I fatti del G8 di Genova. I pm: la pena più alta (5 anni) per Pietro Troiani, accusato di aver portato le due molotov nella scuola

 

 

GENOVA - Condanna per 28 poliziotti. E assoluzione per uno solo degli imputati. È la richiesta dei pm nel processo per i fatti della scuola Diaz al G8 di Genova del 2001, quando al termine del blitz delle forze dell'ordine all'interno della struttura si contarono 93 attivisti no global feriti.

 Le richieste variano da cinque anni a tre mesi di reclusione. La pena più alta (5 anni) è stata chiesta per Pietro Troiani, accusato di aver portato le due molotov nella scuola per dimostrare la pericolosità degli attivisti. Per i vertici della Ps Francesco Gratteri (Antiterrorismo) e Giovanni Luperi (Servizi Segreti), i pm hanno chiesto 4 anni e 6 mesi ciascuno.

I PM - Complessivamente le richieste di condanna ammontano a 109 anni e 9 mesi. Le accuse vanno dalle lesioni al falso, dalla calunnia agli arresti illegali. Richiesta di condanna di 4 anni e 6 mesi è stata avanzata per Vincenzo Canterini, all'epoca comandante del I Reparto Mobile di Roma, per Gilberto Caldarozzi, all'epoca vice direttore dello Sco, per Filippo Ferri, dirigente della squadra mobile della Spezia, Massimiliano Di Bernardini, romano, vice questore aggiunto, Fabio Ciccimarra, vice questore aggiunto, napoletano, Nando Dominici, capo della squadra mobile di Genova, Spartaco Mortola, dirigente all'epoca della Digos di Genova, e Carlo Di Sarro, vice questore aggiunto presso la Digos di Genova. Per il vice di Canterini, Michelangelo Fournier, i pm hanno chiesto 3 anni e 6 mesi. Per l'agente scelto Massimo Nucera e il suo superiore Maurizio Panzieri, che avallò nel verbale il finto accoltellamento, i pm hanno chiesto 4 anni di reclusione a testa.

«FU UNA SPEDIZIONE PUNITIVA» - Durante la requisitoria, i pm hanno spiegato come nessuna delle parti offese sia stata in grado di riconoscere singoli poliziotti responsabili delle violenze. «È tuttavia emerso - hanno sottolineato - che il comportamento dei poliziotti, secondo i racconti di persone che hanno subito gli atti di violenza, è stato diffuso e trasversale». «Si è trattato di una spedizione punitiva - ha ribadito Francesco Cardona Albini - con i relativi ordini per occupare la scuola: in questo senso vanno gli indizi di omogeneità nel comportamento degli agenti, indipendente dal reparto di appartenenza, la presenza di funzionari dirigenti e di una catena di comando anche superiore a queste figure». Pur in assenza di risultanze che consentano di imputare la provenienza dell'ordine di irruzione e di singoli atti di violenza, «l'individuazione di comportamenti penalmente rilevanti a carico di chi aveva ruoli di comando è passata da evidenze probatorie - ha spiegato il magistrato - che evidenziano un'azione collettiva, caratterizzata da un intento comune, testimoniato dalle grida di battaglia al momento dell'ingresso che preannunciavano il comportamento poi posto in essere, dalla presenza di insulti e minacce da parte dei poliziotti ripetuti a tutti i piani. Comportamenti che danno il senso della carica di aggressività e che confermano l'ipotesi della spedizione punitiva». «I fatti che abbiamo illustrato sono così gravi perché minacciano la democrazia più delle molotov lanciate» ha detto il pm Enrico Zucca a conclusione della sua requisitoria-

AGNOLETTO - Soddisfatto Vittorio Agnoletto: «Le richieste dei pm sembrano proporzionate all'estrema gravità dei fatti contestati ai rappresentanti delle forze dell'ordine - ha spiegato l'eurodeputato -. Alcuni dei principali imputati in questi anni sono stati promossi e hanno fatto una veloce carriera. Decenza vorrebbe che fossero almeno sospesi in via cautelativa dai loro incarichi fino al pronunciamento della sentenza». Paolo Cento (Verdi): «La requisitoria e le richieste di condanna confermano che durante il G8 di Genova ci fu la sospensione dello stato di diritto e che furono utilizzati metodi cilenì con l'obiettivo di criminalizzare il movimento no global». Lorenzo Guadagnucci, giornalista del Resto del Carlino che era dentro la scuola la notte dell'irruzione: «Dalla requisitoria emerge in tutta la sua gravità quello che ha rappresentato la Diaz». Non è soddisfatto Mark Covell, il freelance inglese picchiato dai poliziotti davanti alla scuola: «Non sono contento anche se capisco che i pm hanno fatto un ottimo lavoro. E capisco la situazione politica che c'è adesso in Italia».

 

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