Dopo piazza Navona, ha deciso. Il deputato dell'Italia dei Valori Jean-Léonard Touadi lascia il partito di Di Pietro e aderisce al Pd.

A muovere la sua decisione c’è soprattutto la convinzione che «una rottura totale con Veltroni non è sostenibile» poiché «politicamente esisto perché lui mi ha voluto al Comune di Roma». Touadì, infatti, prima di approdare in Parlamento e diventare il primo deputato di colore della nostra Repubblica, era stato assessore alla Sicurezza e alle Politiche giovanili nella giunta Veltroni. Ora, pur non rinnegando la sua adesione all’Idv, un partito che lo ha «accolto a braccia aperte» e che gli ha dato «grandissime opportunità di crescita politica», non poteva più sostenere la «profonda contraddizione tra alcune mie profonde convinzioni e le posizioni che sta assumendo il partito».

Touadì si riferisce non solo alla frattura tra Veltroni e Di Pietro che si è consumata in seguito al No Cav Day («Avrei voluto – dice – una più netta presa di distanze dalle parole pronunciate contro il Presidente della Repubblica, contro il Partito Democratico e, da cattolico praticante quale sono, contro il Papa») ma più in generale ai due modi diversi di intendere l’opposizione: «Già al momento della scelta di non confluire in un gruppo parlamentare unico – ricorda Touadì – avevo avuto qualche perplessità. Distinti ma uniti, si disse allora. Con il passare delle settimane – conclude – l'affermazione della legittima identità hanno finito per oscurare le ragioni più volte reiterate dell'unità».

Touadì guarda al futuro e, ammette, prevede «un'ulteriore aggravio della situazione dei rapporti tra Pd e Idv». Per questo ha scelto ora,. Prima che sia troppo tardi. La notizia ha reso felice il capogruppo Pd alla Camera Antonello Soro, secondo il quale l’arrivo di Touadì è «un fatto politico importante, che premia il nostro modo di fare opposizione».

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