«Rattristato e indignato». Così ha detto di sentirsi, il ministro dell'Interno Roberto Maroni, dopo la risoluzione di oggi 10 luglio, del Parlamento europeo sui Rom.

Una risoluzione che censura duramente le misure varate dal Governo italiano, invitandolo a sospendere la raccolta delle impronte digitali dei bambini rom.
«Il governo italiano andrà avanti fino in fondo, nel pieno e totale accordo con la Commissione Europea», perchè censire i campi nomadi e restituire dignità a chi vi abita «è una battaglia di civiltà». Questa la risposta che il ministro leghista invia all'assemblea di Strasburgo, in un incontro con la stampa estera. «L'obiettivo del governo italiano - ha proseguito -, è porre fine allo sconcio di campi nomadi che sono peggio delle favelas». Maroni ha spiegato che il Governo «vuole realizzare campi autorizzati, controllati, dove possono vivere in modo decoroso tutti coloro che sono in Italia», che siano Rom, cittadini extracomunitari o italiani.

«La definizione di una emergenza rom a Milano e in Italia fu data dal governo Prodi e dall'allora ministro degli Interni, Giuliano Amato», ha poi ricordato l'attuale responsabile del Viminale, sostenendo che il nuovo governo ha soltanto sostituito la definizione «emergenza rom» con quella di una «emergenza campi nomadi».

 

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