Il presidente De Pierro: “La democrazia è a rischio e sono certo che stavolta gli italiani non mostreranno di essere dei ‘coglioni’”

04/07/2008 - Roma “Fondamentale scendere in piazza soprattutto in questo momento del paese, non dimenticando che la colpa di questa situazione è anche dell’immobilismo del centro sinistra che ha favorito l’avvento di questo esecutivo di governo”.

 Così commenta Antonello De Pierro annunciando la scesa in piazza Navona alle ore diciotto del giorno 8 luglio per una manifestazione che si oppone ad alcune misure anti-democratiche che il governo attuale ha preso o si appresta a intraprendere. Insieme a lui il resto della nomenklatura: Roberto Soldà, vicepresidente dell’ Italia dei Diritti, Alessandro Calgani, responsabile romano del movimento ed altri esponenti.
“Di fronte a tutto ciò penso che stavolta gli italiani capiranno e sono certo che dimostreranno di non essere dei ‘coglioni’, così continua De Pierro.
Tra i punti del giorno sicuramente rilevanti per la vita democratica italiana ce ne sono alcuni che vengono descritti dallo stesso presidente dell’ Italia dei Diritti: “Bisogna assolutamente impedire che passi la legge che vieta le intercettazioni e che avrebbe l’effetto di immobilizzare i magistrati e imbavagliare i giornalisti a vantaggio dell’impunità di alcuni e della non informazione ai cittadini”. Continua il presidente: “Bisogna evitare che vengano sospesi i processi solo perché Berlusconi non venga giudicato come nel caso del procedimento Mills. Queste direttive avrebbero l’effetto di bloccare decine di migliaia di processi e di non permettere alle parti lese di ottenere la giustizia che meritano”. Continua De Pierro:”Il Lodo Schifani-bis è uno scandalo, le altre alte cariche non hanno bisogno di immunità, quello che si sta cercando di fare è solo di difendere Berlusconi. Questi e altri i motivi che ci spingono a scendere in piazza: la democrazia istituzionale è a rischio, quando la democrazia mediatica è già compromessa da molto tempo.”
“In conclusione dobbiamo scendere in piazza perché c’è il rischio concreto di avviarci verso una dittatura. Questo esecutivo è stato eletto dal popolo, ma non dimentichiamo che anche Mussolini lo fu”.