Lettera del leader dell'Idv all'Unità: «Tutta l'opposizione deve essere unita e bloccare la deriva di questo governo»

ROMA
«Carissimo Walter, è un momento cruciale per il nostro Paese, sono a rischio la democrazia e il futuro economico e sociale degli italiani. E proprio per questo, tutta l’opposizione deve essere unita e bloccare la deriva di chi abusa del proprio ruolo al fine di tutelare solo gli interessi personali». È l’appello del leader dell’Italia dei Valori, Antonio Di Pietro, in una lettera indirizzata al segretario del Pd, Walter Veltroni, pubblicata oggi sull’Unita.

«La democrazia non si baratta - prosegue - ma si difende in ogni sede e con tutte le energie. Questo non è il momento di soffermarsi a riflettere, nè di rimandare a tempi che verranno. È il momento di chiamare a raccolta i cittadini, di scendere in piazza, perchè domani sarà sempre troppo tardi. Non possiamo attendere inermi che i provvedimenti "salva-premier" e tutte le disposizioni vergogna divengano legge, pur essendo l’unico esito possibile, a fronte dei numeri schiaccianti che questa maggioranza ha in Parlamento. Per questo - aggiunge - bisogna assumersi la responsabilità, dare la parola ai cittadini e spiegare loro quello che sta accadendo. L’8 luglio l’Italia dei Valori sarà a piazza Navona per manifestare e sarà senza bandiere, insieme a tante altre forze politiche, associazioni, comitati e liberi cittadini. Siamo stati chiamati e abbiamo risposto».

Poi l'appello a Veltroni: «Chiediamo anche al Pd di esserci, di partecipare e di non alzare steccati. La difesa della libertà e della democrazia - aggiunge Di Pietro - non ha colore, nè bandiere, ha solo la forza delle idee e il coraggio di non tirarsi indietro. Il Paese ha bisogno di un’opposizione unita, coesa e senza nessuno che rivendichi una sterile primogenitura. Anche per questo l’Italia dei Valori sarà con il Pd in piazza in autunno, per denunciare l’emergenza sociale, democratica ed economica, affiancandolo in quella azione di protesta e di proposta al Paese. Il progetto del Pd - conclude - di un’alternativa forte e credibile a un governo che sta portando l’Italia al collasso, ha avuto già la nostra adesione».

Ma dal Pd le reazioni sono caute. Solo ieri i democratici avevano sostenuto di non voler andare in piazza da ospiti in casa di altri ma di voler promuovere manifestazioni «di popolo» con al centro i problemi degli italiani e non quelli del presidente del consiglio. Walter Veltroni chiude dunque la porta ad Antonio Di Pietro, e, pur lasciando libertà di coscienza ai singoli parlamentari, respinge le sirene del girotondismo, suonate dall’ex direttore dell’Unità, Furio Colombo, che, durante l’assemblea a Montecitorio, rivendica ai molti scettici dentro il Pd che «i girotondi hanno vinto tutte le battaglie». Ragiona Antonello Soro: «C’è qualche collega che è contento perchè il Caimano è tornato ma quell’opposizione non paga e i girotondi sono stati una forma di protesta che non è servita per vincere le prossime elezioni».