"La morte e' il piu' fedele compagno di un ostaggio - ha detto la Betancourt ai giornalisti - Vivevamo con la morte... e la tentazione ci accompagnava sempre".

 

Ossessionata da pensieri di suicidio e dalla paura di venire uccisa, Ingrid Betancourt cominciava ogni giorno della sua prigionia alla 4 del mattino, infreddolita e depressa, ma sveglia nel buio per ascoltare alla radio le parole di incoraggiamento di sua madre. Spesso incatenata per il collo a un albero in campi segreti nella giungla, infestati da insetti e pieni di fango, aveva perso la voglia di mangiare.

Consapevole che altri prigionieri erano stati uccisi nel corso degli anni, Ingrid temeva per la propria vita, di poter morire per mano delle Farc o in una battaglia fra ribelli e militari. E, come quasi tutti gli ostaggi liberati, ha detto che fondamentali per la sua sopravvivenza sono stati il pensiero dei figli e i messaggi trasmessi per radio da parenti, amici e sostenitori, che l'hanno aiutata a sopportare anche la grigia routine di giorni in cui i ribelli la obbligavano ad andare a dormire alle sei del pomeriggio.

Durante la prigionia, la Betancourt ha anche cominciato a fumare, e usava le sigarette che riusciva a procurarsi come merce di scambio per procurarsi un po' di sapone o qualche medicinale per i suoi problemi di stomaco.

Si lavava completamente vestita per sottrarsi agli sguardi dei suoi rapitori.

A una domanda se l'avessero stuprata, Betancourt ha risposto: "Ho avuto esperienze dolorose... Ma non voglio parlare di cio' qui, ora, in questi momenti di felicita"'.

Tentativi di fuga venivano puniti: incatenata per il collo, privata del cibo, obbligata a camminare a piedi nudi durante i trasferimenti da un accampamento all'altro.

"Sono stata trattata come un cane - aveva dichiarato ieri a France 2 - C'era solo crudelta' e cattiveria".

 

Nel pomeriggio di oggi Ingrid Betancourt arriverà a Parigi, dove si fermerà qualche giorno. Ad accompagnarla i figli, la madre Yolanda Pulecio e il ministro degli Esteri francese Bernard Kouchner.

Ancora sotto choc per la liberazione la Betancourt ha dichiarato nel corso di numerose interviste, di essere in piena forma, ma di aver preso in considerazione la possibilità di morire durante la prigionia.

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