma anche per affermare non un bipartitismo, ma un nuovo bipolarismo... fondato su chiare alleanze per il governo e non più... su coalizioni tenute insieme solo dalla logica del nemico comune".

PD LANCIA IL TESSERAMENTO

Dal podio della Nuova Fiera di Roma Veltroni ha annunciato anche che il Pd avvierà a luglio il suo primo tesseramento.

"A luglio partirà la campagna di tesseramento, che dovrà essere una grande occasione per radicare il partito", ha detto il segretario.

"Noi non abbiamo mai parlato di partito 'liquido', perché vogliamo un partito presente in tutti gli ottomila comuni italiani e in tutti i quartieri e le borgate delle città...", ha detto il segretario del Pd.

Finora, il partito aveva distribuito speciali "certificati" a coloro che hanno partecipato alle elezioni primarie dell'ottobre 2007, vale a dire circa 3 milioni e mezzo di persone. Alle ultime politiche il Pd ha raccolto poi circa 12 milioni di voti.

Un'iniziativa, quella del tesseramento, che da tempo erano in diversi a chiedere nel Pd. Ma che Veltroni oggi sembra lanciare anche come "correttivo" al peso crescente delle correnti.

"Non può e non deve succedere che l'unica via d'ingresso nel Pd finisca per essere, sul territorio, la struttura periferica di una organizzazione più o meno correntizia", ha detto nella sua relazione Veltroni.

La presenza organizzata di correnti, riunite intorno a esponenti politici o centri studi e fondazioni - come la "ItalianiEuropei" di Massimo D'Alema - è da tempo uno dei temi spinosi nel dibattito interno, pur senza mettere per ora a rischio la leadership di Veltroni, che può contare su una maggioranza dell'80% nel partito. Percentuale che dovrebbe uscire confermata stasera nel varo della nuova direzione, dicono fonti politiche interne al Pd.

Infine Veltroni è tornato anche a rievocare Romano Prodi, ex premier ed ex presidente del partito, chiedendogli di restare numero uno del Pd sia pur dopo le dimissioni annunciate a Pasqua dal Professore e riconfermate solo ieri in una lettera.

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