Hamas denuncia la prima violazione degli accordi che hanno portato al cessate il fuoco: soldati israeliani avrebbero sparato alcuni colpi nelle vicinanze del confine con la Striscia di Gaza. L'episodio «riflette le cattive intenzioni degli occupanti», afferma il portavoce Sami Abu Zhari: «Hamas considera gli occupanti già da ora responsabili per qualsiasi rottura della calma».

 

La tregua in vigore da giovedì mattina tra Hamas e Israele per il resto regge. Anche se lo scetticismo è tutt'altro che superato, soprattutto nello Stato ebraico. Un sondaggio pubblicato dallo "Yedioth Ahroniot" indica che il 56% della popolazione è favorevole al cessate il fuoco, ma che il 79% degli israeliani dubita verrà rispettato dai miliziani palestinesi.

A tenere alta le tensione è stata una frase pronunciata da Ismail Haniyeh. Il leader di Hamas ha spiegato, come riferisce l'edizione ondine dello Yedioth, che fermare il contrabbando di armi verso Gaza va «oltre le capacità del Governo: su questo non possiamo prendere impegni».

Parole immediatamente criticate dal portavoce di Olmert: l'accordo lo impone, ha replicato Mark Regev, «e chi sostiene il contrario sembra voler distruggere la calma prima che questa abbia la capacità di produrre davvero risultati».

Due israeliani sono stati feriti in Cisgiordania - uno in modo serio - da colpi di arma da fuoco. Lo hanno riferito fonti dei servizi di soccorso israeliani. I due uomini sono stati colpiti da proiettili provenienti da una vettura nei pressi della colonia ebraica di Neveh Tzuf, a ovest di Ramallah, nel nord della Cisgiordania, ha indicato il Magen David Adom, equivalente israeliano della Croce Rossa.

L'esercito israeliano ha isolato il settore e ha allestito dei posti di blocco per fermare i presunti autori dell'attacco, ha riferito una fonte militare.

 

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