Nel penitenziario di Sulmona lo sfogo durante la prima visita concessa ai figli. Gli altri inquisiti: tutta una manovra di Angelini

di GIUSEPPE CAPORALE
 

SULMONA - È finito in carcere per una maledetta vendetta. Ne è sicuro Ottaviano Del Turco. Nel parlatoio del penitenziario di massima sicurezza di Sulmona, lo ha raccontato al figlio Guido (giornalista del Tg5), nel giorno della prima visita concessa ai parenti.

L'ormai ex presidente della Regione Abruzzo si sente vittima di una ritorsione dell'imprenditore delle cliniche Vincenzo Angelini, perché con il suo governo regionale "stava tagliando posti letto e soldi ai privati".

Chiarirà tutto, ha garantito al figlio. Le case, quelle foto delle mazzette e tutto il resto. Ma per rispondere ai magistrati in merito a quelle circostanziate accuse, ha bisogno di "tempo e lucidità". Intanto in carcere si prepara a resistere: legge e dipinge. Quasi avesse la consapevolezza che la detenzione non finirà presto. Ieri, da casa gli hanno consegnato altri libri, tempere e tele.

Indirettamente poi, tramite il figlio, ha voluto lanciare un messaggio ai giudici: "Papà preferirebbe restare a Sulmona e non essere trasferito al carcere di Teramo, qui si trova bene", ha detto all'uscita del penitenziario Guido Del Turco. Ed ha aggiunto: "Nessuno di noi ha versato una lacrima, durante l'incontro. Ci siamo lasciati con un abbraccio. Sorridendo...".

Sul fronte dell'inchiesta, potrebbe aggravarsi la posizione di Vincenzo Angelini. Il manager Gianluca Zelli, in carcere con l'accusa di riciclaggio per aver trasferito - secondo l'accusa - i rimborsi d'oro della sanità all'estero (attraverso il meccanismo delle sponsorizzazioni sportive), ha prodotto agli inquirenti una serie di prove documentali tese a dimostrare come dietro le singole operazioni contestate, ci fosse sempre il titolare del gruppo Villa Pini.

Interrogatorio in carcere a Pescara anche per Lamberto Quarta, braccio destro di Del Turco, che invece si è limitato a respingere genericamente le accuse. A prendere le difese di Quarta fuori dal penitenziario, davanti ai cronisti, ci ha pensato la moglie: "Angelini è un criminale a piede libero - ha detto Cinzia Di Vincenzo - si sta vendicando di questo governo regionale per quello che non gli ha dato".

Ieri, era previsto anche l'interrogatorio di Luigi Conga, l'ex manager della Asl di Chieti accusato di aver chiesto tangenti per oltre sei milioni di euro, ma i suoi legali hanno presentato documentazione sanitaria che attesta che Conga soffre di depressione, e quindi non può sostenere il colloquio con i magistrati.

Sempre nel pomeriggio di ieri, poi, interrogatorio a sorpresa al capo di gabinetto dell'ex governatore Del Turco, Vincenzo Rivera, come persona informata sui fatti. La famiglia di quest'ultimo risulterebbe intestataria a Roma di una villa ottocentesca tra piazza Navona e piazza di Spagna. Del Turco si sarebbe rivolto a lui per un eventuale affitto - ha spiegato Rivera ai giudici - dato che l'ex governatore doveva lasciare il suo appartamento in via del Babbuino, a causa di una maggiorazione del canone di affitto. Su questi ed altri aspetti sono in corso verifiche.

 

Fonte