La cura per il morbo di Alzheimer potrebbe arrivare da alcuni pomodori che, modificati geneticamente, verrebbero utilizzati come vaccino.

 Questa particolare cura per il morbo di Alzheimer si sta studiando presso il Korea Research Institute of Bioscience and Biotechnology (KRIBB) di Seoul, alcuni particolari sulla ricerca sono stati pubblicati sulla rivista Biotechnology Letters (Luglio 2008).

I ricercatori coreani, coordinati da HyunSoon Kim, hanno inizialmente modificato geneticamente una pianta di pomodoro in grado di generare una sorta di vaccino commestibile per la cura del morbo di Alzheimer. Per ottenere questo risultato, è stato inserito il gene della proteina che causa l'Alzheimer, la beta amiloide, nel Dna della pianta del pomodoro. In questo modo, con la realizzazione di un vaccino in grado di irrobustire il sistema immunitario e proteggerlo dal morbo di Alzheimer, si è conclusa la prima fase della ricerca.

Nella seconda fase dello studio il vaccino è stato sperimentato su alcune cavie di laboratorio. Per un periodo di tre settimane, i ricercatori hanno dato settimanalmente una mini porzione del pomodoro OGM ai topolini. Successivamente sono stati prelevati dalle cavie alcuni campioni di sangue e si è proceduto con l'analisi. In base a quanto riferito, i pomodori sarebbero riusciti a stimolare il sistema immunitario dei topolini sviluppando degli anticorpi in grado di neutralizzare la proteina responsabile dell'insorgenza del morbo di Alzheimer.

In base ad alcune analisi, i ricercatori hanno notato che i pomodori, se cotti, non mantenevano nessun effetto protettivo. Il prossimo passo sarà quindi quello di aumentare l'efficacia della protezione generata dai pomodori OGM.

Attualmente, i farmaci presenti sul mercato non sono in grado ne di prevenire ne di bloccare il morbo di Alzheimer, possono solo rallentare il decorso della malattia. Se i risultati della ricerca coreana saranno confermati, si potrebbe avere una cura in grado di impedire la formazione di nuove placche di proteina beta amiloide nel cervello bloccando così la malattia neurodegenerativa. Se già conclamata, la malattia non potrà però regredire, in base ai risultati ottenuti fino ad ora si è infatti osservato che il vaccino non diminuiva i livelli di placche nel cervello.

 

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