Può essere incostituzionale la norma che sospende i processi puniti con la reclusione fino a dieci anni. A sostenerlo è il Csm nella bozza del parere che sta mettendo a punto la Sesta Commissione di Palazzo dei Marescialli.

 

 Il testo, che sarà discusso lunedì dalla Commissione, sottolinea la "potenziale incompatibilità" della norma con l'art.111 della Costituzione, e cioé con la ragionevole durata del processo, e con l'art.3, e cioé con il principio dell'uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge.

Non è questo il solo problema di ordine costituzionale: una materia così importante - avvertono i relatori Fabio Roia e Livio Pepino - non può essere affrontata con lo strumento del decreto legge; e oltretutto è completamente estranea al tema del provvedimento, che è tutto dedicato alla sicurezza.

 Le critiche di Palazzo dei Marescialli non si fermano qui: il riferimento temporale scelto per la sospensione dei processi (relativi ai reati commessi fino a giugno del 2002) "non ha alcun appiglio logico". Avrebbe avuto invece un senso - suggeriscono i consiglieri - sospendere i processi coperti dall'indulto e perciò destinati ad essere inutilmente celebrati. E non è ancora tutto: l'Europa, che ha già messo sotto accusa la giustizia italiana per la sua lentezza, non capirebbe - sottolinea ancora Palazzo dei Marescialli - le ragioni di questa scelta, destinata ad allungare ancora i tempi dei processi.

 

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