Iniziativa congiunta di Italia, Spagna, Grecia e Marocco all'insegna di "un'identità alimentare e culturale comune". Palazzo Madama ha approvato all'unanimità la mozione promossa da De Castro che chiede al governo di presentare il dossier di candidatura all'Unesco

  

ROMA - Un piatto di pasta condita con pomodoro e olio extravergine, accompagnato da un bicchiere di vino, formaggi tipici e frutta di stagione. E' solo qualche esempio di alimenti alla base della dieta mediterranea, un modo di nutrirsi apprezzato in tutto il mondo che va salvaguardato. Su questo tutti d'accordo, anche nel litigioso mondo politico italiano: il Senato ha approvato all'unanimità una mozione per il riconoscimento della dieta mediterranea come "patrimonio culturale immateriale dell'umanità". Presentata da Paolo De Castro (Pd) e sottoscritta da 100 senatori, la mozione è un atto formale per impegnare il governo alla "salvaguardia e valorizzazione" della dieta mediterranea e a "proseguire con grande determinazione" le iniziative perché venga inserita nel patrimonio dell'umanità dell'Unesco.

Il primo impegno chiesto al governo dalla mozione è quello di presentare all'Unesco, entro la scadenza prevista per il 14 agosto, il dossier di candidatura della dieta mediterranea all'inserimento nel patrimonio culturale immateriale dell'umanità. Un'iniziativa congiunta di Italia, Spagna, Grecia e Marocco, all'insegna di "un'identità alimentare e culturale comune".

"La dieta mediterranea è parte integrante dell'identità storica e culturale del Mediterraneo e opportunità di crescita economica per i Paesi dell'area - ha detto De Castro, ex ministro delle Politiche agricole, nel presentare la sua mozione all'Aula di palazzo Madama. - Tale modello di alimentazione, che continua a essere un punto di riferimento sia perché incontra il gusto di milioni di consumatori sia per il ruolo preventivo che la scienza della nutrizione le riconosce, non è solo un modo di nutrirsi, ma è espressione di un intero sistema culturale improntato alla salubrità, alla qualità degli alimenti e alla loro distintività territoriale".

"La tradizione e l'innovazione - ha spiegato De Castro - sono due elementi che coesistono efficacemente nella dieta mediterranea e che saranno un prezioso alleato anche in previsione della prossima zona euromediterranea di libero scambio del 2010. Per il nostro Paese, in particolare, uno dei più importanti vantaggi competitivi è oggi rappresentato da un patrimonio enogastronomico straordinario, ricco di molteplici valori materiali e immateriali che si saldano ai territori rafforzandone l'attività e le chance di sviluppo". Il senatore del Pd ha anche evidenziato che "la difesa delle produzioni mediterranee è un elemento strategico e prioritario per la politica agroalimentare del nostro Paese".


De Castro ha ricordato ancora che "le principali produzioni agricole che caratterizzano la dieta mediterranea rappresentano circa il 40 per cento del valore della produzione agricola europea, un importo vicino a 120 miliardi di euro. Tale incidenza aumenta significativamente per i Paesi membri che si affacciano sul mar Mediterraneo, in particolare per il nostro Paese in cui oltre la metà della produzione agricola è imputabile a cereali, ortofrutta, olio d'oliva, prodotti della pesca e, naturalmente, il vino". Prodotti che negli ultimi anni hanno "dimostrato di essere apprezzati sulle tavole di tutto il mondo e il valore delle esportazioni italiane dei prodotti mediterranei ha superato nel 2007 circa 10 miliardi di euro, cioè circa il 40 per cento del totale delle esportazioni agroalimentari del nostro Paese".

Il governo, attraverso il sottosegretario alle Politiche agricole Antonio Buonfiglio, ha espresso parere favorevole alla mozione, che lo impegna ad adottare "tutti i provvedimenti necessari per la tutela e la valorizzazione della dieta mediterranea nel territorio nazionale" e anche a presentare "un piano organico di interventi e iniziative, prevedendo nella legge finanziaria per il 2009 le necessarie risorse".

Durante il dibattito l'unico appunto è venuto dal presidente della commissione Agricoltura, Paolo Scarpa Bonazza Buora (Pdl), ad alcune "iniziative generiche, che potrebbero essere troppo costose", chieste al governo da De Castro e inserite nel testo della mozione.

"Siamo completamente d'accordo con i principi ispiratori della missione a favore della dieta mediterranea ma - ha precisato Scarpa Bonazza - siamo dell'idea che questa importante battaglia qualificante e dalle ricadute economiche significative non si debba risolvere con l'istituzione di inutili comitati, con la produzione di studi di vario genere dall'utilità opinabile. Riteniamo piuttosto che sia prerogativa del governo mettere in atto le iniziative politiche e le strategie diplomatiche adeguate per la salvaguardia e la valorizzazione della dieta mediterranea, ossia del cuore della produzione alimentare italiana".

 

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