Anche i bambini. Nei campi nomadi tutti, proprio tutti dovranno sottoporsi alla schedatura delle impronte digitali. Come se fossero in carcere. Ed è difficile riuscire a spiegare, come tenta il ministro dell'Interno Roberto Maroni, che «non si tratta di una schedatura etnica».

 

Il titolare del Vicinale parla davanti alla commissione Affari Costituzionali della Camera e ribadisce che a tutti gli abitanti dei campi nomadi, compresi i minori, saranno prese le impronte digitali per il censimento dei residenti nei campi, ma assicura che «non si tratta di una schedatura etnica, bensì di una ulteriore garanzia per la tutela dei loro diritti e per garantire a chi ha il diritto di stare in Italia migliori condizioni di vita».

Il ministro ha però rassicurato (sic) che le forze dell'ordine quando andranno nei campi per effettuare il censimento saranno accompagnate dal personale della Croce Rossa italiana e dai servizi sociali dei Comuni. «Prenderemo le impronte anche dei minori, in deroga alle attuali norme, proprio per evitare fenomeni come l'accattonaggio. Non sarà certo una schedatura etnica - ha ripetuto il ministro - ma un censimento vero e proprio per garantire a chi ha il diritto di rimanere di poter vivere in condizioni decenti. E mandare invece a casa chi non ha il diritto di stare in Italia». Maroni nell'occasione ha spiegato che solo a Roma ci sono «almeno 50 campi dentro il Grande Raccordo Anulare».

Bernardini (Radicali-Pd): per i "pianisti" era umiliante...  Rita Bernardini, segretaria di Radicali Italiani, deputata radicale-PD e membro della Commissione Giustizia alla Camera ricorda: «Quando la delegazione radicale all'interno del PD ha proposto per i "pianisti" di superare il problema facendo votare con un sistema basato sulle impronte digitali dei deputati, ci si è risposto che sarebbe stato umiliante costringere un parlamentare a compiere un atto generalmente riservato ai delinquenti. Ora veniamo a sapere dal ministro Maroni che per il censimento dei rom, bambini compresi, occorre rilevare le impronte digitali e che questo non sarebbe nè degradante, nè rivelerebbe un atteggiamento xenofobo. I soliti due pesi e due misure della casta».   

Maroni: no alla sanatoria per le badanti  Maroni poi ribadisce la sua contrarietà ad ogni forma di regolarizzazione degli immigrati entrati clandestinamente, anche se dovesse riguardare solo le badanti di disabili o persone anziane: «Sono e resto contrario a qualsiasi forma di sanatoria generalizzata. In Consiglio dei Ministri la questione non è ancora stata discussa, quando lo sarà manterrò la mia posizione», dice commentando le ipotesi di un piano dei ministri Carfagna e Sacconi in questo senso. «Per me il principio è semplice: o si è entrati regolarmente, o si è clandestini - spiega il ministro al termine dell'audizione alla Camera - e faccio fatica a comprendere categorie intermedie come il "quasi clandestino" o il "clandestino meritevole". Perchè una badante di una persona di 70 anni sì e quella di una persona di 69 no? Perchè una badante sì e un muratore che mantiene 3 figli col suo lavoro no?». Maroni sottolinea che «è vero che si fa fatica a trovare badanti regolari, ma non è impossibile. E allora respingo la doppia morale di chi chiede allo Stato intransigenza ma poi per i suoi interessi chiude tutti e due gli occhi».

 

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