La procura di Roma ha riaperto l'inchiesta sulla strage di Ustica, dopo aver convocato e sentito come testimoni il presidente emerito della Repubblica Francesco Cossiga e Giuliano Amato, ai tempi sottosegretario alla presidenza del Consiglio.

 

L'iniziativa dei pm Maria Monteleone e Erminio Amelio fa seguito alle dichiarazioni dell'ex presidente della Repubblica Francesco Cossiga secondo il quale ad abbattere il DC 9 dell'Itavia il 27 giugno del 1980 sarebbe stato un missile "a risonanza e non ad impatto" lanciato da un aereo della Marina militare francese.

La apertura della nuova indagine - di cui ha dato notizia il Tg3, dopo l'archiviazione disposta del giudice istruttore Rosario Priore - verifichera' anche attraverso una rogatoria con la Francia, fatta anche per identificare i responsabili militari transalpini, le dichiarazioni di Cossiga.

 Cossiga nel febbraio dello scorso anno spiego' a vari emittenti, radiofoniche e televisive che "furono i nostri servizi segreti che, quando io ero Presidente della Repubblica, informarono l'allora Sottosegretario Giuliano Amato e me che erano stati i francesi, con un aereo della Marina, a lanciare un missile non ad impatto, ma a risonanza. Se fosse stato ad impatto non ci sarebbe nulla dell'aereo". Cossiga spiego' ai media che "i francesi sapevano che sarebbe passato l'aereo di Gheddafi. La verita' e' che Gheddafi si salvo' perche' il Sismi, il generale Santovito, appresa l'informazione, lo informo' quando lui era appena decollato e decise di tornare indietro. I francesi questo lo sapevano e videro un aereo dall'altra parte di quello italiano e si nascose dietro per non farsi prendere dal radar".

Nel gennaio dello scorso anno la prima sezione penale della Cassazione chiuse definitivamente una vicenda giudiziaria parallela a quella della strage, ovvero il processo ai generali dell'aeronautica sui cosiddetti depistaggi. La suprema corte dichiaro' inammissibile il ricorso avanzato del Procuratore generale della Corte d'Appello di Roma che aveva chiesto una riformulazione della sentenza d'assoluzione, che avrebbe lasciato uno spiraglio per il risarcimento. I generali dell'Aeronautica Lamberto Bartolucci e Franco Ferri, accusati di aver omesso al governo informazioni sul disastro avvenuto 26 anni fa, furono assolti, in maniera definitiva "perche' il fatto non sussiste".

 

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