È quanto ha sostenuto la Procura Generale della Cassazione davanti alle sezioni unite civili della Suprema Corte. Se le richieste verranno accolte il magistrato dovrà lasciare Catanzaro e le funzioni di pubblico ministero

 

Roma, 1 luglio 2008 - Il pm di Catanzaro, Luigi De Magistris "è stato troppo disinvolto nei rapporti con la stampa".

È quanto sostiene il Pg di Cassazione, Antonio Martone, che stamane, davanti ai giudici delle sezioni unite civili della Suprema Corte, presieduti da Rafaele Corona, ha chiesto la conferma della sanzione della censura e del trasferimento disposto nei confronti del magistrato dalla sezione disciplinare del Csm, nonchè l'accoglimento parziale del ricorso presentato a Palazzaccio dall'allora ministro della Giustizia Luigi Scotti, contro le assoluzioni che il 'tribunale delle toghè aveva pronunciato nei confronti di De Magistris.


Il 18 gennaio scorso, infatti, la sezione disciplinare del Palazzo dei marescialli aveva sì 'condannato' il pm di Catanzaro per non avere informato i suoi superiori di diversi atti inerenti l'inchiesta toghe lucane, l'abnormità di alcuni provvedimenti come la secretazione in un armadio blindato dei nomi del parlamentare Giancarlo Pittelli e del Generale della Guardia di Finanza, Walter Lombardo Cretella, nell'ambito dell'inchiesta Poseidone e la trasmissione di quest'ultimo fascicolo a Salerno nonostante l'assegnazione dell'inchiesta gli fosse stata revocata, ma aveva pronunciato l'assoluzione per le incolpazioni riguardanti la "scarsa attenzione", l'omissione di "cautela" per prevenire la diffusione di notizie sui procedimenti in corso (come quella sull'iscrizione sul registro degli indagati dell'allora premier Romano Prodi, nell'ambito dell'inchiesta 'why not') l'aver seminato sospetti sui suoi capi e il disinvolto rapporto con la stampa. Se la tesi del Pg Martone verrà accolta dalle sessioni unite, De Magistris, dunque, oltre a dover lasciare la sede di Catanzaro e le funzioni di Pm, subirà un nuovo processo davanti alla sezione disciplinare del Csm.


"Non potrà che essere acclarata la correttezza del mio operato e la mia serietà e dignità professionale", aveva rilevato il magistrato nella memoria difensiva presentata in Cassazione assieme al ricorso contro il verdetto del Csm. Nelle scorse settimane, la Procura di Salerno, che aveva aperto un'inchiesta a carico del Pm per calunnia, abuso d'ufficio e rivelazione di segreto, riguardante le sue condotte nella gestione dei procedimenti 'Toghe lucanè, 'Why not' e 'Poseidone', ha chiesto l'archiviazione del fascicolo.

 

Per il pg Martone, in particolare, il ricorso di De Magistris è inammissibile perchè tardivo (presentato oltre i termini previsti dalla legge, fatto contestato dalla difesa del magistrato, assistito dal professor Gilberto Lozzi) e, in ogni caso, va rigettato.

 

Per conoscere il verdetto della Suprema Corte sul caso De Magistris bisognerà attendere diverso tempo: la sentenza, infatti, viene resa nota soltanto con il deposito delle motivazioni, che, secondo la legge deve avvenire entro un mese. Non si esclude però, che possa slittare, data la pausa estiva al prossimo settembre.

 

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