A quanto apprende l'Adnkronos, la richiesta giunge nell'ambito di un'indagine che la vede indagata per abuso d'ufficio e concussione nei confronti del produttore cinematografico. L'esame della pratica nei prossimi giorni

 

Perugia, 26 giu. (Adnkronos) - La Procura della Repubblica di Perugia, a quanto apprende l'Adnkronos, ha chiesto al gip del capoluogo umbro la sospensione dall'esercizio della professione di magistrato per il giudice del Tribunale di Roma, Luisanna Figliolia, nell'ambito di un'indagine che la vede indagata per concussione nei confronti del produttore cinematografico Vittorio Cecchi Gori (nella foto) e di abuso d'ufficio.



La richiesta del pm perugino, Sergio Sottani, sarà esaminata nei prossimi giorni dal gip del capoluogo umbro che sentirà il giudice romano per poi decidere se applicare o meno la sospensione. In particolare, secondo la Procura perugina, territorialmente competente ad indagare sui reati commessi dai magistrati romani, il giudice Figliolia avrebbe, in qualità di giudice in servizio presso il Tribunale di Roma, abusando della sua qualifica, costretto o comunque indotto Vittorio Cecchi Gori a darle numerose elargizioni come soggiorni nell'appartamento a Londra, soggiorno nell'estate del 2007 nella casa di Sabaudia, una collana del valore di 6mila euro, una borsa del valore di 700 euro, una festa di compleanno in un noto albergo della capitale dal conto di 2.056,00 euro.

Sempre secondo il pm, il giudice romano avrebbe indotto o costretto Cecchi Gori a stipulare un contatto a favore del marito, L.B. che prevedeva un compenso mensile di 100mila euro. Per le stesse elargizioni al giudice Figliolia viene contestato l'abuso d'ufficio e la violazione delle norme disciplinari. Il gip Figliolia sarà ascoltato entro la prossima settimana.

Il 3 giugno scorso, il produttore cinematografico Vittorio Cecchi Gori era finito in carcere in relazione ad un'indagine che scaturiva dal fallimento della 'Safin Cinematografica', fallita per 25 milioni di euro, società collegata alla Fin.Ma.Vi. il cui fallimento è stato dichiarato il 23 ottobre del 2006 dal Tribunale di Roma. Oltre a Vittorio Cecchi Gori venne arrestato anche Luigi Barone, amministratore della 'Safin Cinematografica' e della Fin.Ma.Vi. Un altro arresto riguardava il presidente del collegio sindacale della 'Safin Cinematografica', Giorgio Ghini, al quale vennero concessi i domiciliari.

Cecchi Gori era stato indagato il 16 maggio scorso per bancarotta dalla magistratura capitolina. Un risvolto dell'inchiesta svolta dalla Procura di Roma è tuttora all'esame della Procura della Repubblica di Perugia. A determinare il rinvio degli atti è stato il risultato di un'indagine svolta dal nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza della Capitale, indagine dalla quale è emerso che nei giorni successivi alla sentenza dichiarativa del fallimento Vittorio Cecchi Gori ebbe contatti non solo con uomini politici ma anche con magistrati "al fine di cercare solidarietà".

Proprio quest'ultima circostanza aveva spinto i pubblici ministeri Lina Cusano e Stefano Rocco Fava, che il 14 maggio scorso avevano chiesto il rinvio a giudizio non solo di Cecchi Gori ma anche del suo collaboratore Luigi Barone, a investire della questione la Procura di Perugia, competente a valutare la posizione che i magistrati possono avere assunto nella vicenda.

A Perugia la Procura di Roma ha inviato un documento di 20 pagine dove si dà conto delle indagini svolte dalla Guardia di Finanza.

Nel documento della Guardia di Finanza si facevano anche una serie di riferimenti alla situazione dei bilanci della Fin.Ma.Vi., alla distrazione di somme di denaro ai danni della società 'Mediafiction Spa' e a rapporti commerciali intercorsi tra Cecchi Gori Group Fin.Ma.Vi. e la Atrium Produktion.


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