La storia sollevata da Repubblica. Le urla della donna disturbavano i vicini. L'assessore prima nega l'esistenza della lettera, poi fa marcia indietro

  

 

GENOVA - Il Comune di Genova fa marcia indietro: niente sfratto alla disabile.

 "Appena venuto a conoscenza del mio assessorato - spiega l'assessore all'Housing sociale Bruno Pastorino - ho fatto revocare il provvedimento". La denuncia pubblicata su Repubblica ha provocato un piccolo terremoto all'interno di palazzo Tursi. L'assessore prima nega, poi - "dopo un approfondimento con i funzionari del mio ufficio" - annuncia che lo sfratto è stato revocato. "L'amministrazione comunale è aperta da sempre ai diritti dei più deboli", si giustifica.

Stefania, affetta da una patologia grave che la induce a frequenti crisi che sfociano in urla e lamenti mal sopportati dai vicini, potrà rimanere nella casa che il Comune le ha affidato insieme alla madre, insegnante in pensione. "Dove non è arrivata la burocrazia - ha detto l'assessore di Rifondazione comunista - è arrivato il buon senso politico".

Quarantadue anni, invalida al 74%, Stefania soffre del morbo di Basedow "che ne determina iperattività motoria, insonnia, ipertensione, tremori e astenia" scrivono i medici. In altre parole, Stefania spesso urla e questo disturba molto i vicini di casa che più volte si sono rivolti anche alla guardia medica. Quello dell'inquilina, è "un comportamento gravemente asociale e penalmente rilevante nei confronti degli altri condomini" ha scritto l'Ufficio Casa del Comune.

"Forse l'unica soluzione per l'assegnataria di mantenere l'alloggio di edilizia residenziale pubblica a Molassana - è scritto in una corrispondenza tra il Comune e l'Asl - è quella di allontanare la figlia che potrebbe essere inserita in una struttura protetta".

L'assessore prima esclude che ci sia mai stato un provvedimento di sfratto: "Quelle parole appartengono ad una corrispondenza interna tra due uffici", tenta di discolparsi. Poi si affretta ad annunciare che l'ordine di allontamento dall'appartamento è stato revocato: "Colpa della cieca burocrazia" precisa l'assessore.


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