BRASILIA - E' stato arrestato a Ilhabela, in Brasile, sul litorale nord di San Paolo dal Ros e dalla polizia brasiliana dopo 26 anni di latitanza Luigi Bragaglia, ex esponente di spicco dei nuclei armati rivoluzionari (Nar), l'organizzazione eversiva di estrema destra attiva negli 70 in Italia.


 
Bragaglia aveva fatto perdere le proprie tracce nel 1982, sulle sue spalle una condanna a 12 anni e 11 mesi di carcere per rapina aggravata. sequestro di persona, ricettazione, detenzione e porto abusivo di armi, banda armata e associazione sovversiva. Al momento della cattura, avvenuta alle 21 locali, ha detto all'Ansa il commissario della polizia federale Humberto Prisco, l'uomo è stato trovato in possesso di una pistola e un documento falso. Nato nel 1960, latitante dal 1982, Bragaglia risulta proprietario di una posada nella località balneare di Ilhabela. L'ordine di cattura nei confronti del neofascista era stato emesso il 9 novembre 1977 dai pm di Roma Franco Marrone e Luciano Infelisi. 

E proprio agli inizi degli anni 70  che Bragaglia, grazie all'amicizia consolidata con Francesca Mambro e i fratelli Fioravanti comincia la sua carriera nei Nar, in cui spiccherà, sottolineano gli inquirenti, per «determinazione e capacità militari». I primi anni di militanza li passa nei quartieri "neri" di Roma nord, nelle zone di Vigna Clara, piazza Giuochi Delfici, via Cortina D'Ampezzo, via Flaminia e via Cassia, che in quegli anni rappresentavano le zone di ritrovo dei militanti di estrema destra, Da lì il forte impegno nell'organizzazione di aggressioni e intimidazioni nei confronti di ex parlamentari di sinistra, «finalizzate al controllo della piazza». Per questi reati e i due pm Marrone e Infelisi fecero scattare l'ordine di cattura.

 

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L'investigatore del Ros: «Così lo abbiamo preso»

ROMA (4 luglio) - Ha chinato la testa e ha detto: «Sì, sono io». Pier Luigi Bragaglia non ha opposto alcuna resistenza agli agenti della polizia brasiliana e, dopo aver detto di chiamarsi Paolo Luigi Rossini Lugo, cittadino venezuelano, ha ammesso di essere l'ex Nar oggetto del mandato d'arresto federale che gli è stato esibito.

È finita così, dopo 26 anni, buona parte dei quali trascorsi in Brasile, la latitanza dell'ex terrorista. A raccontarlo è uno degli investigatori del Ros, il Raggruppamento operativo speciale dell'Arma, che da aprile è sulle sue tracce e che ha partecipato anche alle ultime fasi delle indagini, fino alla cattura. I carabinieri sono arrivati in Brasile attraverso una serie di accertamenti che hanno riguardato, tra l'altro, le persone con cui Bragaglia è rimasto in contatto in questi anni, compresa la sua famiglia. «Gli elementi che avevamo raccolto - spiega l'investigatore all'agenzia Ansa - ci hanno spinto fino a Ilhabela, una piccola isola a poche miglia dalla costa e a 210 chilometri da S.Paolo. Un posto turistico, paradiso dei sub e dei surfisti».

A Ilhabela, i carabinieri e la polizia federale hanno cercato per tre giorni, 24 ore al giorno, una conferma certa che l'uomo che gestiva quel piccolo albergo, lo "Chalet do Paolo", fosse proprio l'ex Nar ricercato ormai da un quarto di secolo. Lo hanno fatto attraverso servizi di osservazione, pedinamenti, intercettazioni ambientali e telefoniche. «La conferma definitiva è arrivata dalle impronte digitali», spiega l'ufficiale del Ros. «Abbiamo confrontato quelle lasciate da Bragaglia al momento di ottenere la patente in Brasile con le impronte portate dall'Italia: coincidevano».
«Ieri pomeriggio alle cinque, la sera in Italia - prosegue l'investigatore - la polizia brasiliana lo ha fermato fuori dalla sua "pousada". Noi osservavamo la scena. Prima gli hanno chiesto se fosse lui Paolo Luigi Rossini Lugo, il nome con cui era conosciuto in Brasile, e lui ha risposto di sì. Poi gli hanno detto "c'è questo per lei" e gli hanno mostrato il mandato di cattura federale con il suo nome italiano: a quel punto ha ammesso di essere Pier Luigi Bragaglia e si è consegnato, senza fare alcuna resistenza. All'interno dell'albergo sono stati trovati una pistola e un falso passaporto venezuelano».

Bragaglia in Brasile, oltre allo "Chalet do Paolo", che sembra facesse buoni affari, era anche proprietario di un deposito di bevande. È sposato con una cittadina brasiliana, che dice di essere stata all'oscuro della sua vera identità e del suo passato eversivo, che peraltro Bragaglia - stando ai primi accertamenti - si sarebbe lasciato definitivamente alle spalle. L'ex Nar si trova in Brasile almeno dal 1988 (in quell'anno, infatti, ha ottenuto il numero di codice fiscale brasiliano), ma gli investigatori sospettano che nel Paese sudamericano abbia trascorso tutta la sua latitanza.