Ecco il racconto fatto ai magistrati da Sabrina Minardi, ex moglie del calciatore Bruno Giordano e per un periodo amante di Renatino De Pedis

 

LA CONSEGNA


«Arrivai al bar del Gianicolo con Renatino con la mia A112. Renatino mi aveva detto che avrei incontrato una ragazza che dovevo accompagnare al benzinaio del Vaticano.

Arriva 'sta ragazzina: era confusa, non stava bene, piangeva e rideva insieme. Renato e Sergio me la misero (la ragazza, ndr) in macchina, più che Renato, Sergio prese la ragazza dalle mani di questa signora e la accompagnò nella mia macchina. Poi, io salii in macchina e andai. Mi dissero che alla fine di quella via c'era questo signore che l'aspettava. All'appuntamento c'era uno che sembrava un sacerdote: scese da una Mercedes targata Città del Vaticano e prese la ragazza. A casa domandai: A Renà, ma quella non era... Se l'hai conosciuta, mi rispose, è meglio che te la scordi. Fatti gli affari tuoi». «Al Gianicolo l'aveva portata Sergio con una Bmw. Sarà stato alto, più o meno un metro e novanta, era parecchio più alto di Renato. Belle spalle, fisico da boxeur, da sportivo, insomma. Capelli chiari e occhi verdi-azzurri. Molto riservato. Io lo vedevo sempre, faceva l'autista a Renato. Aveva un'Audi bianca. La Bmw la vidi soltanto in quel frangente lì su. Sergio l'aveva portata al bar Gianicolo».


IL MANDANTE


«Renato, da quello che mi diceva, aveva interesse a cosare con Marcinkus perché questi gli metteva sul mercato estero i soldi provenienti dai sequestri. Io la motivazione esatta non la so, però posso dire che con De Pedis conobbi monsignor Marcinkus. Lui era molto ammanicato con il Vaticano, però i motivi posso immaginare che fossero quelli di riciclare il denaro. Mi sembra che Marcinkus allora era il presidente dello Ior; però, sono ricordi così. Io a monsignor Marcinkus a volte portavo anche le ragazze lì, in un appartamento di fronte, a via Porta Angelica. Sarà successo in totale quattro o cinque volte, tre-quattro volte. Lui era vestito come una persona normale». «Mi ricordo che una volta Renato portava sempre delle grosse borse di soldi a casa. Sa, le borse di Vuitton, quelle con la cerniera sopra. Mi dava tanta di quella cocaina, per contare i soldi dovevo fare tutti i mazzetti e mi ricordo che contò un miliardo e il giorno dopo lo portammo su a Marcinkus».

 

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