Omicidio Meredith, scoperto il piano dei genitori di Raffaele: "Ci aiuteranno i politici". Chiedevano agli amici influenti di fare pressioni sui giudici della Corte di Cassazione. Incastrati dalle intercettazioni contenute nei faldoni dell'inchiesta sul delitto di Perugia. Tra gli obiettivi "cacciare i poliziotti scomodi". Nel mirino anche il commissario Napoleoni

  

Meredith Kercher, la studentessa americana

uccisa nella sua casa a Perugia

di MEO PONTE
PERUGIA - Far trasferire poliziotti scomodi, chiedere l'intervento di politici di spicco, organizzare campagne mediatiche. Tutto per scagionare Raffaele Sollecito, lo studente di Giovinazzo, in carcere con l'accusa di aver ucciso, con la fidanzata americana Amanda Knox e Rudy Guede, la studentessa inglese Meredith Kercher.


È il piano messo a punto nei mesi scorsi dalla famiglia Sollecito e ora rivelato dalle intercettazioni telefoniche depositate l'altro ieri con i quattordici faldoni che raccolgono l'intera inchiesta sul delitto di Perugia.

Le registrazioni delle conversazioni telefoniche tra il padre di Raffaele, Francesco Sollecito, noto cardiologo pugliese, il fratello Giuseppe, la cognata Sara, la seconda moglie Mara e la figlia Vanessa ricostruiscono l'incessante attività della famiglia per trovare l'appoggio di personaggi influenti. Spinto dalla convinzione che la Squadra Mobile perugina e il pm Giuliano Mignini abbiano indagato in modo errato, l'intero clan familiare di Raffaele Sollecito si mobilita per scagionare il giovane. Non solo con l'intervento di pool di avvocati e di consulenti medico-legali ma anche attraverso amicizie politiche.

Ad esempio Vanessa, la sorella di Raffaele, confida al padre di aver la possibilità di raggiungere il senatore Domenico Formisano dell'Italia dei Valori. "Il senatore - dice - mi ha contattato per chiedermi un intervento a favore di una persona. Sono contenta perché così sarà in debito con me e potrò andare a Napoli a parlargli". Si rivela ingenua, Vanessa, anche se è un tenente dei carabinieri. Al padre che la invita alla prudenza ricordandogli che ha il telefono sotto controllo lei risponde: "Ma io non sono intercettata".

Un altro politico di spicco a cui si rivolge la famiglia Sollecito, anche grazie alla zia Sara, militante di Alleanza Nazionale, è Domenico Nania, ora vicepresidente del Senato, che, secondo i parenti di Raffaele, potrebbe interessare alla vicenda addirittura l'onorevole Renato Schifani. Anche la scelta di Giulia Bongiorno come avvocato è dettata dalla stessa logica. Mara, la matrigna di Raffaele, la definisce "la signora Trentapalle" e sottolinea: "Lei sa come comportarsi in certe situazioni". Tutta questa attività naturalmente viene riferita a Raffaele durante i colloqui in carcere, anche questi intercettati.


Che cosa vogliono i familiari di Sollecito da questi politici appare chiaro da altre intercettazioni: pressioni sui giudici della Corte di Cassazione affinché accolgano il ricorso presentato dagli avvocati del ragazzo e interventi per togliere l'inchiesta ad alcuni investigatori scomodi. Nel mirino della famiglia ci sono soprattutto il commissario Monica Napoleoni, responsabile della Sezione Omicidi, e Giacinto Profazio, capo della Squadra Mobile, che sono di volta in volta definiti "maiali, figli di p., bastardi".

"Dobbiamo trovare qualcuno che possa intervenire in qualsiasi maniera - si legge nelle intercettazioni - Bisogna far sì che la polizia non faccia altre nefandezze". Tutti si dicono convinti che la polizia perugina sia capace di alterare le prove, costruendone addirittura di false. E per questo contattano giornalisti e televisioni finendo per portare a Telenorba un filmato girato nel momento successivo alla scoperta dell'omicidio che dovrebbe, secondo loro, rivelare l'inefficienza della polizia scientifica.

È una decisione invece che si rivela fatale per la famiglia Sollecito: l'intero clan finisce indagato per violazione della privacy, diffamazione e pubblicazione arbitraria di atti giudiziari e pubblicazione di immagini raccapriccianti. E ora alla Procura di Perugia pensano di inviare ai colleghi di Firenze, competenti per territorio, il nuovo fascicolo.

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