Il leader dell'Idv: «Con la blocca-processi Berlusconi ha raggirato il presidente della Repubblica». Alla camera respinte le pregiudiziali di costituzionalita'

 

ROMA - Il decreto sicurezza va avanti. Alla Camera, in aula, la maggioranza ha infatti bocciato le pregiudiziali di costituzionalità avanzate dall'opposizione. Al termine del dibattito, 302 i voti contro le pregiudiziali, 265 quelli a favore.



DI PIETRO - A infiammare la seduta sono state soprattutto le dichiarazioni di Antonio Di Pietro. Secondo il leader dell'Italia dei valori, il disegno di legge per la conversione del decreto sicurezza «ha in sé tutti i parametri per una dittatura alle porte». L'ex pm dice chiaro e tondo che Berlusconi «ha raggirato il presidente della Repubblica» facendo inserire la norma blocca-processi «da un suo dipendente» in un testo «con cui non c'entra niente». In particolare Di Pietro si chiede «quale sarà mai stata la ratio per fissare al 30 giugno 2002 il giorno dello spartiacque fra i reati che si possono perseguire e quelli per i quali i processi vanno bloccati?». Di Pietro prosegue: «La Costituzione dice che tutti i cittadini sono uguali davanti alla legge. E allora, caro presidente del Consiglio che ora qui non c'è, si faccia giudicare come tutti gli altri e la smetta di cercare attraverso la legge di sfuggire alle maglie della Giustizia». «Ma che ci azzecca - domanda Di Pietro - la sospensione del processo di Berlusconi con la lotta alla criminalità ed all'illegalità diffusa citate nel titolo del decreto? O forse ci azzecca?»

IL PD - Dà battaglia anche il Pd, che ha deciso di presentare un centinaio di emendamenti al decreto sicurezza. Il termine scade venerdì alle 13 e dopo una riunione dei componenti del gruppo nelle commissioni si è deciso di riproporre gli emendamenti già presentati al Senato (praticamente quasi tutti respinti dalla maggioranza) più alcune novità. La battaglia si concentrerà di nuovo su quello che è stato il 'leit motiv' dei democratici durante l'esame del provvedimento, in prima lettura, a Palazzo Madama: no all'aggravante della clandestinità, che prevede l'aumento di un terzo della pena se a commettere reato è un immigrato irregolare. Su questo punto la posizione del Pd era stata da subito chiara: «Non si può valutare diversamente una pena a seconda se chi la compie è un cittadino o uno straniero regolare o se è un clandestino».

UDC - L'Udc punta il dito sulla blocca-processi. Per Michele Vietti, vicecapogruppo alla Camera, si tratta di «un'amnistia occulta». «Abbiate il coraggio di stralciare la norma - prosegue Vietti - . Date prova di coraggio e onestà e si potrebbe riannodare il discorso per una norma sull'immunità compatibile con la Costituzione. Se farete questo gesto di lungimiranza noi siamo pronti a votare questo decreto. Noi non possiamo permettere di bruciare la credibilità delle istituzioni».

PDL - Tra gli esponenti della maggioranza, invece, tiene ancora banco il parere negativo approvato dal Csm sul decreto sicurezza («irrazionale» in alcuni punti, sostiene il Consiglio Superiore della Magistratura). Secondo il vice capogruppo del Pdl Enrico La Loggia, «il Csm avrebbe fatto bene ad astenersi». Entranto nel merito del provvedimento, La Loggia ha ribadito che «da parte nostra non ci può essere nessun cedimento nel garantire la sovranità popolare e le sue scelte».

 

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